“Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9,50)
Una parola, un granello di sale al giorno per dare sapore alla tua giornata.
2. Quanto più uno si trova in basso, tanto meglio Dio lo vede.
Gli occhi di Dio, dunque guardano soltanto verso il basso e non verso l’alto, come viene detto in Daniele, III: “Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini”; e nel Salmo CXXXVII: “In alto sta il Signore, ma si prende cura dei piccoli, da lontano riconosce il superbo”. Così pure dice il Salmo CXI: “Dov’è un Dio simile al nostro, che siede nei luoghi eccelsi, eppure riguarda agli umili nei cieli e sulla terra?”. Ora, poiché sta tanto in alto che non esiste nessuno pari a Lui in grado di sovrastarLo, Egli, non potendo guardare al sopra di sé e neppure accanto a sé, deve necessariamente guardare in sé stesso e sotto di sé; ecco perché, quanto più uno si trova in basso, tanto meglio Egli lo vede.
Ma il mondo e gli occhi degli uomini fanno il contrario, guardano soltanto in alto, vogliono in ogni modo salire, come è detto nei Proverbi, XXX: “C’è gente così superba e sicura di sé che guarda gli altri dall’alto in basso!”.
Tutti i giorni possiamo constatare come ognuno tenda ad elevarsi al di sopra di se stesso, ad una posizione d’onore, di potenza, di ricchezza, di dominio, ad una vita agiata e a tutto ciò che è grande e superbo. E ognuno vuole stare con queste persone, corre loro dietro, le serve volentieri, ognuno vuol partecipare alla loro grandezza. Non per nulla nella Scrittura i re e i principi pii sono rari. Nessuno vuole guardare in basso, dove c’è povertà, vituperio, bisogno, afflizione e angoscia, anzi tutti distolgono da ciò lo sguardo. Ognuno sfugge le persone che si trovano in quella condizione, le scansa, le abbandona, nessuno pensa di aiutarle, di assisterle e di far sì che anch’esse migliorino nella loro situazione: devono rimanere in basso ed essere disprezzate. Non v’è alcun creatore tra gli uomini che voglia fare qualche cosa dal nulla, come pure insegna san Paolo in Romani, XII: “Fratelli diletti, non stimate le cose alte, ma attenetevi alle umili”.
dal Commento al Magnificat di Martin Luther, in italiano Martin Lutero (1483 1546), teologo tedesco e iniziatore della riforma protestante. Il suo Commento al Magnificat, scritto nel 1520, è particolarmente noto ed ha subito delle riletture dopo il Concilio Vaticano II. Oltre il suo interesse mariologico, l’opera testimonia l’intensa spiritualità di Lutero e il suo modo radicalmente nuovo di fare teologia.
Dobbiamo diventare luterani per essere più spirituali?
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