Mi sembra che qualche cosa mi dica di partire [con i genitori verso New York]. Poiché sono perfettamente sicura che non è un’esigenza della mia sensibilità, mi ci abbandono. Spero che questo abbandono, anche se mi inganno, mi condurrà finalmente a buon porto. Quel che io chiamo buon porto, lo sapete, è la croce. Se non potrà essermi concesso di meritare di condividere un giorno la croce di Cristo, spero mi sia data almeno quella del buon ladrone. Fra tutti coloro di cui si parla nel Vangelo, al di fuori di Cristo, il buon ladrone è quello che invidio di più. Essersi trovato al fianco di Cristo, nella sua stessa situazione, durante la crocifissione, mi sembra privilegio molto più invidiabile dell’essergli stato alla destra nella sua gloria…
Una volta partita, mi pare poco probabile che le circostanze mi permettano un giorno di rivedervi. In quanto ad eventuali incontri in un’altra vita, voi sapete che non mi immagino così le cose. Ma poco importa: basta alla mia amicizia che voi esistiate. Non potrò impedirmi di pensare con viva angoscia a tutti coloro che avrò lasciato in Francia, e a voi in particolar modo. Ma anche questo è senza importanza. Credo che voi siate uno di quelli cui non può accadere alcun male, qualunque cosa succeda. La distanza non impedirà al mio debito verso di voi di accrescersi di giorno in giorno, poiché non mi impedirà di pensare a voi. Ed è impossibile pensare a voi senza pensare a Dio. Vi prego di credere alla mia fiale amicizia. SIMONE WEIL
Dalla terza lettera a P. Perrin

Per l’Avvento vi propongo un itinerario (non tracciato) di ricerca di Dio con Simone Weil (1909-1943). Nata a Parigi da genitori ebrei non praticanti e educata nell’agnosticismo, è stata una appassionata ricercatrice della verità: “il bisogno di verità è il più sacro di tutti”. Malgrado la sua breve esistenza (è morta a Londra a 34 anni), si tratta di una straordinaria figura poliedrica, militante politica e sindacale, combattente per la giustizia, filosofa, scrittrice e mistica. Alcuni la ritengono il maggior filosofo del Novecento, ma fu emarginata perché filosofa fuori coro. La sua sete di verità la portò a un cammino di ricerca della fede cristiana e ad una esperienza religiosa e mistica, tale da essere definita “l’intelligenza della santità”. Questa dimensione mistica è una chiave privilegiata di lettura della sua opera. Ma tuttavia una cristiana e mistica atipica che preferì non essere battezzata e rimanere sulla soglia della Chiesa.
Ecco alcuni testi estratti da: Simone Weil ATTESA DI DIO