8 Marzo
Giovanni di Dio.
La pazzia di vivere accanto ai sofferenti  


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Pensavano che fosse pazzo e, anche se di fatto non lo era, la sua fu di certo la più grande delle pazzie agli occhi del mondo: offrire l’intera propria vita per chi soffre e vive “ai margini”. Sta qui il cuore dell’avventura del soldato di ventura che fu san Giovanni di Dio, al secolo Giovanni Ciudad, fondatore dei Fratelli Ospedalieri, conosciuti come Fatebenefratelli. Nato nei pressi di Lisbona nel 1495 a otto anni fuggì di casa e arrivò in Spagna dove lavorò come pastore e contadino fino a 27 anni. Si decise quindi per la carriera militare, che poi abbandonò. A Granada aprì una libreria ma il 20 gennaio 1539, ascoltando un sermone del predicatore Giovanni D’Avila, decise di lasciare tutto e si mise a predicare per le strade. Chiuso in manicomio venne a contatto con il mondo della malattia, trovando così la propria vocazione autentica. Morì nel 1550.
Altri santi. San Ponzio di Cartagine, diacono (III sec.); san Probino di Como, vescovo (IV-V sec.)

Matteo Liut
Avvenire

Dalle «Lettere» di san Giovanni di Dio
Cristo é fedele e a tutto provvede

Se guardassimo alla misericordia di Dio, non cesseremo mai di fare il bene tutte le volte che se ne offre la possibilità. Infatti quando, per amor di Dio, passiamo ai poveri ciò che egli stesso ha dato a noi, ci promette il centuplo nella beatitudine eterna. O felice guadagno, o beato acquisto! Chi non donerà a quest’ottimo mercante ciò che possiede, quando cura il nostro interesse e ci supplica a braccia aperte di convertirci a lui e di piangere i nostri peccati e di metterci al servizio della carità, prima verso di noi e poi verso il prossimo? Infatti come l’acqua estingue il fuoco, così la carità cancella il peccato (cfr. Sir 3, 29).
Vengono qui tanti poveri, che io molto spesso mi meraviglio in che modo possano esser mentenuti. Ma Gesù Cristo provvede a tutto e tutti sfama. Molti poveri vengono nella casa di Dio, perché la città di Granada é grande e freddissima, soprattutto ora che é inverno. Abitano ora in questa casa oltre centodieci persone: malati, sani, poveri, pellegrini. Dato che questa é la casa generale, accoglie malati di ogni genere e condizione: rattrappiti nelle membra, storpi lebbrosi, muti, dementi, paralitici, tignosi, stremati dalla vecchiaia, molti fanciulli e inoltre innumerevoli pellegrini e viandanti, che giungono qui e trovano fuoco, acqua, sale e recipienti in cui cuocere i cibi. Non esistono stanziamenti pecuniari per tutti costoro, ma Cristo provvede.
Perciò lavoro con denaro altrui e sono prigioniero per onore di Gesù Cristo. Sono così oppresso dai debiti, che spesso non oso uscire di casa a motivo dei creditori ai quali devo rispondere. D’altra parte vi sono tanti poveri fratelli, mio prossimo, provati oltre ogni possibilità umana, sia nell’anima che nel corpo, che io sento grandissima amarezza di non poter soccorrere. Confido tuttavia in Cristo che conosce il mio cuore. Perciò dico: Maledetto l’uomo che confida negli uomini e non confida in Cristo. Volente o nolente, gli uomini ti lasceranno. Cristo invece é fedele e immutabile. Cristo veramente provvede a tutto. A lui rendiamo sempre grazie. Amen.