Lunedì della VI settimana di Pasqua
At 16,11-15 Sal 149 Gv 15,26-16,4: Lo Spirito della verità darà testimonianza di me.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Commento
di L.M. Epicoco
Dare testimonianza è in un certo senso rendere visibile ciò che non si riesce a vedere. È questo il ruolo dello Spirito Santo ed è questo il ruolo di ogni cristiano:
“Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio”.
Ma rendere visibile l’invisibile è possibile solo attraverso gli effetti. Infatti il sale sciolto nella minestra dice la sua presenza solo attraverso il sapore. Il lievito messo nella pasta dice la sua presenza solo attraverso la fermentazione. E così il Cristo diventa visibile nella storia solo attraverso la nostra santità. È questa grande responsabilità che condividiamo con lo Spirito Santo: rendere visibile Cristo attraverso la santità. Lo Spirito santifica, e ognuno di noi dovrebbe offrire la propria santità come la prova della presenza di Cristo nella storia. Ma molto spesso la santità è mostrare una vita controcorrente. Gesù lo dice esplicitamente nella pagina del Vangelo di oggi affinchè nessuno si senta sbagliato quando si trova nella situazione di dover “andare contro” per poter “andare giusti”:
“Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto”.
Per molti di noi queste parole possono avere il sapore di storie lontanissime, ma molti nostri fratelli e sorelle proprio oggi in diverse parti del mondo subiscono la persecuzione e in molti casi la morte. Interessarci a loro, conoscere le loro storie, pensare all’eroicità della loro fede può forse farci destare da una fede imborghesita che confonde la testimonianza con un semplice volontariato fatto per sentirci più buoni e a posto con la coscienza.
http://www.nellaparola.it
di Paolo Curtaz
Sono due a dare testimonianza: lo Spirito e i discepoli della prima ora. Lo Spirito, il Paraclito, cioè il difensore, colui che protegge dagli assalti del mondo, il primo dono ai credenti da parte del risorto. È lui, lo Spirito, che spalanca il nostro sguardo interiore quando ci mettiamo a cercare la fede, quando spieghiamo le nostre vele per raccogliere il soffio di Dio, è lui che ci porta alla verità, che ci fa “avvertire” la presenza di Dio, spalancare il cuore. Lo Spirito dona testimonianza al Figlio e al Padre, è lui che si muove per spingerci ad accogliere la Parola del Signore con determinazione. Ma il cristianesimo non è personale esperienza mistica, slegata dalla storia! La testimonianza dello Spirito illumina quella dei discepoli che ci consegnano Gesù. Se ci siamo avvicinati al Maestro è perché qualcuno ce ne ha parlato in maniera credibile e convincente. Da sempre l’evangelizzazione è possibile grazie a questi due elementi essenziali l’uno all’altro: lo Spirito che accompagna e illumina la predicazione degli apostoli. Invochiamo lo Spirito per accogliere l’annuncio dei cristiani, lasciamo che sia la concretezza della Chiesa a dare forma e dimensione all’emozione suscitata dallo Spirito!