XVI-XVII settimana (anno pari) 

GEREMIA: IL PROFETA SEDOTTO DA DIO (2)

Ger 31,27-34:
L’annuncio di una «nuova alleanza»

IL TESTO BIBLICO

profeta geremia227«Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali renderò feconda la casa di Israele e la casa di Giuda per semenza di uomini e di bestiame. 28Allora, come ho vegliato su di essi per sradicare e per demolire, per abbattere e per distruggere e per affliggere con mali, così veglierò su di essi per edificare e per piantare». Parola del Signore. 29«In quei giorni non si dirà più: I padri han mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati! 30Ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; a ogni persona che mangi l’uva acerba si allegheranno i denti».
31«Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. 32Non come l’alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dal paese d’Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io fossi loro Signore. Parola del Signore. 33Questa sarà l’alleanza che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. 34Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato».

BREVE CONTESTUALIZZAZIONE E SPIEGAZIONE

– Un terzo ed ultimo passaggio è costituito dalla pagina della promessa di un’alleanza rinnovata dall’amore di Dio. Questo testo è ritenuto dagli autori una delle profezie più importanti di tutta la Bibbia: la profezia della «nuova alleanza» (v. 31: berit hadashā) che Jahvé stabilirà con il suo popolo nel tempo futuro. Dopo aver presentato una serie di oracoli di speranza (cfr Ger 30-31), nei quali il profeta annuncia il cambiamento della «sorte del suo popolo» (Ger 30,2) per l’amore eterno e misericordioso di Jahvé (cfr Ger 31,3), si passa all’annuncio della novità dell’opera di Dio.

– La pericope si articola in una coppia di oracoli, individuabili nelle due unità letterarie (cfr vv.27-30; vv. 31-34) precedute da espressioni ricorrenti: «ecco verranno giorni» (vv. 27; 31); «Giuda e Israele» (vv. 27; 31) e «Parola del Signore» (vv. 28; 32). Il profeta sta parlando al popolo di ciò che dovrà avvenire, dopo aver lungamente richiamato tutti alla conversione e al necessario cambiamento religioso. A partire dalla storia di Israele e di Giuda, Geremia pronuncia due oracoli di speranza che si proiettano in un futuro indefinito.

– La seconda unità presenta la profezia della «nuova alleanza», già anticipata dal precedente oracolo. Essa fa riferimento al vecchio sistema della legge sinaitica, sigillata da Mosè e accolta dal popolo eletto come vincolo di appartenenza. La Legge sanciva il diritto

– Al v. 28 Jahvé si presenta come «colui che ha vegliato» sul popolo perché si portassero a compimento quei verbi che hanno caratterizzato la missione del profeta: «sradicare, demolire, abbattere e distruggere» il male presente in Israele e in Giuda. Allo stesso modo il Signore veglierà per «edificare e piantare». L’oracolo vuol affermare che verrà un tempo in cui si compirà la novità e la speranza per tutta la comunità eletta. E tutto questo per l’iniziativa gratuita di Dio.

– Nei vv. 29-30 si ripete il motivo della retribuzione personale. Secondo la giustizia di Dio, ciascun uomo riceverà secondo la sua responsabilità. Viene riportato il noto proverbio antico: «I padri han mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati!» (v. 29) in cui si allude alla necessità di una retribuzione personale (cfr Ez 18,2) e non più ad una concezione corporativa che ha caratterizzato una lunga epoca della storia ebraica. Così le colpe degli antenati non peseranno più sulla nuova generazione, che sarà figlia delle proprie opere ed aperta ad una nuova speranza di vita. D’ora in poi chi compie la malvagità morirà per la sua iniquità: ma a ciascuno è data la responsabilità di aiutare il fratello a compiere il bene e ad evitare il male (cfr Ez 18).

– L’oracolo di Geremia costituisce la risposta a questa situazione. Per l’amore di Jahvé, il popolo non perirà, non verrà schiacciato dal peso della legge, ma verrà trasformato dal di dentro, da cuore. Se la legge esterna era diventata una condanna per la morte, Dio deciderà di «porre la Legge nell’anima, di scriverla nel cuore» (v. 33). Si tratta di un processo di interiorizzazione del dinamismo della Legge e della radicale trasformazione del cuore dei credenti. L’alleanza sinaitica è oramai dissolta: un giorno il Signore farà una «nuova alleanza».

– Questa «nuova alleanza» sarà nell’anima e nel cuore (leb), cioè nel centro della vita affettiva e intellettuale dell’uomo, sede della sua coscienza e della sua identità. Dio scriverà con la forza dello Spirito Santo la sua relazione di amore «nel cuore» (cfr Ez 36,26-27; Sal 51,12), perché ciascuno possa vivere un’alleanza spirituale, non più segnata dalla costrizione, ma dall’attrazione dell’amore divino. Al v. 33 si aggiunge la formula dell’alleanza: «Io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo» (ritroviamo frequentemente questa formula: Ger 7,23; 11,4; 30,22; 31,1; 32,38; Ez 11,20; 36,28; 37,27; Zc 8,8).

– Nel v. 34 si specifica ulteriormente la conseguenza di questa operazione interiore: ciascun credente «riconoscerà il Signore», da più grande al più piccolo. Non basta solo «conoscere la legge», ma bisogna «ri-conoscere», cioè prendere coscienza della profonda relazione che sussiste tra l’uomo e Dio. Questo «cammino di maturità» segna il passaggio da un tempo di costrizione ad un tempo di innamoramento di Dio. In questo passaggio si compie tutta la novità spirituale del messaggio profetico di Geremia. Possiamo ben dire che il profeta vive in prima persona questa esperienza contemplativa, come segno di speranza per il suo popolo.

– Un ultimo aspetto è tematizzato dal motivo del perdono. Dio si rivela come «misericordioso», che dimentica l’iniquità e vuole la salvezza (cfr v. 34). E’ questa una delle condizioni della nuova alleanza, che permetterà al popolo, dopo la disfatta nazionale dell’esilio, di ricominciare un cammino di speranza e di rinascita. Solo nella logica del perdono e della misericordia è possibile ricostruire il cuore umano e guarire le sue ferite interiori.

SPUNTI PER LA MEDITAZIONE

– Siamo di fronte ad una nuova immagine del profeta e del suo messaggio. Nel primo brano abbiamo visto la chiamata di Geremia, segnata dall’incertezza e dalla situazione giovanile. Nel secondo brano abbiamo conosciuto il cuore inquieto del profeta, la sua contestazione e la sua passione per la Parola. In quest’ultimo brano incontriamo un uomo ricco di speranza. Si tratta della consolazione che caratterizza la maturità del profeta e della sua esperienza spirituale. Possiamo ben dichiarare che Geremia dimostra di aver raggiunto una sintesi, conoscendo Dio e soprattutto se stesso, anche grazie alle prove che egli ha affrontato.

– Il profeta annuncia la novità di Dio: chi accoglie la sua Parola partecipa ad una speranza nuova e interpreta anche gli avvenimenti della storia come «anticipazione» dell’amore e della salvezza futura. Vediamo come la novità sia poggiata su tre aspetti: a) l’iniziativa divina del perdono dei peccati; b) la responsabilità personale di ciascun credente a cui corrisponde la retribuzione personale; c) l’interiorizzazione della legge, che non sarà più esterna, ma interiore, scritta nel cuore. Questi tre aspetti della novità profetica fanno parte dell’esperienza del profeta e costituiscono un tratto distintivo della sua personalità.

– Il tema centrale è costituito dal dinamismo interiore dell’alleanza (berit). Si tratta di una importante categoria biblico-teologica che presenta la relazione di Dio con l’umanità e conseguentemente con il popolo eletto. Jahvé sceglie di incontrare l’uomo, a partire dalla stessa scena del patto con Noè (cfr Gen 9) per rivelarsi come il Dio dell’armonia cosmica. In Abramo l’alleanza diventa una relazione personale e familiare in vista della discendenza del patriarca (cfr Gen 15). Ma è soprattutto con Mosè che Jahvé decide di rivelare il suo nome (cfr Es 3) e di offrire al Sinai un patto di unità e di protezione di Israele: la Legge sinaitica è il segno vincolante di questa relazione (cfr Ez 19; 24).

– I simboli dell’alleanza, più volte negata dal popolo e riproposta da Dio, sono molteplilci. Il Signore promette a Davide e alla sua discendenza un regno stabile (cfr 2Sam 7), e la rivelazione biblica propone diverse immagini sponsali che presentano Jahvé come lo sposo di Israele (cfr Cantico dei Cantici), continuamente alla ricerca della sua «sposa infedele» (cfr Os 1-3; Ez 16), per poter ristabilire il patto di amore che vincola il Signore alla sua comunità. E’ soprattutto la predicazione di Geremia e di Ezechiele a riproporre un modello di alleanza non basato sulle prescrizioni della Legge, bensì sulla qualità delle relazioni fondate nella fedeltà e nel perdono.

– Per questa ragione Geremia per primo annuncia l’oracolo della «nuova alleanza», di fronte al quale la comunità è chiamata a rinnovarsi nell’amore. E’ singolare che un giovane profeta, chiamato a non sposarsi e segnato da una vita piena di pericoli e di contraddizioni, sia il cantore di questo avvenimento di speranza. L’interpretazione successiva cristiana vedrà realizzata la «nuova alleanza» nella persona e nella missione di Gesù, che compie la profezia di geremia nel sacrificio eucaristico (cfr Mt 26,28) e nella sua Pasqua. La Chiesa apostolica farà sua questa certezza, annunziando l’avvenimento pasquale (cfr 2Cor 3,6; Rm 11,27; Eb 8,6-13; 9,15) e riconoscendosi come la «nuova comunità dell’alleanza».

DOMANDE PER LA RIFLESSIONE PERSONALE E LA COLLATIO COMUNITARIA

– Possiamo fermare la nostra attenzione sulle tre condizioni che sono alla base della nuova alleanza proclamata dal profeta Geremia. In primo luogo è possibile una nuova alleanza solo nella logica della misericordia e del perdono di Dio. In questo senso il profeta appare come un uomo riconciliato. Come vivi oggi la riconciliazione? Come vivi il sacramento del perdono? Ci sono aspetti della tua vita che richiedono un cammino di riconciliazione con Dio, con te stessa e soprattutto nella comunità dove operi? – Possiamo fermare la nostra attenzione sulle tre condizioni che sono alla base della nuova alleanza proclamata dal profeta Geremia. In primo luogo è possibile una nuova alleanza solo nella logica della misericordia e del perdono di Dio. In questo senso il profeta appare come un uomo riconciliato. Come vivi oggi la riconciliazione? Come vivi il sacramento del perdono? Ci sono aspetti della tua vita che richiedono un cammino di riconciliazione con Dio, con te stessa e soprattutto nella comunità dove operi?

– Il secondo aspetto è costituito dalla responsabilità personale. Possiamo tradurre questo tema teologico nell’impegno della costruzione della comunità: stai lavorando per «costruire» l’unità della tua comunità? Quali sono le difficoltà che non ti permettono di esercitare la responsabilità che il Signore ti ha affidato?

– Infine, l’alleanza avviene solo per la forza dello Spirito Santo che invade il nostro cuore: puoi dire che la tua vita religiosa è aperta alla grazie dello Spirito Santo? Quali sono i segni dello Spirito, i segni della risurrezione presenti in te e nell’ambiente della tua comunità?

PER CONTINUARE L’APPROFONDIMENTO BIBLICO

Cf. 2Cr 35-36; Sir 49,7; Dn 9,2; Mt 2,17; 16,14; 27,9; 2Cor 4, 6; 10-13.

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