
Foto di Annette da Pixabay
Di Paolo Ramonda
24 Maggio 2025
Per gentile concessione di
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Il 24 maggio 2015 Papa Francesco firmava la sua enciclica sociale: la Laudato si’. A dieci anni dalla pubblicazione, questa enciclica ha un valore fondamentale perché apre gli occhi a tutta l’umanità sull’importanza della salvaguardia del creato, la nostra Terra comune, dove viviamo. La bellezza della natura ci circonda con tutta la sua potenza e si manifesta ai nostri occhi con le montagne, i laghi, i mari, ma anche con attraverso il più piccolo e colorato dei fiori.
Papa Francesco, nello scriverla, ha pensato al Santo poverello di Assisi e al suo Cantico delle creature: il riconoscimento che tutta la crezione è per l’uomo affinché sia felice e goda della natura. Ma deve essere in grado di prendersene cura, affinché possa dare cibo in abbondanza a tutti, deve preservarla dall’inquinamento e dalle contaminazioni.
Il mondo ha tanto imparato da questa enciclica. La sensibilità ecologica è cresciuta enormemente, il forte richiamo di Papa Francesco ha creato un’attenzione nuova, anche da parte della società civile, sull’importanza di custodire questo ecosistema. D’altra parte, c’è ancora molto da fare, pensiamo alle nostre società – sia quelle avanzate sia quelle in via di sviluppo – dove i rifiuti riempiono le città. La sovrabbondanza di materie, di cui usufruiamo senza averne necessità reali, va a inquinare il nostro mondo.
Papa Francesco, nella Laudato si’, ha evidenziato come non ci siano crisi separate, ma stiamo vivendo un’unica crisi ambientale, sociale e culturale. In parte, il mondo è riuscito a comprendere questo. Il Santo Padre ha parlato anche di “ecologia integrale”: non un’ecologia incapsulata solo sulla natura, ma partendo dall’amore di Dio si riesce mettere al centro la persona e la sua dignità. Sarebbe bello che il nostro mondo diventasse un piccolo paradiso terrestre: è vero che si tratta di un’utopia, ma Papa Francesco ci ha insegnato a sognare e a far diventare i sogni realtà.
Questo lo possiamo vedere nelle piccole, ma grandi azioni che ogni giorno vengono compiue. Pochi giorni fa, nel paese ho incontrato un signore che, con alcuni amici, armati di buona volontà e sacchetti, raccoglievano i rifiuti per le vie della città. Inoltre, sono sempre di più i giovani che organizzano giornate per la pulizia della spiaggia, dei parchi o lungo fiumi. Una dimensione dell’anima francescana del Vangelo.
Per voler bene al Creato bisogna essere dei contemplativi di Dio, come lo erano Papa Francesco e San Francesco. Proprio dal Santo di Assisi dovremmo imparare l’amore per la Terra e per tutte gli animali che la abitano. Nel suo Cantico delle creature, una preghiera impregnata di una visione positiva della natura, San Francesco ci insegna a lodare il Signore per “nostra madre terra”: da qui dovremmo ripartire.