“Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9,50)
Una parola, un granello di sale al giorno per dare sapore alla tua giornata.

15. Temiamo che l’occhio ipocrita non sia troppo aperto.
Perciò Dio deve riservare a se stesso il riconoscimento e la considerazione della nostra umiltà e occultarla al nostro sguardo, lasciandoci in modeste condizioni ed esercitandoci in esse, affinché dimentichiamo la considerazione di noi stessi. Per questo risultato servono molti dolori, la morte e ogni specie di guai sulla terra; in questo modo noi possiamo togliere l’occhio offuscato e sopportare molte fatiche e tribolazioni.
Ora comprendiamo chiaramente per mezzo di questa parola humilitas che la vergine Maria è stata una fanciulla disprezzata, povera, di umile condizione, che ha servito il Signore senza rendersi conto che la sua umile condizione era tenuta in tanta considerazione da Lui. In tal modo troviamo la nostra consolazione nel fatto che, per quanto abbassati e disprezzati, non ci scoraggiamo come se Dio fosse irato contro di noi, ma piuttosto speriamo nella sua grazia; temiamo soltanto di non vivere abbastanza volonterosamente e con gioia in questo abbassamento, temiamo che l’occhio ipocrita non sia troppo aperto e ci inganni cercando segretamente cose alte e il compiacimento di noi stessi, distruggendo in tal modo l’umiltà. (…)
dal Commento al Magnificat di Martin Luther, in italiano Martin Lutero (1483 1546), teologo tedesco e iniziatore della riforma protestante. Il suo Commento al Magnificat, scritto nel 1520, è particolarmente noto ed ha subito delle riletture dopo il Concilio Vaticano II. Oltre il suo interesse mariologico, l’opera testimonia l’intensa spiritualità di Lutero e il suo modo radicalmente nuovo di fare teologia.