In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

Commento

di don Franco Mastrolonardo
Chiedete, cercate e bussate. E’ una sequenza di verbi interessante. Come fosse un cercare qualcuno da qualche parte. Si chiede dove abita, si cerca l’abitazione e infine si bussa. In fondo la preghiera è proprio questo: incontrare un amico, scendere a casa sua. La preghiera infatti è un dialogo fra amici. Poi però qualche problemino arriva quando questo incontro desiderato non avviene. Cioè quando arrivati a bussare nessuno risponde. Eh si allora lì arrivano i grandi interrogativi. Abbiamo sbagliato porta? Non c’era nessuno in quella casa? O peggio ancora c’è ma non risponde? Oppure addirittura: ma Dio si prende gioco di noi? E sentite qui come si diverte il diavolo …
Era Al Pacino grande protagonista del film “L’avvocato del diavolo”. Il diavolo mira a sminuire l’immagine di Dio in noi e a screditarlo ai nostri occhi. Lo scopo a cui vuole arrivare è allontanarci definitivamente da Dio. E qui trova le carte giuste da giocare. Perché è nel dubbio che il diavolo entra in scena. Quando iniziamo a dubitare della potenza di Dio, della sua parola, delle sue promesse. Quanto abbiamo pregato per questo amico o questo figlio affinché guarisse. Ma non è guarito! E allora? Quando nell’intimo iniziamo a pensare: ma cosa prego a fare? E’ tutto inutile. E’ qui che satana gioca il tutto per tutto.
http://www.preg.audio

di Luigi Maria Epicoco
Il male ci convince a non pregare perché insinua in noi la paura che se chiederemo qualcosa non ci sarà data, se cercheremo ciò che conta non lo troveremo mai, e che se disperati busseremo alla porta di uno che dice di amarci, in realtà ci accorgeremo che non c’è nessuno dentro. È la paura di tutto questo che fa ammalare la nostra preghiera. Gesù invece con una grandissima autorità ci dice che se chiederemo, se cercheremo, se busseremo, avremo, troveremo, ci sarà aperto. E per convincerci di questo ci mostra la logica di un qualunque padre di questa terra:
“Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!”.
Infatti come è possibile credere che Dio è amore e poi vivere con la paura che questo amore possa riservarci brutte sorprese? Eppure la fatica più grossa che come credenti facciamo è quella di tirare giuste conseguenze da quello che professiamo di Dio. Non a caso la parola più difficile da pronunciare nella nostra preghiera è “sia fatta la tua volontà”. Siamo come convinti che la volontà di Dio sia contro di noi, che non ci convenga, che non valga la pena. Eppure se Egli ci ama come potrebbe essere possibile che la Sua volontà sia contro di noi? Ciò che deve aumentare in maniera esponenziale nella nostra vita spirituale è la fiducia. Senza fiducia la nostra preghiera è solo un disperato tentativo di convincere Dio di qualcosa senza ricordarci che se non ci amasse non saremmo nemmeno lì a pregare. Ecco perché oggi forse dobbiamo ricordarci che se non scegliamo di fidarci non serve nemmeno pregare.
http://www.nellaparola.it