Attualità Africa

Attentato in Nigeria: quando il dolore è trascurato

La terribile strage compiuta in una chiesa cattolica in Nigeria non ha avuto il risalto dovuto su tanti grandi mass media mondiali. Esiste nei fatti una sofferenza di serie B che provoca altra sofferenza, che viene dal sentirsi dimenticati, dal vedere che il proprio dolore per quanto grande non sia meritevole di attenzione

Sergio Centofanti
http://www.vaticannews.va

Colpisce navigare sul web tra le principali testate del mondo e non vedere tra le prime notizie, a parte alcune eccezioni, il dramma della strage compiuta in una chiesa cattolica in Nigeria durante la Messa di Pentecoste. Sui media africani da decenni leggiamo la denuncia che il continente è fuori dall’attenzione internazionale, non solo per le sue tragedie ma forse anche e soprattutto per ciò che c’è di bello e positivo in questa terra. Non è un lamento vittimistico, ma la semplice constatazione di una realtà: il disinteresse di tanti per l’umanità dell’Africa di fronte ai tanti interessi, nascosti e palesi, per le sue risorse.

Le immagini della strage sono terribili. È un mistero il male che si abbatte feroce su persone inermi che pregano in un giorno di festa e uccide tante vite, anche quelle di chi continua a vivere: tanti bambini sono tra le vittime. Colpisce vedere tanto dolore trascurato. Colpisce l’indifferenza, la mancanza di compassione, il non fermarsi di fronte a chi soffre…

Terra, soldi e religione: i raid dei Fulani insanguinano la Nigeria

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«The Harvest of death», così l’aveva definito Amnesty International in un rapporto pubblicato alla fine del 2018. Il raccolto della morte: nei tre anni precedenti, il conflitto tra agricoltori e pastori in Nigeria aveva mietuto quasi quattro mila persone. Amnesty documentava il fallimento delle politiche (non) messe in atto dal governo del presidente Muhammadu Buhari per contrastare questa violenza in gran parte sotto traccia.

Il raccolto di sangue è andato crescendo di anno in anno. Mentre le attenzioni del mondo si concentravano (si fa per dire) sulla minaccia di Boko Haram nel Nord-Est del Paese ( soprattutto dopo il rapimento delle ragazze di Chibok avvenuto nel 2014) altre stragi e altri massacratori sono passati più inosservati. Forse perché non hanno alle spalle gruppi terroristici ben definiti e rivendicazioni altisonanti, con leader capaci di fare colpo sull’opinione pubblica.

L’attacco di ieri alla chiesa di San Francesco di Owo, in uno Stato come quello di Ondo finora relativamente risparmiato dall’ondata di rapimenti e attacchi che hanno riguardato varie parti della Nigeria negli ultimi mesi, rientra in questa casistica di «opacità». Piccolo Stato agricolo del Sud-Ovest, 3 milioni e passa di abitanti in maggioranza cristiani di etnia Yoruba. Anche lì in passato si erano registrati alcuni attacchi da parte degli estremisti fulani, popolazione seminomade di religione musulmana sparsa in diversi Paesi dell’Africa Occidentale (dal Lago Ciad all’Oceano Atlantico). Il paradigma è vecchio quanto il mondo: pastori contro agricoltori. Ragioni ambientali: la progressiva desertificazione ha spinto i mandriani sempre più a Sud. È una guerra per la terra che va in scena in altre parti dell’Africa subsahariana, dal Mali al Sudan. Nello Stato di Ondo, racconta Josiah Oluwole sul giornale locale The Times, la scintilla solitamente è la distruzione dei raccolti da parte del bestiame dei nomadi. Ma i contrasti tra comunità hanno sempre più spesso assunto una connotazione religiosa. Musulmani contro cristiani. Con le autorità, anche quelle del governo centrale, accusate di non fare nulla contro gli estremisti. Lo stesso presidente Buhari, in scadenza di mandato, è di famiglia Fulani. E questo spiegherebbe la «disattenzione» del governo.

Abuja (Agenzia Fides) – Nessun sacerdote è stato rapito nel corso dell’attacco alla chiesa di San Francesco di Owo, nello Stato di Ondo, avvenuto ieri, domenica 5 giugno. Lo ha reso noto un comunicato inviato all’Agenzia Fides dalla diocesi di Ondo.
“Nella domenica di Pentecoste quando ogni cattolico dovrebbe essere in chiesa a celebrare questa Solennità, uomini armati non identificati hanno attaccato la chiesa di San Francesco di Owo” recita il comunicato. “Gli assalitori hanno provocato numerose vittime e feriti. L’identità degli assalitori rimane sconosciuta, mentre il massacro ha devastato la comunità”. Secondo fonti di stampa almeno 50 persone sono state uccise dal commando che ha sparato fuori e dentro l’edificio della chiesa, uccidendo e ferendo i fedeli.

I leader religiosi cristiani e musulmani condannano il massacro nella chiesa di Owo;
incertezza sui perpetratori

Abuja (Agenzia Fides) – Non si hanno ancora informazioni su chi abbia perpetrato il massacro nella chiesa di San Francesco di Owo, nello Stato di Ondo (nel sud-ovest della Nigeria), avvenuto ieri, domenica 5 giugno. Lo riferiscono fonti della Chiesa locale contattate dall’Agenzia Fides, secondo le quali “non si sa ancora se chi ha commesso questo atto barbaro sia tra gli appartenenti a Boko Haram, a gruppi di pastori Fulani o a banditi. Quello che sappiamo è che prima di colpire i fedeli con armi da fuoco all’interno e all’esterno dell’edificio di culto, c’è stata un’esplosione nei pressi della chiesa”.
Le nostre fonti affermano che “il bilancio delle vittime, tra morti e feriti, è ancora difficile da stabilire”. Le strutture sanitarie locali hanno lanciato appelli per la donazione del sangue.
Secondo l’associazione islamica Muslim Rights Concern, MURIC, “l’attacco alla chiesa di San Francesco è una prova indubbia dell’esistenza di Boko Haram nel sud-ovest dopo la loro penetrazione negli Stati del Niger e di Kogi”, perché “è il modus operandi di Boko Haram. Avvertiamo che le moschee e altre chiese potrebbero essere i prossimi obiettivi perché è così che sono iniziati gli attacchi al Nord. Chiediamo quindi protezione per tutte le chiese e le moschee della regione” si legge in un comunicato dell’Associazione islamica che opera per la pacifica convivenza tra le diverse fedi in Nigeria. MURIC “condanna fermamente questo atto di aggressione del tutto gratuita” definendolo “disumano, atroce, orribile e orrendo” e chiede “l’arresto immediato e il perseguimento degli aggressori”.
In una dichiarazione rilasciata domenica 5 giugno, Sua Ecc. Mons. Lucius Ugorji Arcivescovo eletto di Owerri e Presidente della Conferenza episcopale cattolica della Nigeria (CBCN) afferma di “aver ricevuto la notizia del sanguinoso attacco scatenato contro fedeli innocenti con grande turbamento e tristezza”. “Nessun posto sembra essere di nuovo al sicuro nel nostro Paese; nemmeno i sacri recinti di una chiesa. Condanniamo con la massima fermezza lo spargimento di sangue innocente nella Casa di Dio” afferma Mons. Ugorji.
“I criminali responsabili di un atto così sacrilego e barbaro, dimostrano la loro mancanza del senso del sacro e del timore di Dio” prosegue il Presidente della CBCN, che richiama le autorità nigeriane al loro dovere di difendere la popolazione: “Chiediamo al governo di dar loro la caccia e portarli di fronte alla giustizia. Se il governo non dovesse agire con decisione su una questione così grave, farebbe cadere la nostra nazione nell’anarchia”.
(L.M.) (Agenzia Fides 6/6/2022).