30 Aprile
Maria Guyart.
Mistica e imprenditrice, mamma e missionaria


santa Maria dell'Incarnazione Guyart Martin2

Mistica, madre, imprenditrice e missionaria: sono questi i quattro “poli” dell’identità di santa Maria dell’Incarnazione Guyart Martin, autentica apostola del Québec che è stata proclamata santa nel 2014 da papa Francesco con una canonizzazione equipollente. Nata a Tours nel 1599, fin da piccola ebbe esperienze mistiche, ma la sua famiglia la portò al matrimonio: nel 1617 sposò il proprietario di un setificio ed ebbe un figlio, ma rimase presto vedova. Si fece carico allora dell’attività famigliare e dell’educazione del piccolo, che poi divenne religioso. Nel 1631 entrò tra le Orsoline e nel 1639 partì per il Canada, dove fondò le Orsoline dell’Unione Canadese e si dedicò all’evangelizzazione tra le popolazioni native. Segnata dalla malattia, morì nel 1672.

Altri santi. San Pio V, Papa (1504-1572); san Giuseppe Benedetto Cottolengo, sacerdote (1786-1842).

Matteo Liut
Avvenire


Dalla OMELIA DEL PAPA FRANCESCO
SANTA MESSA DI RINGRAZIAMENTO PER LA
CANONIZZAZIONE EQUIPOLLENTE DI DUE SANTI CANADESI

Basilica Vaticana, Domenica, 12 ottobre 2014

(…) La missione evangelizzatrice della Chiesa è essenzialmente annuncio dell’amore, della misericordia e del perdono di Dio, rivelati agli uomini mediante la vita, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. I missionari hanno servito la Missione della Chiesa, spezzando ai più piccoli e ai più lontani il pane della Parola e portando a tutti il dono dell’inesauribile amore, che sgorga dal cuore stesso del Salvatore.

Così furono san Francesco de Laval e santa Maria dell’Incarnazione. Vorrei lasciare a voi, cari pellegrini canadesi, in questo giorno, due consigli: sono tratti dalla Lettera agli Ebrei, e pensando ai missionari faranno tanto bene alle vostre comunità.

Il primo è questo: «Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede» (13,7). La memoria dei missionari ci sostiene nel momento in cui sperimentiamo la scarsità degli operai del Vangelo. I loro esempi ci attirano, ci spingono a imitare la loro fede. Sono testimonianze feconde che generano vita!

Il secondo è questo: «Richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa…Non abbandonate la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza…» (10,32.35-36). Rendere omaggio a chi ha sofferto per portarci il Vangelo, significa portare avanti anche noi la buona battaglia della fede, con umiltà, mitezza e misericordia, nella vita di ogni giorno. E questo porta frutto.

Memoria di quelli che ci hanno preceduti, di quelli che hanno fondato la nostra Chiesa. Chiesa feconda quella del Québec! Feconda di tanti missionari che sono andati dappertutto. Il mondo è stato riempito di missionari canadesi come questi due. Adesso un consiglio: che questa memoria non ci porti ad abbandonare la franchezza e il coraggio. Forse – anzi no senza forse! – il diavolo è invidioso e non tollera che una terra sia così feconda di missionari. Pregiamo il Signore perché il Québec torni su questa strada della fecondità, per dare al mondo tanti missionari. Questi due che hanno – per cosi dire – fondato la Chiesa del Québec, ci aiutino come intercessori. Che il seme da loro seminato cresca e dia frutto di nuovi uomini e donne coraggiosi, lungimiranti, con il cuore aperto alla chiamata del Signore. Oggi si deve chiedere questo per la vostra patria. Loro, dal cielo, saranno i nostri intercessori. Il Québec torni ad esser quella fonte di bravi e santi missionari.

Ecco la gioia e la consegna di questo vostro pellegrinaggio: fare memoria dei testimoni, dei missionari della fede nella vostra terra. Questa memoria ci sostiene sempre nel cammino verso il futuro, verso la meta, quando «il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto…».