Una cosa è l’equilibrio, altra cosa è l’armonia. Sono cose diverse. L’equilibrio è una cosa matematica, fisica; l’armonia è una cosa di bellezza, se vuoi dire così. L’equilibrio è fare un confronto delle parti e trovare un compromesso; l’armonia, nel discernimento, è il dono dello Spirito Santo: l’unico che può fare l’armonia è lo Spirito Santo.

Il 24 ottobre Papa Francesco ha incontrato in Vaticano i Seminaristi e i Sacerdoti che studiano a Roma. Qui di seguito degli estratti del dialogo con i presenti all’udienza.

Domanda

Buongiorno, Santo Padre. Grazie mille, Santità, per questa meravigliosa occasione di stare insieme a Lei. Il cammino vocazionale di un seminarista è quello che consiste sempre nel discernimento della sua vocazione. Dalla mia esperienza e da quanto so dell’esperienza degli altri, a volte – o il più delle volte – ci si accorge delle proprie debolezze, si sente la paura di non poter soddisfare le esigenze della vocazione sacerdotale, la paura di non essere felice nel ministero. O addirittura, si sente di essere attratto non principalmente dall’amore di Dio, ma da altri dettagli meno importanti che caratterizzano il sacerdozio, eccetera. Tuttavia, allo stesso tempo, si sente fortemente la chiamata di Dio dentro di sé e dalle circostanze che hanno caratterizzato il suo cammino. In questo tipo di situazione, Santità, quale potrebbe essere la strada giusta da seguire per un seminarista nel suo processo di discernimento? Più in generale: in che cosa consiste un giusto discernimento? Grazie mille, Santo Padre.

Papa Francesco

Grazie. Il giusto discernimento – prima di tutto ti dico – non consiste in un equilibrio, non consiste in questo. Quello lo fa la bilancia. Il discernimento sempre è “squilibrato”, scusa, la situazione sulla quale devi discernere è squilibrata, perché hai emozioni da questa parte, emozioni di qua, emozioni di là… Il giusto discernimento è cercare come questo squilibrio trova la strada di Dio – non “trova l’equilibrio” – perché sempre si risolve, lo squilibrio, su un piano superiore, non sullo stesso piano. E questa è una grazia della preghiera, una grazia dell’esperienza spirituale. Vai davanti al Signore con uno squilibrio, aiutato da un fratello se vuoi, e la preghiera, la ricerca di fare la volontà di Dio ti porta a risolvere lo squilibrio, ma su un altro piano. Sempre ti porta avanti, ti toglie dalla contraddizione dello squilibrio – che non è una contraddizione matematica, è una contraddizione umana – e ti porta un passo avanti. Uno squilibrio non si risolve con una delle parti soltanto, no. Ambedue cambiano verso una nuova situazione. E questa è la grazia dell’accompagnamento spirituale, che ci aiuta a trovare questa strada per risolvere gli squilibri.

“In questo tipo di situazione quale potrebbe essere la strada giusta da seguire per un seminarista nel suo processo di discernimento?”. Quello che ho detto sul discernimento. La preghiera e il dialogo con la persona che ti accompagna, che sia un sacerdote, che sia un amico, che sia una suora, che sia un laico, chiunque sia. Preghiera e dialogo.

“Più in generale, in che cosa consiste il giusto discernimento?”. Un giusto discernimento non consiste nel fatto che il risultato sia un equilibrio. Il giusto discernimento lo vedi dopo. La decisione è armonica, non “equilibrata”. Una cosa è l’equilibrio, altra cosa è l’armonia. Sono cose diverse. L’equilibrio è una cosa matematica, fisica; l’armonia è una cosa di bellezza, se vuoi dire così. L’equilibrio è fare un confronto delle parti e trovare un compromesso; l’armonia, nel discernimento, è il dono dello Spirito Santo: l’unico che può fare l’armonia è lo Spirito Santo. È un dono. San Basilio definiva lo Spirito Santo “ipse harmonia est”. Lui è l’armonia. Già entriamo nel discernimento con lo Spirito Santo dentro. Tu non puoi fare un discernimento cristiano senza lo Spirito Santo. E per questo lo squilibrio entra in preghiera, entra nella strada dello Spirito Santo, e Lui ti porta a una nuova situazione armonica. E poi si può entrare in un’altra disarmonia, e sarà lo Spirito a portarti più avanti. Non è una cosa fisica, non è una cosa intellettuale, non è una cosa sentimentale: è la grazia di ricevere lo Spirito Santo, che è armonico. E con la preghiera noi arriviamo a questa grazia di capire l’armonia dello Spirito. Non so se ho risposto bene a questo. Dimmi: hai capito? Non si tratta nel discernimento di equilibrare come una bilancia, no: di pregare, di andare avanti e lasciare che sia lo Spirito con le emozioni interiori ad andare avanti.

E poi, qual è il risultato di un giusto discernimento? La consolazione spirituale. Lo Spirito Santo, quando ti dà l’armonia, ti consola. Invece, quando tu stai con un problema, non sei in consolazione, sei in desolazione. Noi dobbiamo imparare a usare, nella nostra vita, le emozioni dello Spirito, consolazione e desolazione: questo mi fa bene, questo mi fa felice, questo mi toglie la pace… Cosa fa il Signore nel cuore e cosa fa il diavolo. Perché il diavolo esiste! San Pietro dice che gira, gira, gira per cercare chi mangiarsi. È il nostro pericolo. Ma lo Spirito è la guida. E questa è la strada: seguire lo Spirito Santo.