Questa mattina, 27 marzo, abbiamo celebrato il funerale di P. Gaetano Nazzareno Contran, deceduto presso la nostra comunità di Castel d’Azzano giovedì scorso, 23 marzo, alle ore 22:30, all’età di 89 anni. Ha presieduto P. Fabio Baldan, superiore provinciale. P. Eliseo Tacchella, che è stato suo provinciale in Congo, ha tenuto l’omelia. La salma è stata poi accompagnata dai familiari a Piove di Sacco (PD) per una celebrazione nel Duomo alle 15:30.

Funerale di P. Neno Contran
omelia di P. Eliseo Tacchella
“Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto”. 1 Cor 13,12.
Quando in questi giorni pensavo a p. Neno, me lo sono sempre immaginato in contemplazione di quel Signore che sempre ha amato e servito su questa terra.
Ho vissuto con p. Neno per ben 12 anni a Kinshasa, era arrivato subito dopo l’uscita di Mobutu dalla scena politica, era verso la fine del 1997. Era venuto in Congo per fondare un centro multimedia, che avrebbe avuto come primo frutto la pubblicazione di una rivista, chiamata Afriquespoir, Africa speranza. Oltre alla rivista, P. Neno si era messo a scrivere libri, una passione che già aveva fin dalla sua giovinezza. Sapevo che era iscritto all’album dei giornalisti, ma non sapevo che lui avesse anche altre lauree e diplomi. Quando ieri p. Fabio mi ha mandato il Curriculum Vitae (CV), sono stato sorpreso nel leggere quanti diplomi, lauree … p. Neno aveva accumulato:
- 1960 Licenza in Teologia
- 1960 Missiologia
- 1965 Sociologia
- 1965 Diploma in Scienze Socio-Politiche
- 1965 Giornalismo
Neno non sarà contento che io parli di queste cose, perché, lui, mai me ne ha parlato, credo che le considerasse vanità. Ma se oggi, caro Neno, dico qualcosa su di te, non lo faccio per metterti sugli altari, anche se te lo meriteresti, ma per rendere gloria a Dio per quello che ha fatto nella tua vita.
1) La prima cosa che ho visto in Neno quando è arrivato a Kinshasa è stata la sua identificazione totale con Gesù Cristo e con la missione. Era l’uomo realizzato, il prete identificato, il missionario carico di amore per tutti.
Uomo realizzato: in lui ho sempre trovato appoggio, di fronte a certi problemi era la persona saggia che ti indicava la via da seguire, ma che ti lasciava libero di prendere qualsiasi decisione. Era più preoccupato per il bene degli altri che non di se stesso. Mentre veniva letta la prima lettura che abbiamo ascoltato (1 Cor 13), mi sono permesso di sostituire nel mio pensiero, la parola carità con la parola Neno. E mi è venuta fuori una bella fotografia di Neno.
Prete identificato: quando nel 1958 viene ordinato sacerdote, due fratelli più grandi di lui erano già stati ordinati preti: Alfredo, prete diocesano di Padova, e Sergio, Missionario comboniano. Sicuramente da loro ha imparato a identificarsi in tutto e per tutto al Signore. Ma prima ancora aveva respirato l’amore per Gesù e per la chiesa dai suoi genitori, e di questo ne parlava spesso, anche in maniera simpatica: mi raccontava che una volta sua mamma era tornata da messa un po’ seccata, perché il parroco aveva fatto talmente in fretta a celebrare l’eucarestia che lei non ha avuto il tempo per terminare il rosario. Erano i tempi della messa in latino. Tra i suoi libri ce n’è uno che si intitola “Les mots de ma foi”, Le parole della mia fede. Spiega la fede, ma è la sua esperienza di fede.
Missionario donato: è impressionante vedere il CV di Neno, dove c’era bisogno di lui, lui obbediva e andava: Prima in Italia, poi in Spagna (con Mundo Negro), in Togo (come delegato del generale e poi anche come provinciale), poi di nuovo a Roma come segretario generale dell’Animazione Missionaria, in Kenya (con New People), in Congo (fondatore di Afriquespoir), con l’obbligo, visto che normalmente era inviato a lavorare in centri mass-media, di imparare bene la lingua del posto. Nel frattempo scrive. E grazie a uno dei suoi libri, Una strada che potrebbe essere la tua, ha fatto conoscere il Comboni a tantissimi giovani, e di questi, alcuni sono diventati comboniani grazie a questo suo libretto.
Neno ha amato la missione, ha amato l’Africa. Quanti viaggi ha fatto per scrivere tre libri a cui ci teneva molto! Uno sui preti africani uccisi, uno sulle suore africane uccise e uno sui laici africani uccisi. Voleva che la memoria di questi africani non andasse perduta. In questo ha fatto un servizio eccellente alla chiesa africana.
Un altro libro che è andato a ruba in Africa ed è stato tradotto in tante lingue è stato “I Santi d’Africa”. Un libro che ha messo in risalto il valore dell’Africa nella storia della chiesa. Più di 500 santi nella chiesa del continente africano. La gente era stupita, pensava che l’Africa non avesse peso nella Chiesa.
Ma oltre che annunciare il vangelo con i media, Neno era sempre disponibile per ritiri, celebrazioni, confessioni. Un missionario pieno di disponibilità e amore.
2) Una seconda caratteristica che mi ha toccato della vita di Neno è stata l’umiltà e il servizio. Quando arrivava qualche comboniano nella nostra comunità, alla presentazione che Neno faceva di se stesso, io aggiungevo: l’uomo del gran rifiuto. Infatti, come provinciale del Togo, partecipò al capitolo generale del ’79 e rischiava di diventare generale, ma lui rinunciò dicendo: “con la responsabilità che ho della piccola provincia comboniana del Togo, già non riesco a dormire, cosa mi succederebbe se fossi eletto padre generale…?!” E il commento che lui faceva di questo avvenimento era: “questa rinuncia è l’unica cosa buona che ho fatto in vita mia”. L’umiltà faceva parte della sua personalità cosi come il servizio. Quando si alzava dalla sua scrivania era per andare in cucina a preparare la cena, e preparava bene, o per fare altri piccoli servizi. In comunità con lui si stava bene, perché la sua preoccupazione era che tutti si sentissero bene. Per 12 anni è stato mio superiore, ma mai l’ho sentito dire: Il superiore sono io! Quando gli è stato chiesto di lasciare la direzione di Afriquespoir, si è messo con semplicità a disposizione del nuovo direttore, senza recriminare niente, fin quando ha chiesto di tornare in Italia per non essere di peso alla comunità.
3) Se le prime due caratteristiche sono comuni a tanti consacrati, la terza caratteristica che voglio mettere in evidenza nella vita di p. Neno, è qualcosa che non si trova spesso nella vita delle persone: il senso umoristico. Talmente era convinto che l’humour fa bene, che è arrivato a scrivere 10 libri di barzellette. Non pronunciava un discorso senza inserire qualcosa che facesse ridere e con questo riusciva a tenere alta l’attenzione degli ascoltatori. Quando ha compiuto 80 anni, gli abbiamo chiesto di fare un discorsetto: “Sono arrivato a un’età – cosi ha cominciato – nella quale è più alto il prezzo delle candele che il prezzo della torta”. Prima ho detto che si stava bene con lui, adesso aggiungo che stare con lui era uno spasso.
Grazie Signore per avermi, averci messo accanto p. Neno. Sappiamo che adesso sta rallegrando il cielo. Fa’ che il suo ricordo continui a ispirarci, a stimolarci e a rallegrarci.
E grazie infinite a te, Neno, grazie per essere stato per tutti un modello di missionario secondo il cuore del Comboni.
