Lunedì fra l’Ottava di Pasqua
At 2,14.22-33 Sal 15 Mt 28,8-15: Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
Commento
di Silvano Fausti
Ci fermeremo sulla resurrezione di Gesù in Matteo che è il punto centrale della fede cristiana. Nietzsche diceva: che non è vero che Cristo è risorto, altrimenti i cristiani avrebbero un’altra faccia, e credo non si può dargli torto. Perché credere nella risurrezione non vuol dire credere che duemila anni fa il Signore è risorto, ma vuol dire avere incontrato il risorto, partecipare della sua vita e della sua gioia. Quindi l’esistenza di chi ha incontrato il Signore è ormai tutta sotto la luce della Pasqua, sotto il risus paschalis; il capo è già venuto alla luce e il corpo segue. E anche il travaglio che c’è nella storia, il travaglio del parto per la nascita del Cristo totale.
Vorrei dire due parole sulla resurrezione. Prima una parola che lascio lì in sospeso e che poi terrete presente. La parola che
voglio lasciare in sospeso è la parola che dice Gesù: Gioite, rallegratevi! Cioè il segno che Cristo è risorto, il segno che l’abbiamo incontrato è la gioia, la gioia che trasforma la vita. Vuol dire aver trovato ciò che si cerca. Ed è proprio di Dio dare gioia e dove c’è Dio c’è gioia, e dove non c’è gioia Dio è assente per un motivo o per l’altro e da vedere perché; è il distintivo di Dio la gioia. In tutta la tradizione spirituale la gioia è il segno della sua presenza.
Poi qualcosa sulla resurrezione. Che cos’è la resurrezione? Non è da confondere la resurrezione con l’immortalità dell’anima. Se l’anima è immortale non ha bisogno di risorgere. La risurrezione non riguarda l’anima, riguarda il corpo, che a noi interessa tanto: è la resurrezione del corpo. E per resurrezione del corpo si intende non una semplice rianimazione di cadavere, come Lazzaro che era morto è risuscitato e poi è morto ancora. Si tratta di un ritorno non alla vita precedente, ma a uno stadio di vita che sia la pienezza di vita. Cosa vuol dire? Vuol dire tornare alla vita il corpo, col corpo, in una condizione totalmente nuova che è la condizione tipica del Figlio di Dio, che ha lo Spirito di Dio, ha alla vita di Dio.
Voi sapete che la stessa materia può avere varie forme, varie strutture e varie forme di vita. Può essere un minerale, assimilato dall’erba diventa vegetale; la stessa materia diventa vegetale, vita vegetale. Mangiato dalla mucca diventa vita animale; mangiata dall’uomo diventa vita umana. Quindi la stessa materia è diversa, ha vita diversa secondo il principio che la informa. Così il nostro corpo risorto sarà informato, sarà vivificato dalla nostra realtà profonda che è il nostro essere figli di Dio, dallo Spirito stesso di Dio. Quindi avremo la vita stessa di Dio nel corpo. Cosa sia? Ne abbiamo delle intuizioni attraverso le descrizioni che i vangeli fanno del Cristo risorto. C’è un corpo che risponde pienamente allo Spirito, un corpo che è luce, un corpo che è potenza, un corpo che non conosce più la morte, un corpo che risponde pienamente allo Spirito.
Lasciando da parte tutte le speculazioni sul corpo, Paolo preferisce definire la resurrezione dicendo: saremo sempre con lui, col Signore, cioè la resurrezione è definita attraverso il complemento di compagnia, saremo sempre col Signore della vita. La compagnia determina il tuo tipo di vita: tra amici o si è simili o si diventa simili, quindi saremo trasformati nel Figlio.
Tutta la creazione stessa attraverso l’uomo, la nostra libertà verrà ricondotta al suo principio che è la vita e la luce, è la pienezza di felicità di Dio. Quindi per resurrezione s’intende questo, che è il desiderio fondamentale dell’uomo, una pienezza di vita senza limiti, senza ombra di morte, né di tristezza.
di Paolo Curtaz
Questa giornata è tutta giocata sul filo dell’incomprensione… Le donne pensano di andare ad imbalsamare un cadavere e trovano una tomba vuota, gli apostoli, maschilisti come conviene all’epoca, non credono alla testimonianza emotiva delle donne, il sinedrio si trova davanti alla scomparsa del Nazareno e inventa un clamoroso depistaggio… Sembrano essere proprio la menzogna e la favola i temi che ritroviamo nelle reazioni di tutti alla notizia della scomparsa del Signore! E ancora oggi è così! Molti, semplicemente, pensano a Gesù come ad un personaggio mitologico e al racconto della resurrezione come ad una pia favoletta edificante. Altri immaginano complotti (in qualche modo c’entra il Vaticano, sicuramente!) e formulano ipotesi fantasiose sullo svolgimento dei fatti. Dobbiamo arrenderci all’evidenza: se la vita e la missione di Gesù, la sua passione, morte e resurrezione sono eventi storici, realmente accaduti, accogliere la testimonianza di chi li ha vissuti ci porta nella dimensione della fede. Ed è proprio su quella tomba vuota che si fonda tutta la nostra fede cattolica!
Meditazione di Papa Francesco
“Scegliere l’annuncio per non cadere nei nostri sepolcri”
Il Vangelo di oggi ci presenta un’opzione, un’opzione di tutti i giorni, un’opzione umana ma che regge da quel giorno: l’opzione tra la gioia, la speranza della resurrezione di Gesù, e la nostalgia del sepolcro.
Le donne vanno avanti a portare l’annuncio (cf. Mt 28,8): sempre Dio incomincia con le donne, sempre. Aprono strade. Non dubitano: sanno; lo hanno visto, lo hanno toccato. Hanno anche visto il sepolcro vuoto. È vero che i discepoli non potevano crederlo e hanno detto: “Ma queste donne forse sono un po’ troppo fantasiose” … non so, avevano i loro dubbi. Ma loro erano sicure e loro alla fine hanno portato avanti questa strada fino al giorno d’oggi: Gesù è risorto, è vivo tra noi (cf. Mt 28, 9-10). E poi c’è l’altro: è meglio non vivere, con il sepolcro vuoto. Tanti problemi ci porterà, questo sepolcro vuoto. E la decisione di nascondere il fatto. È come sempre: quando non serviamo Dio, il Signore, serviamo l’altro dio, il denaro. Ricordiamo quello che Gesù ha detto: sono due signori, il Signore Dio e il signore denaro. Non si può servire ambedue. E per uscire da questa evidenza, da questa realtà, i sacerdoti, i dottori della Legge hanno scelto l’altra strada, quella che offriva loro il dio denaro e hanno pagato: hanno pagato il silenzio (cf. Mt 28, 12-13). Il silenzio dei testimoni. Una delle guardie aveva confessato, appena morto Gesù: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,39). Questi poveretti non capiscono, hanno paura perché ne va della vita … e sono andati dai sacerdoti, dai dottori della Legge. E loro hanno pagato: hanno pagato il silenzio, e questo, cari fratelli e sorelle, non è una tangente: questa è corruzione pura, corruzione allo stato puro. Se tu non confessi Gesù Cristo il Signore, pensa perché: dove c’è il sigillo del tuo sepolcro, dove c’è la corruzione. È vero che tanta gente non confessa Gesù perché non lo conosce, perché noi non lo abbiamo annunciato con coerenza e questo è colpa nostra. Ma quando davanti alle evidenze si prende questa strada, è la strada del diavolo, è la strada della corruzione. Si paga e stai zitto.
Anche oggi, davanti alla prossima – speriamo che sia presto – prossima fine di questa pandemia, c’è la stessa opzione: o la nostra scommessa sarà per la vita, per la resurrezione dei popoli o sarà per il dio denaro: tornare al sepolcro della fame, della schiavitù, delle guerre, delle fabbriche delle armi, dei bambini senza educazione … lì c’è il sepolcro.
Il Signore, sia nella nostra vita personale sia nella nostra vita sociale, sempre ci aiuti a scegliere l’annuncio: l’annuncio che è orizzonte, è aperto, sempre; ci porti a scegliere il bene della gente. E mai cadere nel sepolcro del dio denaro.
Lunedì 13 aprile 2020