Missionario, Storico, Martire tra i Pigmei

Il 3 novembre, il Martirologio Romano e la Famiglia Dehoniana commemorano la figura eroica e complessa di Padre Bernardo Longo, al secolo Giovanni Battista Longo, un missionario dehoniano il cui percorso umano e spirituale si intreccia indissolubilmente con la storia coloniale e post-coloniale del Congo.

Dall’Italia all’Africa: La Vocazione di un Intellettuale

Nato a Valdobbiadene (Treviso) nel 1907, Giovanni Battista Longo entrò giovane nella Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Dehoniani). Ordinato sacerdote nel 1933, non era un semplice missionario: era un uomo di cultura e uno storico meticoloso. Prima ancora di partire per le missioni, si dedicò con passione agli archivi della sua congregazione, gettando le basi per una storiografia dehoniana rigorosa. Questa vocazione di studioso non lo abbandonò mai, nemmeno nella giungla.

Nel 1954, ormai quarantasettenne, partì finalmente per il Congo Belga, destinato alla missione di Wamba, nella regione nord-orientale. Qui incontrò il popolo che sarebbe diventato il centro della sua vita e della sua morte: i Bambuti, i pigmei della foresta equatoriale.

L’Apostolo dei “Figli della Foresta”

Padre Longo non si limitò a evangelizzare. Vedendo i Pigmei spesso emarginati e sfruttati dalle popolazioni Bantu, ne divenne un padre e un difensore. Imparò la loro lingua, ne studiò e rispettò la cultura, e si batté per i loro diritti e la loro dignità. Per loro fondò il villaggio-cattedra di St. Gabriel Mukumbo, un luogo pensato non solo come comunità cristiana, ma anche come spazio di sviluppo, istruzione e integrazione, nel massimo rispetto della loro identità. La sua missione era un ponte tra due mondi.

La Tempesta della Storia: la Ribellione dei Simba

Il contesto storico in cui operava era estremamente turbolento. Dopo l’indipendenza del Congo nel 1960, il paese sprofondò nel caos. Nel 1964 scoppiò la ribellione dei Simba (“leoni” in swahili), un movimento di ispirazione maoista e millenaristica che, per purificare il paese dall’influenza occidentale, prese di mira sistematicamente tutti i simboli del “vecchio ordine”: funzionari, insegnanti e, in particolare, i missionari cattolici, visti come agenti dell’imperialismo.

Il Martirio: “Padre, perdonali”

Nell’agosto del 1964, i ribelli Simba raggiunsero Wamba. Padre Longo, che aveva avuto modo di mettersi in salvo, scelse volontariamente di rimanere con i suoi pigmei e con i malati nell’ospedale della missione. Fu catturato il 28 agosto.

Iniziò per lui un calvario di oltre due mesi di prigionia, umiliazioni e torture atroci. I suoi aguzzini volevano che rinnegasse la sua fede. Le testimonianze raccolte dopo la fine della ribellione raccontano di un uomo che, pur nella sofferenza fisica, non perse mai la sua dignità e la sua fede. Continuava a pregare e a perdonare i suoi carnefici. Si racconta che, in punto di morte, le sue ultime parole siano state: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”.

Fu ucciso a colpi di lancia e il suo corpo gettato in una fossa comune tra il 3 e il 4 novembre 1964, a Mungbere. I suoi resti non sono mai stati identificati.

L’Eredità Storica e Spirituale

La figura di Padre Bernardo Longo è un potente simbolo di diversi aspetti:

  1. Il Martire della Carità: È ricordato dalla Chiesa non solo come vittima dell’odio, ma come testimone dell’amore fino all’estremo. La sua scelta di rimanere con il suo gregge lo assimila al Buon Pastore che dà la vita per le sue pecore.
  2. Lo Storico e l’Antropologo: La sua eredità intellettuale è immensa. Durante i suoi anni in Congo, continuò instancabilmente a scrivere, documentando la storia, le tradizioni e le lingue dei popoli tra cui viveva. I suoi diari e appunti sono una fonte storica preziosissima per la conoscenza del Congo e dei Pigmei in un’epoca di transizione cruciale.
  3. Una Vittima della Storia: La sua morte è un drammatico riflesso dei conflitti ideologici e della violenza che hanno segnato la decolonizzazione africana. Il suo martirio ci parla del costo umano di quelle grandi e traumatiche trasformazioni storiche.

Padre Bernardo Longo non fu solo un missionario ucciso; fu un intellettuale che mise la sua cultura al servizio degli ultimi, un pastore che non fuggì davanti al lupo, e una vittima che seppe trasformare l’odio in perdono. La sua memoria, il 3 novembre, è un invito a ricordare che la santità e l’eroismo si incarnano anche nella fedeltà silenziosa e coraggiosa al proprio dovere, dentro i vortici della Storia.