4 Maggio
Antonina di Nicea.
La sua storia «illumina» i tanti martiri di oggi:
Da quelle ferite atroci un raggio di speranza

Che senso ha ricordare le atrocità subite dai cristiani di tutti i tempi? È un modo per dare speranza a quanti oggi soffrono ancora per la loro fede ma anche un invito a curare il Vangelo come un tesoro prezioso per il quale molti hanno dato la vita.
Sant’Antonina di Nicea è una di quei santi che ci ricordano come i cristiani siano sempre stati vittime di atrocità: il loro messaggio è così sconvolgente per il mondo che questo spesso ha risposto con la violenza alla loro testimonianza. E sono proprio i testimoni come questa martire che oggi continuano a proteggere i tanti martiri dei giorni nostri.
I contorni biografici di Antonina non sono chiari e il suo nome appare tre volte nel Martirologio romano, che attinge a un’antica “Passio” oggi perduta. Secondo queste fonti Antonina, cristiana di Nicea in Bitinia, durante la persecuzione di Diocleziano fu arrestata dal prefetto Priscilliano. Subì poi torture terribili: fu battuta con le verghe, sospesa al cavalletto, dilaniata ai fianchi e infine arsa viva. Secondo altre fonti invece Antonina sarebbe stata uccisa con la spada.
Altri santi. Santi Agapio e Secondino, martiri (III sec.); san Floriano di Lorch, martire (IV sec.)
Matteo Liut
Avvenire