IL MISTERO PASQUALE E I GOLGOTA DEL NOSTRO TEMPO
Parte 2
P. Carmelo Casile

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3. LA MAPPA DEI TESTIMONI DEL XX SECOLO1

In quest’itinerario di liberazione personale e di dono di sé per gli altri siamo accompagnati, fin dalle origine della vita cristiana, da un nugolo di testimoni. Per animarci a vivere con intensità e generosità il Triduo Pasquale di quest’anno, oltre Oscar Romero e Comboni già ricordati per scoprire il senso del Mistero Pasquale, fissiamo lo sguardo sui testimoni più vicini a noi nel tempo, cioè quelli del XX secolo.

LE CATEGORIE
CONDIZIONE ECCLESIALENUOVI MARTIRI
Laici12.351
Clero diocesano2 e seminaristi5.343
Religiosi4.872
Vescovi3126
Totale12.692

1Sotto la dicitura “laici” si riuniscono i dati relativi a catecumeni, laici, catechisti.
2Sotto la dicitura “clero diocesano” si riuniscono i dati relativi a sacerdoti e diaconi
3Sotto la dicitura “vescovi” si riuniscono i dati relativi a vescovi, arcivescovi e cardinali.

I CONTINENTI
AREA GEOGRAFICANUOVI MARTIRI
Africa746
Asia1.706
Europa8.670
Americhe333
Oceania126
Ex-Unione Sovietica1.111
Totale12.692

a) La commissione

L’elenco dei testimoni della fede del XX secolo è stato redatto da un’apposita Commissione, istituita nell’ambito del Comitato centrale per il giubileo sulla scorta di quanto scritto dal Papa nelle lettera apostolica “Tertio Millennio Adveniente”. Questo gruppo di lavoro, composto da dieci esperti e presieduto dall’esarca degli ucraini di rito bizantino in Francia Michel Hrynchyshyn, ha esaminato tutti i documenti inviati da conferenze episcopali, singole diocesi e comunità religiose. Da questo lavoro è scaturito un elenco di oltre dodici mila nomi, catalogato a seconda del contesto sociale, religioso e politico di appartenenza.

b) I Golgota del nostro tempo

Abbraccia situazioni diverse l’elenco dei testimoni della fede. Ci sono le vittime dei gulag sovietici, dei regimi dell’Est Europa e dell’Albania, dei lager nazisti e del fascismo, della guerra di Spagna. Altri grandi capitoli riguardano l’Asia, con la Cina e il Sud Est asiatico in particolare, il genocidio degli Armeni, le persecuzioni islamiche. L’Africa compare con i morti degli anni dell’indipendenza e quelli di Ruanda e Burundi. Per l’America Latina ci sono i cristiani uccisi in Messico come le vittime della lotta per la giustizia. Infine vanno segnalati i cristiani caduti sotto i colpi di mafie e terrorismo e quelli che hanno dato la vita per la carità.

c) Alcuni nomi significativi

Come detto la lista dei nomi non è stata diffusa dalla Commissione. Da alcune iniziative editoriali realizzati sulla base dei documenti raccolti si sa, però, che tra le figure segnalate, accanto a centinaia di personaggi poco conosciuti, ci sono anche nomi illustri: padre Massimiliano Kolbe, Dietrich Bohöffer, padre Aleksandr Men’, il cardinale Ocampo, i vescovi latino-americani Oscar Arnulfo Romero e Juan Gerardi, Jerzy Popieluszko, i monaci trappisti di Tibherine, solo per fare alcuni esempi. Tra gli italiani non mancano le figure che hanno donato la vita in tempi recenti; sono citati don Giuseppe Puglisi e don Giuseppe Diana, i magistrati uccisi dalla mafia Paolo Borsellino Rosario Livatino e Aldo Moro, come figura eminente di politico cattolico. Ma troviamo anche le sei suore Poverelle di Bergamo, morte missionarie in Congo per rimanere accanto alla loro gente colpita dal virus Ebola. E poi don Isidoro Meschi e don Renzo Beretta, sacerdoti lombardi entrambi uccisi per il loro servizio di prossimità verso i fratelli più deboli. L’uccisione di don Santoro è un fatto della cronaca recente.

d) Consacrati e non, insieme

Non solo sacerdoti o consacrati: è il popolo di Dio in tutta la varietà delle sue espressioni ad essere rappresentato nell’elenco dei testimoni della fede del XX secolo. Nella documentazione raccolta dalla Commissione vaticana durante il ‘900 hanno dato la vita per il vangelo 126 tra vescovi, arcivescovi e cardinali. Per i religiosi, tra consacrati di congregazioni maschili e femminili, si arriva a quota 4.872. Ancora più folto il gruppo rappresentato da sacerdoti, diaconi e seminaristi: ad avere pagato con la morte la scelta di giocare la propria vita nel ministero sacerdotale sono stati in 5.343. Ma è folto anche il gruppo dei laici: la statistica della Commissione parla di 2.351 nuovi martiri di questa categoria dei fedeli, che comprende anche i catecumeni e i catechisti. Va però aggiunto che quest’ultimo gruppo è quello che più d’ogni altro si ritiene stimato per difetto: probabilmente, infatti, sono stati molti i laici che hanno accettato la morte in nome del Vangelo senza che ne sia rimasta notizia.

3.1 Il drammatico orizzonte del XXI secolo

L’orizzonte del XXI secolo, all’inizio del Terzo Millennio, si presenta drammaticamente segnato da vari fronti martiriali. Meritano particolare attenzione:

a) L’ecatombe silenziosa degli aborti

In Europa, includendo anche i Paesi europei al di fuori dell’UE, sono quasi 3 milioni all’anno. In Europa l’aborto è la principale causa di mortalità e precede il cancro, l’infarto, e gli incidenti stradali. Responsabile di questa ecatombe è la crisi di valori.

b) Le violenze sessuali subite dai bambini2

Ogni anno 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sono vittime di violenza sessuale, mentre altri 400 milioni sono testimoni di violenza domestica: è il quadro drammatico che emerge da uno studio delle Nazioni Unite e rispecchia in tutta la sua gravità un fenomeno planetario, che è stato al centro di una speciale sessione di lavoro del Consiglio dei diritti umani, riunito in assemblea plenaria a Ginevra.

Purtroppo, secondo gli esperti dell’ONU, i più piccoli non sono al riparo da violenze nemmeno a casa, a scuola o nei centri sanitari, dove rischiano di essere sfruttati, venduti e abusati, a volte obbligati a contrarre matrimonio forzato e in giovane età.

Per completare questo orribile quadro, si devono aggiungere purtroppo casi di abusi sessuali nei confronti di minori compiuti da ecclesiastici, che in nove anni hanno fatto registrare 300 casi di pedofilia.

c) La persecuzione dei cristiani e il rifiuto del cristianesimo: la “cristianofobia”

Il termine “cristianofobia” è entrato nelle risoluzioni delle Nazioni Unite circa un anno e mezzo fa all’interno della triade: “islamofobia, cristianofobia, antisemitismo”, e da allora ha fatto un certo cammino. Attualmente in una sezione dell’ONU, la commissione per i diritti umani, è in corso una indagine sulla intolleranza nel mondo, e l’indagine riguarda anche la cristianofobia.

Con questo termine si intendono due ordini di fatti: il primo è quello che si riferisce alle persecuzioni; il secondo si riferisce al fenomeno dell’offensiva laicista e secolarista, che si manifesta in vari modi, quando il laicismo invece di essere «quell’elemento di neutralità che apre spazi di libertà per tutti, comincia a trasformarsi in una ideologia che si impone tramite la politica e non concede spazio pubblico alla visione cattolica e cristiana, la quale rischia così di diventare una cosa puramente privata e in fondo mutilata».

La “cristianofobia” in quanto persecuzione in atto di cristiani è oggetto di un libro uscito in Francia e pubblicato in Italia nel febbraio 2010 da Lindau dal titolo “Cristianofobia. La nuova persecuzione”.

Secondo René Guitton, autore del libro e membro del comitato di esperti dell’Alleanza delle civiltà delle Nazioni Unite, il fenomeno della nuova persecuzione dei cristiani è uno dei drammi del XXI secolo. In effetti, secondo le stime di International christian concern, una ong americana tra le più impegnate nella difesa della libertà religiosa dei cristiani, sono duecento milioni le persone che vengono perseguitati per la propria fede.

Sono passati quasi due mila anni da quando fu crocifisso a Gerusalemme Gesù di Nazaret, perché proclamava di essere il Figlio di Dio, Salvatore del mondo. Nel corso della storia i suoi seguaci, i cristiani, sono stati spesso perseguitati e massacrati.

Si pensava che l’avanzare della civiltà avrebbe cancellato i fenomeni di persecuzione religiosa, invece in questo inizio di terzo millennio sono ancora tantissimi i luoghi dove la cristianofobia offende, discrimina, uccide.

  • In Medio Oriente, le crescenti persecuzioni spingono i cristiani a fuggire dalle terre dove il cristianesimo è nato.
  • Nel Maghreb, nell’Africa subsahariana e perfino in Estremo Oriente sono ridotti al silenzio e assassinati a migliaia.
  • Il saccheggio di chiese e abitazioni e la profanazione di cimiteri sono all’ordine del giorno, così come crocifissioni, roghi di persone vive, mutilazioni, decapitazioni a colpi di accetta.

Tutto ciò accade nel silenzio della comunità internazionale, dimentica del fatto che “la libertà di pensiero, di coscienza e di religione” è sancita dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo.

Sono almeno mille i missionari uccisi dal 1980 al 20113

Nel contesto della persecuzione dei cristiani, l’Agenzia Fides, secondo i dati in suo possesso, ci informa che sono almeno mille i missionari uccisi dal 1980 al 2011.

In effetti, nel decennio 1980-1989 hanno perso la vita in modo violento 115 missionari. Tale cifra però è senza dubbio in difetto poiché si riferisce solo ai casi accertati e di cui si è avuta notizia.

Il quadro riassuntivo degli anni 1990-2000 presenta un totale di 604 missionari uccisi. Il numero risulta sensibilmente più elevato rispetto al decennio precedente, tuttavia devono essere anche considerati i seguenti fattori: il genocidio del Rwanda (1994) che ha provocato almeno 248 vittime tra il personale ecclesiastico; la maggiore velocità dei mass media nel diffondere le notizie anche dai luoghi più sperduti; il conteggio che non riguarda più solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutto il personale ecclesiastico ucciso in modo violento o che ha sacrificato la vita consapevole del rischio che correva, pur di non abbandonare le persone che gli erano affidate.

Negli anni 2001-2010 il totale degli operatori pastorali uccisi è stato di 255 persone.

Nell’anno 2011 sono stati uccisi 26 operatori pastorali, uno in più rispetto all’anno precedente: 18 sacerdoti, 4 religiose, 4 laici.

Per il terzo anno consecutivo, con un numero estremamente elevato di operatori pastorali uccisi, figura al primo posto l’AMERICA, bagnata dal sangue di 13 sacerdoti e 2 laici. Segue l’AFRICA, dove sono stati uccisi 6 operatori pastorali: 2 sacerdoti, 3 religiose, 1 laico. Quindi l’ASIA, dove hanno trovato la morte 2 sacerdoti, 1 religiosa, 1 laico. Infine in EUROPA è stato ucciso un sacerdote.

3.2 Persecuzioni e cristianofobia nel 20214

Dal rapporto annuale di Open Doors International, pubblicato il 19 gennaio 2022 e da altre fonti come la nota dell’Agenzia Fides sui missionari uccisi (30 dicembre 2021) e il rapporto dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), reso noto a novembre 2021, appare chiaro che tutti gli indicatori della persecuzione dei cristiani nel mondo hanno visto un peggioramento nel 2021 rispetto all’anno precedente.

a) 360 milioni di cristiani perseguitati

Infatti, i cristiani perseguitati e discriminati a causa della loro fede, sono passati da 340 a 360 milioni, i cristiani uccisi da 4.761 a 5.898. Vengono uccisi per la loro fede 16 cristiani al giorno.

Dei 50 paesi più interessati dalle persecuzioni, gli 11 paesi più pericolosi per i cristiani sono: Afghanistan, Corea del Nord, Somalia, Libia, Yemen, Eritrea, Nigeria, Pakistan, Iran, India, Arabia Saudita.

Nove di essi sono di tradizione islamica o attraversati da forze fondamentaliste, a conferma del prevalere del fondamentalismo radicale come vettore principale. A ulteriore verifica vi è il sorpasso dell’Afghanistan sulla Corea del Nord che da vent’anni apriva la lugubre gerarchia.

La vittoria talebana ha ridato fiato e coraggio al fondamentalismo islamico nel mondo, così che l’estremismo islamico è all’opera in 38 paesi sui 50 più interessati dalle persecuzioni, riflettendosi subito nelle operazioni guerrigliere in Nigeria, Mali, Burkina Faso e Niger.

Dei 7 paesi dell’Africa in cui la violenza anticristiana è più diffusa, il primato spetta alla Nigeria, con 4.650 morti seguita da: Tanzania, Camerun, Repubblica Centrafricana, Mozambico, Burkina Faso e Repubblica democratica del Congo.

Come strumento di oppressione è utilizzato anche il Covid che ha fatto aumentare, in alcuni Paesi, le restrizioni nei confronti della comunità cristiana lì dove è minoranza.

Cresce poi il fenomeno di una Chiesa «profuga»: è in crescita infatti il numero dei cristiani sfollati e rifugiati, soprattutto costretti a fuggire dalla violenza islamista. In alcune regioni dell’Africa sub sahariana i cristiani sono quasi del tutto spariti. Particolarmente colpite sono le comunità del Sahel africano.

Anche se la violenza attira maggiormente l’attenzione, la pressione spietata, fatta di vessazioni quotidiane, affrontata dalle comunità cristiane, è altrettanto devastante: anch’essa è in costante aumento. Questa pressione si esprime in una miriade di forme, sia velate che palesi: discriminazione sul lavoro, pressioni per rinunciare alla propria fede da parte dei membri della famiglia, essere gli ultimi della fila per gli aiuti e le medicine (in particolare durante il Covid), una burocrazia che impedisce l’autorizzazione delle chiese,ecc.

C’è infine il problema legato agli stupri e ai matrimoni forzati delle donne appartenenti alla comunità cristiana dove è piccola minoranza, come in Pakistan.

La violenza colpisce anche gli edifici religiosi. Nel 2021 sono state attaccate, distrutte o comunque chiuse 5.110 chiese e strutture ad esse collegate, il 13% in più rispetto al 2020: 3.000 nella sola Cina, seguita dalla Nigeria, 470, dal Bangladesh, 200, dal Pakistan, 183, e dal Qatar, 100.

b) 22 i missionari uccisi

Secondo i dati raccolti dalla Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre e dall’Agenzia Fides, tra i cristiani uccisi nel 2021 ci sono 22 missionari.

Questo numero non indica solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma include tutti i cristiani cattolici impegnati in qualche modo nell’attività pastorale, morti in modo violento, anche se non espressamente “in odio alla fede”.

Tra di essi si contano: 13 sacerdoti, 1 religioso, 2 religiose, 6 laici. 11 sono morti in Africa, 7 nei continenti americani, 3 in Asia, 1 in Europa. Sono tutti testimoni, con la loro vita, della fede e dell’amore per i poveri.

Il numero più elevato di morti si registra in Africa, dove sono stati uccisi 11 missionari (7 sacerdoti, 2 religiose, 2 laici), cui segue l’America, con 7 missionari uccisi (4 sacerdoti, 1 religioso, 2 laici) quindi l’Asia, dove sono stati uccisi 3 missionari (1 sacerdote, 2 laici), e l’Europa, dove è stato ucciso 1 sacerdote. Sono due di più dell’anno scorso.

Negli ultimi anni sono l’Africa e l’America ad alternarsi al primo posto di questa tragica classifica.

c) Laicismo europeo e cristianofobia in Europa

La cristianofobia, cioè l’odio nei confronti del Cristianesimo, sta raggiungendo livelli preoccupanti anche in Europa. Ma, mentre in Oriente essa si esprime nel tentativo di soffocare il cristianesimo nel sangue, in Occidente si cerca di estirparne le radici attraverso una persecuzione culturale, psicologica e morale. L’ordine naturale e cristiano è violato dalle leggi e dai costumi e coloro che si levano per difenderlo vengono perseguitati sul piano mediatico e giudiziario, giungendo talvolta all’aggressione fisica. Per raggiungere lo scopo vengono usati gli strumenti sofisticati delle nuove tecnologie mediatiche.

Questa situazione, creatasi in Europa, è frutto del pensiero laicista, sviluppatosi a partire dal 190 secolo, che tende ad affermare e valorizzare l’indipendenza della società civile e politica da ogni forma di condizionamento o ingerenza da parte della Chiesa; è frutto del laicismo pronto a mettere in discussione tutto, tranne il proprio approccio laico e «chi commette il sacrilegio di non pensarla come loro è regolarmente denunciato come un novello inquisitore» [Guitton].

Secondo i dati dell’OIDAC (= Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa), che lavora in stretta collaborazione conl’OSCE (= Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), e che informa di anno in anno sui crimini contro le minoranze: «nell’Europa di oggi non solo è fuori moda vivere la fede cristiana con convinzione, ma tale scelta può anche portare a gravi violazioni della libertà personale in importanti ambiti della vita come il lavoro e la formazione».

In questo contesto, dal 2019 al 2020 si calcola che i crimini di odio a causa dell’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa si sono incrementati del 70% , passando in un solo anno da 578 a 981 i crimini d’odio contro cristiani ed edifici cristiani.

Davanti a tale situazione, anche se non si può parlare di una persecuzione anticristiana in senso stretto, si può affermare che in Europa sono in atto forti tendenze “cristianofobiche”.

Un segno in tal senso è stato il documento di dicembre scorso (2021) sul “linguaggio” da praticare: meglio non usare il termine Natale e i nomi della tradizione cristiana. Si tratta di un documento emanato dalla burocrazia dell’Unione Europea e subito rientrato per decisione politica, ma che mostra chiaramente che nell’Europa di oggi i cristiani devono combattere con forza per poter mantenere la loro identità religiosa e la loro presenza nella sfera pubblica.

3.3 Lo stato del pianeta

In fine, per avere una visione completa della situazione nell’Europa di oggi, c’è da tener presente che la cristianofobia non è non è l’unica piaga che l’affligge. Infatti, stando ai dati dell’ultimo anno, dei 7.000 crimini contro le minoranze, quelli contro i cristiani sono un migliaio, oltre 2.000 sono di taglio antisemita, 1.200 sull’inclinazione sessuale dei singoli, 2.300 di stampo razzista, 300 contro i musulmani, 80 contro Rom e Sinti ecc.

Inoltre bisogna tener in conto che deve sempre essere aggiunta la lunga lista dei tanti crimini contro le minoranze di cui forse non si avrà mai notizia e quindi anche dei tanti cristiani che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano con la vita la loro fede in Cristo, rimando nell’anonimato e allargando, secondo l’espressione di san Giovanni Paolo II, la “nube dei militi ignoti della grande causa di Dio”,

4. ATTEGGIAMENTI “PASQUALI” CHE DANNO VITA NUOVA AL MONDO

La contemplazione e la partecipazione al Mistero Pasquale introducono il cristiano nella comprensione del progetto di Dio sull’umanità. Questa comprensione dà alla coscienza cristiana una dimensione cattolica (= aperta al mondo intero), che diviene nel cristiano una spinta all’azione per l’avvento del Regno di Dio: Regno che è “Vita eterna” già in questo mondo, e proprio per questo è anche affermazione di questo mondo, per mezzo dell’impegno umano in comunione con il Crocifisso-Risorto. Dalla contemplazione e dalla partecipazione al Mistero Pasquale, nascono gli uomini e le donne nuovi per un mondo nuovo.

Se il peccato consiste nel volere essere un super-uomo o donna, allo stesso modo consiste nel lasciare da parte la forza che proviene dal dinamismo della fede nel Crocifisso-Risorto e accettare di essere meno di un uomo, scaricando la propria responsabilità su Dio stesso, gli altri ed i condizionamenti storici, ecc. La grande forza che cambia il mondo risiede nell’«uomo interiore», nel cuore di ciascuno di noi, nel nostro cuore vivificato dalla fede in Dio che ha risuscitato Cristo. Questa fede è un’energia divina, che opera la conversione evangelica della vita; e di conseguenza diviene un fermento di azione, che fa del cristiano un militante convinto, aspettando secondo la promessa di Dio «nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (2Pt 3, 13) finché «Dio sia tutto in tutti» (1Cor 15, 28).

Nella misura in cui Cristo Signore diventa il Capo e il modello del «nuovo e universale popolo di Dio» (LG 13), costituito dalla comunità-chiesa e potenzialmente aperto all’umanità intera (GS 22), vengono assunti criteri di vita e di azione che possiamo chiamare “pasquali”, perché nascono dalla comprensione del Mistero Pasquale, che conquista il cuore del cristiano, facendolo esclamare: «Mi amò e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20); di conseguenza: «Io lo amo e mi dono ai fratelli, irradiando su di essi la sua bontà verso di me» (Cfr Fil 2, 17; 2Tim 4,6).

Vivere nel dinamismo del Mistero Pasquale, è sintonizzarsi con la logica dell’amore di Gesù, un amore “fino alla fine” che si prolunga nella Chiesa. È saper trasformare ogni situazione, per quanto difficile e penosa, in una nuova possibilità di amare e di evangelizzare.

Tra i criteri “pasquali” di vita e d’azione possiamo segnalare:

a) L’adesione fiduciosa e fattiva al Mistero della Croce

«La croce non ci è tolta, anzi, nello Spirito di Gesù, l’Agnello, siamo chiamati a portare il peso del peccato del mondo (cfr. Gv 1,29) e cioè a combatterlo e ad eliminarlo. Ma quanto più la nostra associazione al Cuore che soffre si fa intima, tanto più percepiamo che la vittoria sul male non è un’utopia, ma una verità in fase di realizzazione. Non pensiamo più al cielo, al paradiso, come a un miraggio lontano e favoloso, ma ci rendiamo conto che la Gerusalemme celeste tanto più si avvicina quanto più lasciamo che il Dio-con-noi ci racchiuda nel suo Cuore.

Egli tergerà ogni lacrima dai loro occhi, non ci sarà più morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate. E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,4-5)».

b) Qualcuno una volta ha detto:
– Lavora come se non avessi bisogno dei soldi.
– Ama come se nessuno ti abbia mai fatto soffrire.
– Balla come se nessuno ti stesse guardando.
– Canta come se nessuno ti stesse sentendo.
– Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra.
(Cfr. 1Cor 7, 29-31).
c) L’uomo si distrugge:
– con la politica senza principi,
– con la ricchezza senza lavoro,
– con la sapienza senza carattere,
– con gli affari senza morale,
– con la scienza senza umanità,
– con la religione senza fede,
– con l’amore senza sacrificio
(Gandhi).
d) Perché s’instauri l’Ordine Nuovo, occorre che emerga5
– il carattere sacerdotale della politica;
– il carattere profetico della scienza;
– il carattere filantropico dell’economia;
– il carattere sacramentale dell’amore;
– il carattere epifanico del creato.
e) Verso una “Nuova Pentecoste”
(Giovanni XXIII)
Senza lo Spirito santo6:
– Dio è lontano;
– il Cristo resta nel passato;
– il Vangelo è lettera morta;
– la Chiesa una semplice organizzazione;
– l’autorità una dominazione;
– la missione una propaganda;
– il culto un’evocazione;
– l’agire cristiano una morale da schiavi.


Ma con lo Spirito santo:
– il cosmo è sollevato e geme nel parto del Regno;
– l’uomo lotta contro la carne;
– il Cristo è presente;
– il Vangelo è potenza di vita;
– la Chiesa segno di comunione trinitaria;
– l’autorità servizio liberatore;
– la missione una Pentecoste;
– la liturgia memoriale e anticipazione;
– l’agire umano è divinizzato.

P. Carmelo Casile
Casavatore, Marzo 2012 / Febbraio 2022

1 Note provenienti dalla Casa di ritiri spirituali di Eupilio (Como).
2Cf Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana, Anno LIV no. 71, 12 /03/ 2010
3 Cf Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana del 30.12.2011 e del 21.03 2012
4 Cf Persecuzioni e cristianofobia, di Lorenzo Prezzi, in SETTIMANA NEWS, 21 gennaio 2022
5 Pensieri di Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, in Tempi dello Spirito 2006/167, p. 37
6 Pensieri di Ignazio di Latatela, all’Assemblea mondiale delle Chiese del 1968