Aliko Dangote (a sinistra) e Johann Rupert

10 Luglio 2025
Articolo di Redazione Nigrizia
Per gentile concessione della rivista

Ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri. Non solo in Occidente. In Africa i quattro uomini più facoltosi detengono più ricchezza della metà della popolazione del continente, ovvero di 750 milioni di persone, oltre un terzo della quale (460 milioni) vive al di sotto della soglia di povertà, cioè con meno di 2 dollari al giorno, secondo stime della Banca Mondiale.

Sull’aumento delle diseguaglianze economiche fa il punto uno studio dell’ONG Oxfam intitolato: “La crisi della disuguaglianza in Africa e l’ascesa degli ultra-ricchi“, pubblicato il 9 luglio, in occasione del vertice di coordinamento dell’Unione Africana a Malabo, in Guinea Equatoriale.

Il rapporto evidenzia che i milionari africani, che rappresentano lo 0,02% della popolazione, possiedono quasi un quinto della ricchezza del continente, mentre il 50% più povero ne possiede meno dell’1%.

I numeri descrivono l’esponenziale crescita dei patrimoni di questi magnate negli ultimi anni, e il parallelo calo delle risorse economiche a disposizione della popolazione.

“Dal 2020 – denuncia Oxfam – il reddito medio dell’1% più ricco d’Africa è cresciuto cinque volte più velocemente di quello del 50% più povero”. Una ricchezza aumentata del 56% negli ultimi cinque anni.

Ma l’ONG mette in risalto anche una forte disparità di genere, con gli uomini che possiedono una ricchezza tre volte superiore a quella delle donne. Un divario che nel continente è il più ampio registrato al mondo e il doppio del rapporto globale.

“Fallimento politico”

Oxfam ricorda che un tale abissale divario è frutto di politiche che avvantaggiano le élite, indebolendo il welfare.

I governi africani rimangono i meno impegnati al mondo a colmare il divario, evidenzia l’ONG, elencando i continui tagli ai bilanci per servizi pubblici come istruzione, sanità e previdenza sociale, e sul fronte opposto l’offerta per gli ultra-ricchi di alcune delle imposte sul patrimonio più basse al mondo.

“L’Africa – si legge ancora – è l’unica regione al mondo in cui i paesi non hanno aumentato le aliquote fiscali effettive dal 1980”.

In media, il continente raccoglie solo lo 0,3% del suo PIL in imposte sul patrimonio, meno di qualsiasi altra regione e molto meno dell’Asia (0,6%), dell’America Latina (0,9%) e dei paesi OCSE (1,8%). E nell’ultimo decennio, questa quota, già esigua, è diminuita di quasi il 25%.

“L’Africa è ricca, ma questa ricchezza viene sperperata da un sistema truccato che permette a una piccola élite di accumulare immense fortune privando centinaia di milioni di persone dei servizi più elementari. Questa non è sfortuna. È un fallimento politico, e deve cambiare”, dichiara la direttrice per l’Africa dell’organizzazione, Fati N’zi-Hassane.

Tassare le ricchezze e redistribuire i proventi

Per lei “la soluzione è chiara: tassare i ricchi e investire nei servizi alla popolazione” perché “tassare la ricchezza estrema non è solo giusto, è un ingrediente essenziale per l’Africa che vogliamo”.

Secondo il rapporto di Oxfam, i paesi africani potrebbero raccogliere 66 miliardi di dollari all’anno (il 2,29% del loro PIL) tassando la ricchezza dell’1% più ricco di un ulteriore punto percentuale e il loro reddito di altri 10 punti percentuali. Ciò colmerebbe le lacune finanziarie per garantire un’istruzione gratuita e di qualità a tutti i cittadini e collegare ogni casa e azienda alla rete elettrica.

I quattro miliardari

Ma chi sono questi quattro super-ricchi? Secondo l’ultima classifica della rivista Forbes si tratta del nigeriano Aliko Dangote, magnate le cui aziende sono in costante espansione: dal cemento allo zucchero, dai fertilizzanti agli idrocarburi. Il suo patrimonio attuale è di 23,9 miliardi di dollari. Era di 13,4 miliardi solo un anno fa.

Ci sono poi i sudafricani Johann Rupert e Nicky Oppenheimer. Il primo controlla grandi aziende di gioielli e marchi del lusso tra cui Cartier, Van Cleef & Arpels, Buccellati e Montblanc, con un patrimonio stimato di 14,6 miliardi; il secondo è presidente e maggiore azionista della multinazionale dei diamanti De Beers, azionista di maggioranza della compagnia mineraria Anglo American Plc e socio di diverse altre imprese minerarie. Patrimonio stimato: 10,5 miliardi.

Infine l’egiziano Nassef Sawiris a capo di holding con ramificazioni in vari settori che vanno dall’edilizia alle telecomunicazioni (Orascom), dal turismo alla tecnologia, alla produzione di fertilizzanti. Il suo patrimonio stimato è di 9,6 miliardi di dollari.