AMATI E CONSACRATI DA DIO
PER PORTARE IL SUO NOME ALLE NAZIONI
RV 2; 20; 56
1. CONSACRAZIONE – COMUNIONE – MISSIONE DEL POPOLO DI DIO:
I parte
La consacrazione come evento nella storia della salvezza
1. 1. Al principio era la consacrazione: Gn 1-3
1. 2. L’elezione e la consacrazione d’Israele
La consacrazione come “riserva-missione” ha la sua origine nella elezione e consacrazione d’Israele, il cui compimento si effettua nel Popolo della Nuova Alleanza.
Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati: 1Tim 2, 4; RV 57.
Chiama le Nazioni: tutti i popoli sono chiamati a entrare ed essere partecipi della salvezza:
Ez 18, 32; Sap 1, 13
Per realizzare questo disegno, Dio chiama ed elegge Israele. Così, per iniziativa divina, Israele è una Nazione, un popolo “santo” fin dall’alba della sua storia:
Es 19, 5-6; 22, 30; Dt 4, 20; 7, 6-8; 14, 2.21; 26, 19; 28, 9; Is 62, 12; Ger 2, 3, ecc….
Il primo passo nella formazione di questo popolo è la “chiamata” di Abramo: la sua avventura di fede segna l’inizio d’Israele come popolo consacrato a Dio e abbraccia la totalità delle nazioni:
Gen 12, 1-3; Gn 15, 7-12; Gn 17
Una tappa decisiva nel cammino d’Israele come popolo consacrato è costituita dalla stipulazione dell’Alleanza al Sinai: Es 19, 3-6
Così Israele comincia a vivere come Popolo di Dio in mezzo alle nazioni pagane con una missione specifica e universale: quella di essere testimone di un Dio che allaccia un’alleanza con gli uomini e di compiere la riunione di tutti i popoli, guidati dalla luce del Signore: Is 2, 2-5; 66, 18-24.
L’elezione e la consacrazione a Dio sono, per tanto, l’ultimo fondamento dell’essere d’Israele come popolo santo (Es 19, 6). In quanto nazione consacrata a Dio, il Popolo eletto, diviene il suo primogenito (Es 4, 22s), porzione del Signore (Dt 32, 8), la sua proprietà fra tutti i popoli (Es 19, 5), la sua piantagione preferita (Is 5, 7), il popolo da Lui scelto (Is 41, 8-9) che viene introdotto nell’intimità dell’amicizia divina ed è investito d’una missione in favore di tutta l’umanità. Il vero significato della storia di Israele è che questo popolo si realizzi come amico e cooperatore di Dio :Is 41, 8-9; Is 49, 1-6.
Israele appare, per tanto, come un popolo che vive la tensione tra l’elezione esclusiva e il destino universale, tra la forza che l’attira verso il centro di se stesso come nazione santa e la forza che l’apre al mondo. La ragione di questa tensione sta nel fatto che la grazia dell’elezione richiede la promozione a una costante vita di fraternità e solidarietà, che si esprime nella rinnovazione dell’Alleanza (Es 24) ed una adeguata educazione per la missione da compiere (Is 49).
In vista della sua consacrazione-missione, Israele ha ricevuto un insieme di beni soprannaturali, di privilegi divini: Rom 9, 4-5: l’adozione a figli (Es 4, 22); la gloria di Dio (Es 24, 16), che dimora in mezzo al popolo (Es 25, 8); le alleanze con Abramo (Gen 15, 1), Giacobbe-Israele (Gen 32, 29), Mosè (Es 24, 7-8); il culto reso al solo vero Dio; la Legge, espressione della sua volontà; le promesse messianiche (2Sam 7, 1) e l’appartenenza alla stirpe di Cristo.
Questi beni sono come talenti affidati al Popolo eletto affinché diventi:
- Il popolo testimone di Dio: gradualmente Dio elegge per sé questo popolo, lo consacra come nazione santa (Es 19, 16), assemblea di Dio (Ne 13, 1), affinché sia un popolo santo, consacrato a Dio, messo per gloria, rinomanza e splendore sopra tutte le nazioni (Dt 26, 19), per testimoniare così che Dio è l’unico Dio, il solo Santo: Is 43, 10-13; 55, 4; Lv 11, 44-45; 19, 1-2; 20, 7.26; 21, 8; 22, 32-33; Dt 22 25; Pr 11, 1; 16,11; 20, 10.23; Ez 36, 16-36; Am 2, 6-15; 8, 4-8; Mi 6, 10-11; ecc.
- Il popolo della speranza messianica: la vita d’Israele è un’esperienza religiosa, che aspira alla sua espressione definitiva ed universale (Is 49, 6; 52, 10) nella pienezza dei tempi. La religione dell’Antico Testamento conteneva soltanto l’ombra della realtà che si trova nel Signore Gesù (Col 2, 17; Gal 3, 23; Eb 9, 23; 10, 1). Nella persona di Gesù, Dio ci parla senza parole e senza figure (Gv 16, 25-29).
- A servizio dell’umanità: l’umanità è chiamata a fissare lo sguardo verso il popolo testimone e ad ascoltare il messaggio del popolo messianico, destinato a diventare benedizione per tutte le famiglie della terra: Gn 12, 1-3; Is 45, 20-24; 60.
- Cfr. 9-13
1. 3. La consacrazione d’Israele come sequela
Un punto costante di riferimento nel cammino d’Israele come popolo consacrato è la sequela: il popolo è chiamato a seguire Dio.
1. 4. La consacrazione d’Israele e il Tempio
Un altro punto di riferimento nel cammino d’Israele come popolo appartenente e seguace dell’unico Dio, è la stessa terra d’Israele, che è appunto una Terra Santa, in cui si distinguono “luoghi santi”, tra cui emerge il Tempio: 1Re 5 9.
Un elemento importante, unito al Tempio, è l’aspetto di novità, che caratterizza l’incontro con Dio. Infatti, quando il popolo si presenta davanti a Dio nel tempio, si rinnova. Ma questo rinnovamento non si limita al semplice mettersi in ordine, togliendo gli ostacoli del peccato, ma comporta “qualcosa di nuovo”, che è “quel qualcosa di più”, che il popolo riesce a captare riguardo al mistero di Dio e che lo lancia verso nuove prospettive, esigenze, conoscenze, cammini e mete. Dio si comunica, e l’Infinito non può essere accolto in una sola volta dal cuore umano, che è finito, ma con capacità di continua espansione. Per questo, Dio, offrendo e chiedendo sempre più, spinge i cuori umani a penetrare sempre più nel suo Mistero.
1. 5. Consacrazioni specifiche e particolari
All’interno della vita d’Israele, popolo di consacrati, vi sono consacrazioni particolari specifiche, per cui non è possibile farsi un concetto univoco della realtà della consacrazione. È significativo il caso di Mosè che, accusato in nome di una pretesa pari consacrazione universale, di voler monopolizzare l’idea di santità, viene difeso da Dio stesso: Nm. 16, 3.19-35.
Infatti, nell’esperienza religiosa d’Israele, troviamo consacrazioni specifiche e quindi diverse le une dalle altre, che si riferiscono a luoghi, oggetti e persone.
Si tratta di distinti livelli di consacrazione e in un certo senso concentrici, che partono dalla consacrazione fondante e vanno oltre, assumendo nella relazione con Dio “qualcosa di proprio” senza essere in opposizione né in concorrenza con le altre. Così, riguardo alle persone, c’è il Popolo consacrato, i primogeniti, i leviti, Mosè, i re, i profeti…
Una consacrazione diversa da quella legata all’unzione regale, la troviamo in quella dei profeti, i quali sono considerati “consacrati” senza essere “unti”.
1. 6. Consacrazione e unzione sacra
- Unzione di oggetti: Es 30, 22-29; Lv 8, 11; Gen 28, 16-22; 31, 13; 35, 14-15.
- Unzione di persone
- Sacerdoti: Es 29, 1-9; 30, 30; 40, 15
- Re: 1Sam 10, 1-9; 16, 1-13; 24, 1-7; 26; 2Sam 1, 14; 14, 17
- Profeti: 1Re 19, 16-19; 19, 19; 2Re 2, 9-15; Is 61.1
- Tuttavia, nell’A.T., a partire da Saul, l’unzione designa il Re teocratico:
1Sam 12, 15; 16, 16; 24, 7; Sl 2, 2; 19, 7; 88, 89; ecc. ….
1. 7. Significato dell’unzione regale:
1Sam 2, 10; 1Sam 2, 35; 1Sam 10, 1-16; 16, 13; 24, 1-7.11; 26, 9-11; 2Sam 1, 14-16; 14, 17
1. 8. L’Unto passa ad essere il Redentore promesso
- Sl 2, 2; 18, 51; 20, 7; 28, 8; 84, 10; 89, 39.52; 132, 10.17.
- Gv 1, 41; 4, 25.29; Lc 9, 20; Mt 22, 42; 26, 63.
2. Consacrazione Comunione Missione:
A. Consacrazione:
- RV: Vita Consacrata: 1; 1.3; 20-35
- VC: Alle sorgenti cristologico-trinitarie della VC: 14 16
- Nucleo della Vita Consacrata Missionaria:
- RV 1; 20-22; 46; 48; 56
- VC 14 16; 30d: «Nel presbitero la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata convergono in profonda e dinamica unità».
- Significato della consacrazione missionaria comboniana:
- RV 1-9; 46; 20-21; 56; 10; 23; 11; 11.1-2
B. Comunione:
- RV:
- Comunità e comunione fraterna:
10; 23; 33; 36-45; 50-53; 75; 84; 100-103; 107; 109-111
- Comunione con la Chiesa e le Chiese locali: 9; 17; 65-67; 73
- VC: La Vita Consacrata segno di comunione nella Chiesa: 41–51
C. Missione:
- RV: Comunità di fratelli consacrati al servizio missionario:
1; 1.3; 10; 13.1; 20; 22-24; 56-71; 74; 81.1; 92; 94.2; 97.2
- VC: Consacrati per la missione: 72 74
L’amore sino alla fine: 75-83
3. PER LA REVISIONE DI VITA:
1. La vita missionaria comboniana è prima di tutto “consacrazione”. L’hai scoperta così? La coltivi con tutte le tue forze nella preghiera? Ti senti nelle mani di Dio, aperto al dono ricevuto? Ti senti testimone della fede e della fiducia in Dio? Esprimi la tua consacrazione nell’adorazione, nella lode della grandezza di Dio?
2. Che significato ha per noi missionari comboniani la Vita Consacrata? Che relazione c’è tra Ministero Missionario e Vita Consacrata? È un’istituzione in funzione della efficienza dell’attività missionaria o è elemento costitutivo della nostra vocazione a seguire il Signore Gesù per annunciarlo? Ti capita di pensare che la tua vita consacrata è come una specie di gabbia che ti imprigiona, come un peso che ti impedisce di camminare?
3. Come vivi la relazione consacrazione-comunione-missione nella vita quotidiana? La nostra vita consacrata è vita condivisa, vita comunitaria. Dai volentieri la mano ai confratelli? Sei capace di condividere con essi il cammino della preghiera, il cammino dell’amore concreto, il cammino della programmazione, delle opere, dei compiti? Comboni ha pensato i suoi missionari come un “piccolo cenacolo di apostoli”, che avessero quindi un cuor solo ed un’anima sola. Ti impegni ad accettare questa eredità di Comboni e a trasformarla in principio e base della tua vita missionaria consacrata
4. L’attività missionaria ha fondamento ed è credibile al margine del dinamismo consacrazione vita comunitaria?
Quali sono le motivazioni biblico-teologiche che stanno alla base del dinamismo consacrazione – vita comunitaria – attività missionaria?
II parte
GESÙ, IL CONSACRATO DAL PADRE SI CONSACRA AL PADRE
1. Un unico Consacrato-Missionario: VC 9b; 22; 72a; 76; 77
2. Gesù, l’unico Sacerdote, Re e Profeta
2.1. Gesù, il Sacerdote: Ap 1,13; Eb 5,3-7
- Gesù è Sacerdote perché offrì se stesso in sacrificio per il perdono dei peccati di tutti:
Mc 10,45; Gv 1,29-36; 3,16-17; 10,15-18; 11,5; 12,32ss; 15,13; 17; Gal 1,4; Ef 5,2
- Gesù prima del sacrificio supremo della Croce visse un clima spirituale sacerdotale: Gv 17
• Gesù, il mediatore: Gv 17, 2.6.8.15.19.20, ecc. ….
• Egli è l’“eletto”: Gv 17, 4.16.18.25
• Chiede e produce la santificazione dei suoi: Gv 17, 17 e 19
• Funzione e dignità sacerdotale di Gesù secondo la lettera agli Ebrei, capitoli 5 10.
• Cfr. VC 22, dove è messa in risalto la figura di Gesù Sacerdote, contemplandolo come Supremo Consacrato, che fa di se stesso una perfetta, totale oblazione al Padre per l’umanità.
2. 2. Gesù, il Re
- È il vero Re-Messia atteso: Mt 1,1; Lc 1, 26-32; 2, 4.11; At 2, 29s; 13, 23; Rom 1,3
- Natura della regalità di Gesù:
Mt 20, 28; Gv 10, 11-15; 13, 1-19; Is 42, 1-9; 49, 1-6; 50, 4-14; 52, 13-15; 53
- Cfr. VC 75 e 83: Gesù è Re, perché è il Verbo fatto carne per servire Dio Padre e gli uomini; la sua regalità è amore che si fa servizio; vive la sua regalità come divino Samaritano, che passò beneficando e sanando tutti.
2. 3. Gesù, il Profeta:
Mt 16, 14; Lc 7, 16; Gv 4, 19; 9, 17; 1, 19-28; 6, 14; 7, 40; 1, 14; 1, 9; 3, 11
- Cfr. VC 84a: dove si afferma che il carattere profetico della VC si configura come una speciale forma di partecipazione al funzione profetica di Cristo.
3. La vita presbiterale e la vita consacrata
alla luce dell’unzione di Gesù, il Cristo
L’“unzione” è una di quelle realtà che sono presenti in tutte e tre le fasi della Storia della Salvezza. È presente nell’A.T. come figura, nel N.T. come evento e nel tempo della Chiesa come sacramento. La figura annuncia, anticipa e prepara l’evento, mentre il sacramento lo celebra, lo attualizza ed in certo modo lo prolunga. Nel nostro caso, la figura è data dalle varie unzioni (sacerdotale, reale e profetica) praticate nell’A. T.; l’evento è costituito dall’evento di Gesù il Cristo, il Messia, l’Unto , a cui tutte le figure tendevano come al loro compimento; il sacramento è rappresentato da quell’insieme di segni sacramentali che prevedono un’unzione come rito principale o complementare.
Su quest’insieme di significati di ordine rituale, viene a innestarsi, in seguito, tutto un altro piano di significati in cui si va al di là del significato specifico del singolo rito, per indicare uno stato, un modo di essere e di agire e, per così di dire, uno stile di vita, un dono permanente dello Spirito, che nasce nel cristiano come approfondimento e viluppo dell’unzione.
Così il cristiano, configurato per l’unzione a Cristo Gesù, Sacerdote, Re e Profeta, vive con Lui per il Padre una vita nuova. Questa novità è data da questi tratti della personalità di Gesù, vissuti dal cristiano secondo il proprio genio personale, per cui diventano il centro unificatore della sua vita e la spinta dinamica nella donazione di sé nella ricerca della “perfezione della carità”. Questo si comprende meglio, quando all’“unzione” con l’olio o l’unguento, viene accostato il “sigillo” (cf 2Cor 1, 21), che imprime, trasmette la forma, l’immagine del Figlio Sacerdote, Profeta e Re. Ciò “ci consente di capire meglio l’opzione di consacrazione, sacerdotale e religiosa, che – per natura sua – è una lunga parabola formativa mai finita, paziente gestazione del Figlio in noi a opera del Padre per la potenza dello Spirito, come un interminabile processo evolutivo psicologico e assieme spirituale”.
4. La missione del cristiano, del presbitero, del religioso
alla luce della centralità di Gesù
Il fuoco della missione (cf. Lc 12, 49) si accende quando, per l’ispirazione dello Spirito Santo, il cristiano dice “Gesù è il Signore” (1Cor 12, 13). La coscienza missionaria nasce e si forma nell’incontro con il Signore Gesù, perché in lui si manifestano l’amore e la misericordia come tratto essenziale del volto di Dio, vero e autentico Padre, di cui tutti gli uomini sono chiamati a riconoscersi figli.
Senza dubbio la vivacità missionaria delle prime comunità cristiane nasceva dall’esperienza di un personale incontro con Gesù missionario del Padre, che condivideva la sua missione con il gruppo dei Dodici, sua vera famiglia in funzione della missione.
L’urgenza della missione nasce dall’interno e la stessa convinzione che Gesù Cristo è atteso da ogni uomo, è colta a partire dalla propria esperienza di incontro con Lui.
È questa la risposta al “perché” della missione. Infatti più l’incontro con Cristo è profondo, chiaro irrinunciabile, più il cristiano sa vedere i segni della sua attesa nel mondo, le tracce della sua presenza e della sua azione, i punti dell’incontro.
Lo stare e l’essere inviati sono tra loro saldamente congiunti, in un rapporto che si potrebbe dire circolare. È stando con Gesù che si comprende l’urgenza e la natura dell’andare: perché andare, dove andare, per quale annuncio. Ma è anche andando che si sta veramente in compagnia di Gesù: egli, infatti, è sempre in movimento, itinerante, senza fissa dimora: “Il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo” (Mt 8,20).
Relazione a Cristo Gesù e ai fratelli, amati da Gesù, costituiscono i due aspetti inseparabili dell’esistenza cristiana: non l’uno o l’altro, ma l’uno come fondamento ed espressione dell’altro. Avendo trovato il Signore Gesù, in Lui il cristiano trova anche i fratelli. La vocazione cristiana, per tanto, non è un ruolo sociale che Dio assegna al cristiano, ma è grazia personale che gli dà una identità specifica in ogni momento della sua esistenza; è dono che riceve continuamente da Dio per essere dono agli altri. La vita del cristiano è, anzitutto, testimonianza della sua relazione con Cristo; diffusione dell’amore personale di Gesù che sperimenta come fondamento del proprio essere (cf Gal 2, 20; 2Cor 5,17).
5. L’esempio di Daniele Comboni: RV 2 5
III parte
PARTECIPI DEL MISTERO DI GESÙ
SACERDOTE, RE E PROFETA
1. Il cristiano partecipa al sacerdozio di Gesù
- 1Pt 2,5-9; Ap 1,6; 5,9-10; 20,6; Es 19,6; Is 61, 6 => LG 10a; 34a.b
1. 1. Modi di partecipare e realizzare il sacerdozio di Gesù
A. Mediante la partecipazione ai sacramenti, soprattutto all’Eucaristia:
- Rom 12,1; Sl 49/50; Ef 5,2; Col 1,24
- VC 95; 38a
- RV 53; 10.2; 48; 48.1-4; 51 52; 54 55
B. Contribuendo come “materiale nella costruzione dell’edificio spirituale”, cioè del Regno di Dio: 1Cor 3,9-13; Ef 2,21-22; 4,11-12; 1Cor 12,4-7
- VC 36; 39: Le persone consacrate sono materiale per la costruzione del Regno di Dio mediante la fedeltà al carisma e la promozione della santità.
- RV 10.1; 11;11.1-2; 13; 13.1-2; 18.2
C. Proclamando le meraviglie di Dio: 1Tes 5,17-19; Ef 5,19-20; Mt 5,48; 20,18
- VC 95e; 104
- RV 46; 48; 49; 50 51; 56.2; 57
D. Attraverso la “separazione”
- Lc 14,24; Mc 10,21; cf. Lv 21; 2Cor 6,14-17; 1Gv 2,15-17; 1Pt 2,5-9
- VC 38: dove descrive questa separazione come “combattimento spirituale”.
- RV: Il missionario accetta e vive questa situazione di separazione:
- – come dedizione totale alla causa missionaria: RV 2; 2.1; 10; 10.1; 1.3; 13.1;
- – come accettazione del mistero della Croce: RV 4; 4.1-2; cf. Gal 2, 20.21;
- – come distacco dalla famiglia: RV 44;
- – come accettazione della solitudine e della provvisorietà: RV 26.5; 71.1-2; ecc. …
2. Il cristiano partecipa alla regalità di Gesù
- Mt 5,13-16; Ef 4,1-14; Mt 20,27; Mc 9,35; Mt 28,18-30 => LG 36a
- VC, Cap. III, nº 75: – Le persone consacrate partecipano alla regalità di Gesù per mezzo del “Servizio della Carità”, amando con un amore “sino alla fine” alla maniera di Gesù.
- RV 3 5; 10.2; 60 61: Il missionario comboniano partecipa e realizza la regalità di Gesù, seguendo l’esempio di Daniele Comboni, che ispirò la sua vita alle opzioni e ai sentimenti del Cuore Trafitto di Gesù, Buon Pastore (RV 3), al mistero della Croce (RV 4) e all’opzione preferenziale per i dimenticati dalla stessa Chiesa nella sua azione evangelizzatrice (RV 5), e lavorando nella convinzione che “è una pietra nascosta sottoterra” (Regole 1871, Cap X).
3. Il cristiano partecipa alla funzione profetica di Gesù
- 1Pt 2,9.12, Gv 8,31s; At 1,8; Mc 6,15; Mt 24,14; 28,19 =>LG 35
3.1. Modi di partecipare alla funzione profetica di Gesù
A. Rimanendo nella Parola: Gv 8,31; Mt 7,24-29; Mc 4,1-20
- VC 15 16; 84 85: Le persone consacrate alimentano la loro testimonianza profetica con il silenzio e l’ascolto del Figlio prediletto.
- RV: Il missionario comboniano partecipa alla funzione profetica di Gesù, rimanendo nella Parola di Dio, centrando la sua vita nell’incontro con Dio e formando con i suoi fratelli una comunità orante: RV 46 47.
B. Mediante la testimonianza della vita: Mt 5,13-16; 13,33; Fil 2,14-15
- VC: Le persone consacrate danno una specifica testimonianza profetica:
- nella quotidianità della vita ordinaria: VC 25
- attraverso la fedeltà creativa: VC 37
- mediante la vita di professione dei consigli evangelici: VC 81 82.
- RV: Il missionario comboniano da una specifica testimonianza profetica:
- distinguendosi, come Daniele Comboni, per la centralità della vocazione missionaria, per lo zelo e la dedizione totale alla causa missionaria, per la disponibilità totale, la generosità, la abnegazione nel partire verso i popoli da evangelizzare: RV 2; 2.2; 72.2;
- attraverso la fedeltà e la obbedienza creative: RV 16; 16.1-3; 35; Preambolo RV;
- con la sua vita comunitaria: RV 10; 18; 23; 36; ecc. …
- con la sua vita di professione dei consigli evangelici: RV 10.2; 20.l; 22; 58; 58.1-5;
C. Mediante la lotta contro il male e l’impegno per la liberazione integrale dell’uomo:
- Ef 5,8-13; Mt 5,10-11; 2Cor 4,10; Lc 4,14-22; Mt 25,31-46
- VC: Le persone consacrate lottano contro il male e promuovono la liberazione integrale dell’uomo:
- con un deciso impegno di vita spirituale: VC 93;
- promovendo la santità: VC 39;
- mettendo la loro vita a servizio di Dio e dell’uomo: VC 73 74;
- traducendo la vita consacrata in lavoro e missione: VC 27a b;
- denunciando le ingiustizie e impegnandosi per la promozione della giustizia: VC 82b;
- infondendo speranza agli uomini di oggi: VC 27c; ecc….
- RV: Il missionario comboniano lotta contro il male e promuove la liberazione integrale dell’uomo:
- con l’impegno a tendere alla perfezione della carità: RV 22.2; 10.2; 82; 82.1; 99; 99.1;
- contemplando il Cuore Trafitto di Cristo, che lo spinge all’azione missionaria come impegno per la liberazione integrale dell’uomo: RV 3.2-3; 5; 60 61;
- accettando situazioni di persecuzione: RV 58.3; 55; 15.2;
- evangelizzando con l’atteggiamento semplice, fiducioso e rispettoso verso gli altri: RV 58.1.
4. PER LEGGERE LA NOSTRA VITA
- Quali sono gli elementi che caratterizzano la nostra consacrazione presbiterale missionaria comboniana a partire della figura di Gesù Sacerdote, Re e Profeta?
- Cfr. RV 3-5; 21; 21.1-2; 58; 60-61
- Come un presbitero comboniano vive e manifesta la sua inserzione in Gesù Sacerdote, Re e Profeta?