“Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9,50)
Un granello di sale quotidiano per dare sapore alla tua giornata.


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O gran Dio, Padre di tutte le cose, la cui luce infinita è per me tenebra, la cui immensità è per me come il vuoto, Tu mi hai chiamato alla vita traendomi da Te perché Tu in Te mi ami ed io sono una espressione transeunte della tua realtà inesauribile ed eterna. Non potrei conoscerti, sarei perduto in questa tenebra, cadrei lontano da Te in questo vuoto se Tu non mi tenessi per Te nel Cuore del tuo Figlio Unigenito.
Padre, amo Te che non conosco, Ti abbraccio pur senza vederti, mi abbandono a Te che ho offeso, perché Tu ami in me il tuo Figlio Unigenito. Tu lo vedi in me, lo abbracci in me perché Egli ha voluto identificarsi completamente con me per mezzo di quell’amore che lo ha portato a morire per me sulla Croce.
Vengo a Te come Giacobbe nelle vesti di Esaù, ossia nei meriti e nel prezioso Sangue di Gesù Cristo. E Tu, o Padre, che hai voluto essere come cieco nella oscurità di questo grande mistero che è la rivelazione del tuo amore, passi la tua mano sui mio capo e mi benedici come il tuo Unigenito. Tu hai voluto vedermi soltanto in Lui, ma nel decidere così hai voluto vedermi più realmente di quanto io non sia. Perché il mio stato di peccatore non è quello mio vero, non è quello che Tu hai voluto per me, ma solo quello che ho scelto liberamente. Ma ora, Padre, io non lo voglio più questo falso io, vengo a Te nella persona stessa del Figlio tuo, perché è il suo Sacro Cuore che ha preso possesso di me, ha distrutto i miei peccati, ed è Lui che mi presenta a Te. E dove? Nel santuario del suo stesso Cuore, che è il tuo palazzo ed il tempio ove i santi Ti adorano in cielo.


Thomas Merton

da “Pensieri nella solitudine” di Thomas Merton (1915-1968),
trappista americano, maestro spirituale molto stimato,
ritenuto tra i più grandi scrittori spirituali del XX secolo.