SOLENNITÀ del SACRATISSIMO CUORE DI GESU’ (ANNO B)
Gv 19,31-37: Uno dei soldati gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Commento
di Luigi Maria Epicoco
Oggi la liturgia ci fa celebrare la Festa Sacratissimo Cuore di Gesù, e per questo il Vangelo di Giovanni ci riporta ai piedi della Croce. È infatti lì il luogo da cui possiamo intuire qualcosa dell’amore di Dio. La Croce è il luogo più buio ma allo stesso tempo il più luminoso secondo la logica del Vangelo. Gesù è morto, e i versetti del Vangelo di oggi sembrano voler descrivere semplicemente i gesti di sgombero della scena. I soldati romani vogliono velocizzare l’operazione e così spezzano le gambe ai crocifissi per avvantaggiarne la morte.
“Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua”.
Accade così che quella che doveva essere semplicemente una verifica della sua morte, diventi una finestra sul Suo Mistero. Quella trafittura ci fa affacciare sullo stesso Cuore di Cristo da cui scaturiscono “il sangue e l’acqua” simbolo dei sacramenti. Sappiamo così che il gesto più alto dell’amore di Cristo, che è il donare la vita per ciascuno di noi, continua ad essere visibile, presente ed efficace in quel “sangue e in quell’acqua” che i sacramenti rendono costantemente presenti. Soprattutto nell’Eucarestia quella ferita, quel Cuore, quell’amore vivo, continua ad essere presente e in mezzo a noi. Noi siamo costantemente amati di un Amore che non è un amore qualunque, ma che è un Amore che dà la vita. Tutte le volte che ci accostiamo all’Eucarestia ci accostiamo a un Amore così, un Amore che salva perché riempie la vita di significato. Infatti sentirsi amati fino al punto di sapere che chi ti ama è disposto a morire per te, riempie la tua vita di un significato che ti salva. Per questo Giovanni ci tiene ad aggiungere:
“Chi ha visto ne dà testimonianza”.
Si può dare solo testimonianza di una cosa simile, non una spiegazione. Il Mistero dell’amore di Dio, del Suo Cuore appunto, è un Mistero che può essere testimoniato come fatto, e ogni ragionamento può solo fermarsi e contemplare.
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Sacratissimo Cuore di Gesù
La devozione al Sacro Cuore non risale solo al XVII secolo: già i salmi, nell’A.T., ne parlavano e nel Vangelo, il grande diffusore di questa devozione è san Giovanni che posò addirittura il suo capo sul cuore di Gesù. Poi, dopo sviluppi successivi dovuti a S. Jean Eudes, vennero le dodici promesse, una più bella dell’altra, rivelate a Santa Margherita M. Alacoque,(1647-1690) per far amare di più il Sacro Cuore di Gesù:
Salvato dai primi venerdì del mese
Promesse che Gesù mantiene: è ormai celebre la vicenda dell’apparizione alle Tre Fontane a Bruno Cornacchiola che perseguitava la chiesa e voleva uccidere il Papa Pio XII, quando la Madonna lo fermò dicendogli: “Sono Colei che sono nella Trinità divina, sono la Vergine della Rivelazione: Tu mi perseguiti, ora basta! Entra nell’ovile santo, i nove primi venerdì che tu facesti prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato”.
E volete sapere l’ultima? Bruno Cornacchiola morì il venerdì 22 giugno 2001, festa del Sacro Cuore! Ecco la firma del Signore! Promessa più mantenuta di così!!!
Per festeggiare il Sacro Cuore, ho preparato dodici biglietti con le rispettive promesse, e ognuno ne ha presa una. E ognuno ha ricevuto quella di cui aveva più bisogno in quel momento. Sono tutte belle, ma volete sapere quale io preferisco fra tutte?’ l’undicesima: “Il nome di chi propagherà questa devozione sarà scritto nel mio cuore e non sarà mai più cancellato”, disse Gesù a Santa Margherita.
Il nome scritto nel cuore
Qui il nome è scritto addirittura nel cuore di Gesù e non solo nel libro della vita. E ci assicura che non ne verrà mai più cancellato. Che volete di più? “Rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei Cieli”, diceva Gesù ai 72 discepoli mandati in missione. Il nome scritto nel cielo è un tema caro all’Apocalisse, riconfermato da Gesù nelle apparizioni a S. Margherita M. Alacoque quando le disse appunto che il nome di chi lo onora sarà scritto nel Suo Cuore e non ne verrà mai più cancellato. E’ il nome nuovo scolpito nel libro della vita, oltre che nel Cuore di Gesù, è la pietruzza bianca, è “essere ciò che avremmo sempre voluto essere e non siamo mai riusciti”. E’ essere e dare il meglio di noi stessi, osare diventare ciò che non abbiamo mai osato sperare. Solo Dio sa chi veramente siamo, e solo Lui può farci diventare ciò che vorremmo essere, noi possiamo solo constatare che non siamo stati ciò che avremmo voluto essere.
Il rovescio del tappeto
?Questa vita è il rovescio del tappeto, pieno di nodi, la cui trama inestricabile di prove e sofferenze, ci impedisce di vedere il bellissimo disegno che si va formando sul diritto. Lo vedremo solo dopo, e sarà il nostro nome nuovo, scritto nel libro della vita e nel Cuore di Dio che non verrà mai più cancellato. Sarà il nostro nome vittorioso che ci introdurrà al banchetto celeste (“Al vincitore darò la manna nascosta…” Ap. 2). Sarà il nostro nome glorioso che avremo forgiato quaggiù col nostro cammino doloroso. Sarà il nostro nome eterno che porteremo scritto in fronte, davanti al trono di Dio e dell’Agnello, di cui contempleremo gli splendori per i secoli eterni.
Pensiero della settimana
Cos’è la preghiera?
La preghiera è per l’anima ciò che la ginnastica è per il corpo: sviluppa i muscoli della fede, speranza e carità…
Wilma Chasseur
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