Il credente nella preghiera prova una profonda brama per il Signore, che deve però trovare espressione nel fare veramente la sua volontà.

Rubrica: Cristiano, chi sei? 
Famiglia Cristiana 

31 Agosto 2025 

Sempre all’interno della preghiera dello Shemà (Ascolta Israele), dopo il comando dell’ascolto di un Dio e Signore che è Uno e non può essere confuso con gli idoli falsi c’è l’invito al credente: “Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, tutta l’anima, tutte le tue forze!”. 

Ma subito sorge la domanda: si può amare Dio, un Dio che non si è mai visto e non si vede se non al di là della morte? E che amore si può nutrire per un simile Dio che è vivente ma assente, non visibile? Se lo sono chiesto rabbini e cristiani perché notavano come soprattutto nei Salmi ci siano dichiarazioni di amore per Dio simili a quelle che gli umani si fanno l’un l’altro: “Ti amo, Signore, mia forza!”. “Signore ti desidero, ho sete di te, ti brama la mia carne…”. 

Indubbiamente esiste, e dunque è possibile, un amore di desiderio umano anche per Dio: Dio lo si ama, si desidera essere con lui, avere comunione con lui, stare accanto a lui. Ma nello stesso tempo la Bibbia insiste che tale amore va verificato: l’amore per Dio implica anche fare la sua volontà, realizzare i suoi comandamenti. 

Se tu ami Dio, lo preghi, lo lodi, lo desideri, lo canti, ma poi non fai nella tua vita ciò che lui, il tuo Creatore e Signore, desidera da te allora tu ami un idolo, un Dio fabbricato dalle tue mani, non il Dio vivente di Gesù Cristo! 

Gli dèi greci non chiedevano di essere amati e così gli dèi delle genti non amano e non chiedono amore, ma il nostro Dio entra in alleanza con noi umani e nell’alleanza c’è l’ascolto, dall’ascolto viene la conoscenza, dalla conoscenza l’amore.