La fine dell’anno è momento di bilanci e occasione per recuperare la saggezza del tempo che passa.

Famiglia Cristiana – 28 Dicembre 2025
Rubrica: Cristiano, chi sei?
di Enzo Bianchi
Per gentile concessione dell’autore

Davanti a te un altro anno. “Buon anno!” augurerai e ti sentirai dire! Ma non dimenticare che se è bello che ti venga incontro un anno nuovo resta vero che un anno della tua vita è passato e non c’è più! E tu devi renderti conto del trascorrere del tempo: basta che osservi con attenzione il calendario del tuo corpo che registra immancabilmente i segni degli anni che passano.

Così nella nostra vita ci sono gli anni dell’adolescenza, di cui prendiamo infuocata consapevolezza, poi vengono gli anni della giovinezza, segue la stagione della maturità e poco a poco arrivano anche l’anzianità e la vecchiaia. Questo processo non riguarda solo il corpo, riguarda anche la nostra psiche e riguarda il nostro spirito. Infatti la nostra vita spirituale cresce e si evolve non sempre in senso progressivo, a volte con arresti e regressioni, ma va avanti e cambia.

E noi siamo sempre attenti a questi cambiamenti ineludibili? Perché nella maturità la preghiera non è più quella della giovinezza, facendosi sempre più ascolto e poi nell’anzianità la preghiera tende a essere adorazione, addirittura silenzio, ripetizione di invocazioni alle quali si consegna una forza che non si sente più nelle proprie parole.

Nei vecchi aumentano le domande e non solo diminuiscono le risposte ma si cercano di meno perché pregare diventa stare davanti a Dio, tentare di vedere il suo volto, sussurrargli “misericordia Signore, misericordia Signore”, e fare silenzio.

C’è un modo di pregare per ogni stagione. È significativo che siccome non vedevano più Francesco d’Assisi pregare quando era stanco e malato dicevano di lui: “Non pregava più perché era preghiera!”. Sì, da vecchi si può per dono di Dio ed esercizio fedele di tutta una vita essere diventati preghiera!