Vangelo del giorno

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

di Luigi Maria Epicoco
Due atteggiamenti vengono sottolineati con forza nel Vangelo di oggi. Il primo nasce dalla carità:
Chiunque vi avrà dato da bere un bicchier d’acqua nel nome mio, perché siete di Cristo, in verità vi dico che non perderà la sua ricompensa”.
Sapere che la santità non consiste in gesti eroici ma nella capacità di saper dare anche solo un bicchiere d’acqua con amore a qualcuno, fa si che ognuno di noi deve poter fare esame di coscienza non sulle grandi imprese della propria vita, ma sul dettaglio più insignificante di cui è fatta la sua giornata. Chi ama te ne accorgi dalla cura che ha per i dettagli. Il secondo atteggiamento sottolineato dal Vangelo di oggi ha un gusto di durezza estremo. Gesù invita a “tagliare” dalla propria vita tutto ciò che impedisce alla vita stessa di essere sana, vera, autentica. Gesù non ci invita semplicemente a moderarci, ma a togliere di mezzo tutto ciò che ci impedisce di essere santi. A noi molto spesso manca questa radicalità. Siamo maestri del compromesso, ma non ci rendiamo conto che quando si fanno compromessi con il male alla fine ne rimaniamo sempre colpiti a morte. In questo senso avere fede significa avere carattere. Il nostro più grande errore è credere che siamo capaci di saperci fermare sempre in tempo, di avere sempre le redini delle situazioni, di essere più furbi degli altri, di cadere sempre in piedi. Ma la verità è che questa eccessiva fiducia nella nostra scaltrezza fa si che alla fine ne rimaniamo vittime. Ecco perché se oggi sai che c’è una cosa nella tua vita che ti fa male o ti conduce al male tagliala via senza ripensamenti. Avrai così ascoltato davvero il Vangelo. 
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di Don Franco Mastrolonardo
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala. Dare un bicchier d’acqua è davvero semplice. E ci garantisce anche il Paradiso. Eppure non lo facciamo, perché pensiamo che la vita e la carità debbano essere sempre più complesse di quello che sono.
Così invece di cullarci nei pensieri felici di sobrietà e semplicità, viviamo l’insonnia dei pensieri difficili, complessi, martorianti per le nostre piccole menti e i nostri poveri cuori. E insieme a questi le zavorre che ci portiamo dietro, quasi dovessimo scontare una colpa perenne.
Gesù ci chiede di tagliare con tutto questo, perché altrimenti viviamo un inferno e non il paradiso.
Allora quali sono quelle situazioni, quelle relazioni o quelle scelte che ci trasciniamo dietro nella nostra vita?
Gesù qui è netto, non ci vuole tiepidi, non ci vuole con i piedi in due staffe, ci chiede un SI pulito e coraggioso.
Credo che Gesù sia sempre pronto a guidarci, ma siamo noi che dobbiamo fare il passo. Se stiamo li fermi a lungo a domandarci da che parte andare, come può guidarci Gesù? Siamo comunque fermi, senza dirgli ne SI ne NO.
A volte l’impotante è andare, dire SI, affidando a lui i nostri passi…poi ci pensa Gesù a raddrizzare ciò che noi creiamo storto!
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di Paolo Curtaz
Il sale insipido non serve a niente, verissimo, non si riesce proprio a salare il sale. Un discepolo insipido non serve a niente, questo dice Gesù. Perciò chiede tanto, perciò è così esigente: noi discepoli possiamo diventare ostacolo, scandalizzare, offendere la Parola. La Chiesa, che vorrebbe essere la porta d’ingresso a Dio, l’accesso al volto dell’Altissimo, se vive in contraddizione ciò che dice diventa orribile maschera. Ancora portiamo le conseguenze (e per quanto tempo ancora le porteremo) per l’orribile scandalo della pedofilia e per come è stato gestito. Perciò non deve stupire la durezza usata da Gesù nei confronti di coloro che diventano scandalo. È vero: meglio essere monchi o orbi che scandalizzare un innocente. Vegliamo su noi stessi con serietà e costanza. Dio è buono, certo, ma non è un bonaccione innocuo cui va tutto bene. Il Dio della Scrittura protegge gli orfani e le vedove con decisione e forza, con determinazione assoluta. Anche contro i suoi discepoli che non vivono con onestà la propria salvezza. Manteniamoci in un atteggiamento di umiltà e di conversione perché nessuno si allontani dal Vangelo per causa nostra…