I sette doni dello Spirito Santo sono doni soprannaturali che, secondo la tradizione cristiana, lo Spirito Santo infonde nell’anima del credente per renderlo docile all’azione divina e per aiutarlo a vivere in pienezza la fede cristiana.
Questi sette doni dello Spirito Santo – sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio – sono come semi preziosi che Dio pianta nel cuore di ogni credente per guidarlo lungo il cammino della vita cristiana.

Il dono della pietà non ha nulla a che fare con la commiserazione o il sentimentalismo. Non è una semplice devozione esteriore, né una pratica religiosa abitudinaria. La pietà, nel senso che lo Spirito Santo intende, è molto di più: è un’intimità profonda con Dio, un senso filiale di appartenenza, una tenerezza del cuore che ci fa vivere da figli e da fratelli.

“Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura,
ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: ‘Abbà! Padre!’”
(Romani 8:15)

Un cuore che riconosce Dio come Padre

Con il dono della pietà, lo Spirito Santo ci porta a vivere una relazione affettuosa, intima, fiduciosa con Dio. Non più come un padrone lontano da temere, ma come un Padre buono da amare. È il dono che trasforma la preghiera da obbligo in dialogo, da dovere in bisogno d’amore.
La pietà ci rende figli nel cuore, e non solo per appartenenza esterna. Ci fa desiderare di piacere a Dio, non per paura del castigo, ma per amore, perché sentiamo che Lui è il nostro tutto.
“Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quelli che lo temono.”
(Salmo 103:13)

Un cuore che ama i fratelli

Il dono della pietà non si esaurisce nel rapporto personale con Dio. Al contrario, si riversa sugli altri, generando uno spirito di fraternità autentica, misericordiosa, paziente. Chi ha ricevuto questo dono riconosce ogni persona come figlio dello stesso Padre, e quindi come fratello o sorella.
Per questo la pietà ci apre alla compassione, alla giustizia, al perdono. Ci rende attenti ai poveri, agli emarginati, a chi soffre. È il dono che fa scaturire gesti di bontà gratuita, di tenerezza, di accoglienza.
“Se uno dice: ‘Amo Dio’ e odia suo fratello, è un bugiardo.” (1 Giovanni 4:20)

Un dono che cambia il modo di pregare

Chi è animato dalla pietà prega in modo diverso: non come chi recita formule, ma come chi si affida con tutto il cuore. La pietà non elimina la fatica della preghiera, ma la trasfigura, la rende dolce, vera, carica di affetto.
Anche nella liturgia, questo dono ci fa entrare nella profondità del mistero, ci fa sentire parte di una famiglia, ci apre alla gioia della lode e alla gratitudine per i sacramenti.
“In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” (1 Tessalonicesi 5:18)

Preghiera

Spirito Santo,
fuoco d’amore e dolce consolatore,
effondi in me il dono della pietà.
Insegnami a chiamare Dio “Padre” con fiducia,
a sentirlo vicino nei momenti lieti e in quelli oscuri.
Rendi tenero il mio cuore,
capace di perdono, di attenzione, di compassione.
Fammi amare la preghiera, desiderare la tua presenza,
e riconoscere in ogni persona un fratello da servire.
Donami un cuore filiale e fraterno,
perché io viva ogni giorno nel tuo amore. Amen.

Il dono della pietà è la spiritualità del cuore tenero, che si abbandona a Dio come un bambino tra le braccia del Padre, e guarda il prossimo con occhi di fraternità. È un dono da chiedere spesso, specialmente quando il cuore si fa duro, freddo, distante.

P. Manuel Joao Pereira Correia, MCCJ
(materiale raccolto da internet)