Un giovane prete, in parrocchia da due anni, viene mandato a Roma. Esperimento chiuso. E i laici non ne sanno nulla. Eppure è da anni che si parla di “tutti insieme”, di “coinvolgimento” e, soprattutto, di “sinodalità”

 Di: Paolo Vavassori  
Data: 19 Ottobre 2025
http://www.labarcaeilmare.it

Facciamo una cosa onesta: sospendiamo l’uso del termine “sinodale”

All’inizio del mandato di Mario Draghi come presidente del consiglio i giornalisti si lamentavano perché i suoi ministri non rilasciavano dichiarazioni. La sua risposta fu: ”Non abbiamo ancora fatto niente, non diciamo niente. Quando avremo fatto qualcosa, parleremo”.

Propongo la stessa cosa con la “sinodalità”. Chiedo una moratoria sull’uso di questa parola. Evitiamo di pronunciarla in privato, in discorsi pubblici e tantomeno in documenti, articoli, discorsi, prediche. È opportuno che la sospensione duri per un tempo adeguato, finché non si cominci a vedere qualche prova concreta del reale impegno a metterla in atto con serietà, convinzione, costanza, metodo. O almeno a provarci. Fino a che rimane disattesa ci si astiene dal nominarla e così magari si riscopre insieme il valore dell’astinenza.

Un curato se ne va. Nessun preavviso. I laici devono prendere atto. E basta

Ora riporto il fatto recente che mi ha spinto a lanciare questo appello. Un giovane curato dell’oratorio di una parrocchia della città dopo soli due anni di esercizio del suo primo incarico viene mandato a Roma, almeno part time, a studiare diritto canonico.

L’annuncio viene dato al termine delle Messe domenicali. Non c’è stato nessun preavviso, nessun coinvolgimento della comunità parrocchiale in una decisione particolarmente rilevante per la pastorale della parrocchia, tenuto anche conto che si è appena avviato l’anno pastorale. I laici sono stati messi di fronte al fatto compiuto.

La decisione la prendono i preti. E solo loro

Dunque niente ascolto del popolo di Dio, niente discernimento comunitario, nessuna corresponsabilità. Insomma di quello che stiamo un po’ alla volta apprendendo del senso della sinodalità non c’è stata traccia. E dire che la parrocchia si è impegnata a lungo e molto seriamente nel cammino sinodale, riunendo numerosi gruppi durante le diverse fasi del cammino sinodale. Ci si trovava quindi di fronte ad un terreno già dissodato, per quanto possibile preparato e ricettivo.  Un’ottima occasione per coinvolgere in una scelta importante per la vita della parrocchia, per ragionare insieme su come gestire questa improvvisa transizione, tanto più che molto probabilmente richiederà che siano principalmente i laici a farsene carico.

Invece la decisione ha riguardato esclusivamente l’ambito del clero, che ha certamente esercitato una sua prerogativa, ma ancora una volta ha camminato per conto suo, non “tutti insieme”.

Un film già visto troppe volte. Però per favore e per rispetto basta parlare di sinodalità.

Paolo Vavassori

Paolo Vavassori

Sposato, quattro figli. Laureato in Ingegneria, lavora come consulente aziendale. E’ attivo nella Parrocchia cittadina di S. Anna. Aderisce al movimento ecclesiale di spiritualità della coppia Equipe Notre Dame, di cui è stato responsabile provinciale. E’ membro del consiglio provinciale delle ACLI. Fa parte del Comitato scientifico della Fiera dei Librai di Bergamo.