“Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9,50)
Un granello di sale quotidiano per dare sapore alla tua giornata.


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Troviamo Iddio nel nostro essere che è lo specchio di Dio.
Ma come troviamo il nostro essere?
Le azioni sono le porte e le finestre dell’essere. Se non agiamo, non abbiamo nessun mezzo per conoscere ciò che siamo. (…) Non possiamo quindi scoprire le profondità del nostro essere rinunciando a ogni attività.
Se rinunciamo all’attività spirituale, possiamo cadere in una certa oscurità e in una certa pace, ma sono l’oscurità e la pace della carne.
Sentiamo di esistere, ma l’essere di cui facciamo esperienza è l’essere carnale e se ci addormentiamo in questa oscurità e ci innamoriamo della sua dolcezza, ci sveglieremo per compiere le opere della carne.
Per scoprire il nostro essere spirituale dobbiamo quindi percorrere il sentiero tracciato dalla nostra attività spirituale.
Ma quando operiamo secondo la grazia, i nostri atti non sono soltanto nostri, appartengono a Dio. Se li seguiamo sino alla loro sorgente, diventeremo capaci in potenza di una esperienza di Dio. Perché il suo agire in noi ci rivela il suo essere in noi.
Tutto il vivere consiste nello spiritualizzare le nostre attività per mezzo dell’umiltà e della fede, nell’imporre silenzio alla nostra natura per mezzo della carità.
«Uscire da se stessi» vuol dire operare alla sommità del nostro essere, mossi non dalla natura, ma da Dio, che è infinitamente al di sopra di noi e ciò nondimeno dimora nelle profondità dell’anima nostra. (…)
Per la fede trovo in Dio il mio vero essere.
Un atto perfetto di fede dovrebbe essere in pari tempo un perfetto atto di umiltà.
Iddio non dice i suoi più puri segreti a quelli che sono pronti a rivelarli. Ha sì dei segreti che dice a quanti ne diranno qualche cosa agli altri. Ma tali segreti sono proprietà comune di parecchi. Ne ha poi altri che non possono dirsi e che il semplice desiderio di dirli ci rende incapaci di riceverli.
Il più grande dei segreti di Dio è Dio stesso.
Egli è pronto a comunicarsi a me in una maniera che io non potrò mai esprimere ad altri e neppure pensare tra me con una certa coerenza. Devo desiderarlo nel silenzio. Ed è per questo che devo lasciare tutte le cose.


Thomas Merton

da “Pensieri nella solitudine” di Thomas Merton (1915-1968),
trappista americano, maestro spirituale molto stimato,
ritenuto tra i più grandi scrittori spirituali del XX secolo.