Credi tu questo?” è il tema, tratto dal Vangelo di Giovanni. Il 23 gennaio la veglia itinerante. Il 25, nella basilica di San Paolo, la conclusione con la celebrazione dei vespri presieduta da Francesco

(foto: Siciliani/Gennari)

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A 1.700 anni dal primo Concilio ecumenico della storia – quello di Nicea, nell’attuale Turchia, nel 325 d. C. -, si rinnova l’appuntamento con la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che prende il via sabato 18 gennaio per concludersi il 25, solennità della Conversione di San Paolo, con la celebrazione dei vespri nella basilica di San Paolo fuori le Mura, presieduta da Papa Francesco.

A fare da filo conduttore alle iniziative, il tema “Credi tu questo?”, tratto dal Vangelo di Giovanni, che prende spunto dal dialogo tra Gesù e Marta, durante la visita di Gesù alla casa di Marta e Maria a Betania, dopo la morte del loro fratello Lazzaro. Momento centrale, la veglia ecumenica itinerante, in programma per giovedì 23 gennaio alle 18, organizzata dalla diocesi di Roma. Sulla scia del Giubileo che invita a farsi “pellegrini di speranza”, la veglia coinvolge tre diversi luoghi di culto: la chiesa luterana di via Sicilia 70, la chiesa ortodossa di Sant’Andrea, in via Sardegna 153, e la parrocchia San Camillo De Lellis, in via Piemonte 41. Un breve pellegrinaggio in tre tappe, con tre meditazioni bibliche offerte dalla pastora Mirella Manocchio per gli evangelici, dal rev. padre Simeone Katsinas per gli ortodossi e per la Chiesa cattolica dal vescovo Paolo Ricciardi, delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo. In ciascuna chiesa saranno consegnate delle lampade e delle riflessioni, simboleggianti la luce e la speranza.

«Questa offerta di doni rappresenta la circolarità, la condivisione e diversità nella stessa fede», sottolinea monsignor Marco Gnavi, responsabile dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Roma. Il tema scelto per quest’anno, spiega, «è estratto dal dialogo tra Gesù e Marta di fronte alla sfida della morte di Lazzaro e alla fede nella risurrezione in Cristo. Un tema centrale – rileva -, perché oggi non solo le Chiese ma i popoli devono fronteggiare molte espressioni di morte reale, che vuol dire anche divisione, separazione, fino al conflitto e al massacro degli innocenti. Anche nella vita personale di ciascuno – prosegue il sacerdote -, molti sono soli e l’incertezza del presente pone una richiesta di risposte. Il dialogo tra Gesù e Marta mostra come in ciascun uomo e in ciascuna donna ci sia una domanda di fede implicita o esplicita». Non solo: per il sacerdote, «queste parole ci aiutano anche a ricordare l’anniversario del concilio di Nicea, che ci ha regalato questa professione di fede che tutti ci unisce nel battesimo».

Le preghiere e le riflessioni per la Settimana, informano dal Vicariato, sono state redatte dai fratelli e dalle sorelle della Comunità Monastica di Bose, nel nord Italia; un gruppo internazionale nominato dal dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani e dalla Commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese ha lavorato insieme ai redattori.

13 gennaio 2025