23 Maggio
Giovanni Battista de’ Rossi.
La malattia non fermò il suo umile apostolato:
con la sofferenza vicino agli ultimi

La malattia non è un ostacolo alla santità e all’impegno per gli altri, anzi, spesso chi soffre conosce meglio di chiunque altro la condizione degli ultimi e degli emarginati.
La forza interiore di superare le proprie fragilità per farsi umili compagni di chi soffre: è un messaggio di speranza, che va alla radice della vita, quello che ci lascia in eredità l’esempio di san Giovanni Battista de’ Rossi. Nato nel 1698 a Voltaggio (Genova), a 13 anni si trasferì a Roma e andò a vivere nella casa di uno zio sacerdote, canonico a Santa Maria in Cosmedin. A Roma frequentò il liceo dei gesuiti del Collegio Romano ma in questo periodo cominciarono a manifestarsi i segni dell’epilessia, malattia che lo segnò tutta la vita. Venne ordinato sacerdote l’8 marzo 1721 e da quel giorno si dedicò a un apostolato infaticabile in mezzo a studenti, poveri ed emarginati. Ebbe un’attenzione di riguardo anche per i confratelli preti per i quali fondò la Pia Unione dei sacerdoti secolari di Santa Galla. Negli ultimi mesi di vita l’epilessia si aggravò: morì il 23 maggio 1764.
Altri santi. Santi Martiri di Cappadocia (303); sant’Eutizio di Norcia, monaco (V-VI sec.).
Matteo Liut
Avvenire