Questa sera, questa notte, una folla di uomini e di donne festeggeranno il Natale, senza pensare alla parola di Zaccaria: “Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo ”.

E noi? Siamo consapevoli della nostra condizione di peccatori e, quindi, del nostro bisogno di un redentore?
Il canto di benedizione di Zaccaria traccia il programma della Nuova Alleanza: celebrare il nostro culto davanti a Dio, poter adorare, poter avvicinarsi a Dio, offrirsi a lui completamente, camminare sulla via della pace e della luce.
In questa vigilia della Natività del Messia nostro Salvatore nell’umiltà e nella povertà, sappiamo essere umili di cuore e poveri, così da saperlo riconoscere e accogliere nel nostro cuore.
Una stella è giunta a noi: sapremo essere ospiti degni di accoglierla, come essa ci accoglie?
Dedichiamoci qualche minuto, prima di stasera, per benedire il Signore del suo intervento nella nostra vita!

Feria propria del 24 Dicembre (mattino)
Lc 1,67-79: Benedictus

Testo del Vangelo
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.

Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.

Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

Commento di Silvano Fausti
Ci troviamo davanti alla terza preghiera del Vangelo di Luca, la prima è l’Ave Maria, la seconda è il Magnificat, un canto di esultanza, e questa è un canto di lode, è quel canto di lode che ogni mattina si trova nel breviario alle Lodi mattutine, è il canto del mattino, è il canto della vita che nasce. Ogni parola di questo canto di lode è come un condensato di tutta la Sacra Scrittura, però ha un senso anche se uno non conoscesse tutti i riferimenti. Chiaro, per chi conosce la Scrittura il termine Spirito Santo, profezia, benedizione, la visita di Dio, la promessa a Davide, la salvezza, la misericordia, l’alleanza, il servizio di Dio, il profeta, il preparare le vie, il preparare un popolo ben disposto, ecc. ecc. sono tutti termini che richiamano promesse precise dell’Antico Testamento. La prima cosa però, vorrei che ci fermassimo sul concetto di lode, soprattutto, che l’uomo è nato per lodare Dio, non perché Dio sia vanitoso e voglia essere lodato, ma perché lodare Dio è la salvezza dell’uomo, come vedremo. E questo canto, nella prima parte, dopo l’introduzione di Zaccaria che comincia a parlare, c’è una benedizione, non perché ha avuto il figlio, ma benedice Dio prescindendo dal figlio. E poi la seconda parte, benedice per il figlio, vedendo che cos’è questo figlio. E questo canto sublime che contiene tutta la Storia della Salvezza, tutta la visita di Dio nell’ dell’Antico Testamento, tutta la visita futura, benedice perché visitò e perché visiterà il suo popolo, tutto questo canto sublime davanti a un bambino di otto giorni. E questo è anche molto bello, perché ogni vita che nasce è una promessa infinita di vita, e nel Battista vediamo il prototipo dell’uomo, dell’uomo che è fatto per accogliere il Signore, per preparare la via del Signore, dell’uomo aperto a ricevere il grande dono di Dio che è Dio stesso che si dona. Quindi effettivamente davanti a ogni bambino, a ogni vita, si realizzano tutte queste parole che Zaccaria dice di suo figlio. Ed è quello che cantiamo al mattino nelle Lodi, perché la nascita del mattino, il sorgere della nostra vita, è pieno di questa promessa di Dio e alla sera cantiamo il Magnificat perché si è realizzata. Evidentemente bisogna avere gli occhi giusti per vederla.


Commento di Luigi Maria Epicoco
Le poche ore che ci separano dalla nascita di Gesù sono preparate dalle parole di gioia di Zaccaria. Quest’uomo giusto che si è lasciato convertire in maniera più profonda da Dio, può davvero insegnare il mestiere al figlio Giovanni: preparare la via del Signore. Ciò che Giovanni farà per tutta la sua vita, Zaccaria sembra farlo oggi in questa liturgia. Egli canta la realizzazione delle promesse di Dio. Zaccaria dà voce a tutti quelli che nella vita hanno sempre dato credito al Signore attendendo un significato più grande  alle semplici cose che il mondo propina. Un giorno San Paolo scriverà che
“la speranza in Dio non delude”.
La nascita di Gesù è il compimento di ogni speranza e la prova che Dio ha già realizzato tutte le promesse, anche quelle che ci portiamo nel cuore e non le vediamo ancora realizzate. La nascita di Gesù ha realizzato anche le promesse che si porteranno nel cuore i nostri figli e i figli dei nostri figli, fino alla fine della storia. Oggi con lui possiamo dire davvero che tra poche ore
“verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace”.
http://www.nellaparola.it