Commento al “Padre nostro”, di Francesco d’Assisi
Il Commento al Pater noster viene oggi abitualmente attribuito alla mano diretta di San Francesco e riconosciuto quindi come un suo scritto autentico, anche se non vi è prova assoluta per questo. Nei Codici antichi viene spesso subito dopo le Lodi per ogni ora, mentre si tende ora a presentarlo come un testo autonomo, come appare chiaramente dal tenore dello scritto stesso.
A noi sembra si tratti in realtà di un canovaccio per i sermoni pubblici che il santo teneva nella sua predicazione del Vangelo. Se si guarda, ad esempio, alle specificazioni che seguono il “non ci indurre in tentazione” – “nascosta o manifesta, improvvisa o insistente” – si può immaginare che quegli aggettivi fossero poi spiegati più estesamente a braccio e servissero come uno schema della catechesi che veniva effettivamente pronunciata.
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O santissimo Padre nostro:
creatore, redentore, consolatore e salvatore nostro.
Che sei nei cieli:
negli Angeli e nei Santi, illuminandoli alla conoscenza, perché Tu, Signore, sei luce, infiammandoli all’amore, perché Tu, Signore, sei amore, ponendo la tua dimora in loro e riempiendoli di beatitudine, perché Tu, Signore, sei il sommo bene, eterno, dal quale proviene ogni bene e senza il quale non esiste alcun bene.
Sia santificato il tuo nome:
si faccia luminosa in noi la conoscenza di Te, affinché possiamo conoscere l’ampiezza dei tuoi benefici, l’estensione delle tue promesse, la sublimità della tua maestà e la profondità dei tuoi giudizi.
Venga il tuo regno:
perché Tu regni in noi per mezzo della grazia e ci faccia giungere nel tuo regno, ove la visione di Te è senza veli, l’amore di Te è perfetto, la comunione di Te è beata, il godimento di Te senza fine.
Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra:
affinché ti amiamo con tutto il cuore, sempre pensando a Te; con tutta l’anima sempre desiderando Te con tutta la mente, orientando a Te tutte le nostre intenzioni e in ogni cosa cercando il tuo onore; e con tutte le nostre forze spendendo tutte le nostre energie e sensibilità dell’anima e del corpo a servizio del tuo amore e non per altro; e affinché possiamo amare i nostri prossimi come noi stessi, trascinando tutti con ogni nostro potere al tuo amore, godendo dei beni altrui come dei nostri e nei mali soffrendo insieme con loro e non recando nessuna offesa a nessuno.
Il nostro pane quotidiano:
il tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, dà a noi oggi: in memoria, comprensione e reverenza dell’amore che Egli ebbe per noi e di tutto quello che per noi disse, fece e patì.
E rimetti a noi i nostri debiti:
per la tua ineffabile misericordia, per la potenza della passione del tuo Figlio diletto e per i meriti e l’intercessione della beatissima Vergine e di tutti i tuoi eletti.
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori:
e quello che non sappiamo pienamente perdonare, Tu, Signore, fa’ che pienamente perdoniamo sì che, per amor tuo, amiamo veramente i nemici e devotamente intercediamo presso di Te, non rendendo a nessuno male per male e impegnandoci in Te ad essere di giovamento a tutti.
E non ci indurre in tentazione:
nascosta o manifesta, improvvisa o insistente.
Ma liberaci dal male:
passato, presente e futuro.
Gloria al Padre, ecc.