Ritiro sui Salmi (2)
P. Renzo Piazza
(riflessioni ispirate da card. Martini)
Castel d’Azzano, 6-9 febbraio 2024
Dio mi mostra il suo amore perdonandomi
(salmo 102)
1Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
2 Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.
3 Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
4 salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di grazia e di misericordia;
5 egli sazia di beni i tuoi giorni
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
6 Il Signore agisce con giustizia
e con diritto verso tutti gli oppressi.
7 Ha rivelato a Mosè le sue vie,
ai figli d’Israele le sue opere.
8 Buono e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
9 Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
10 Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
11 Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
12 come dista l’oriente dall’occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
13 Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
14 Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
15 Come l’erba sono i giorni dell’uomo,
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
16 Lo investe il vento e più non esiste
e il suo posto non lo riconosce.
17 Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
18 per quanti custodiscono la sua alleanza
e ricordano di osservare i suoi precetti.
19 Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono
e il suo regno abbraccia l’universo.
20 Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli,
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti alla voce della sua parola.
21 Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere,
suoi ministri, che fate il suo volere.
22 Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in ogni luogo del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.
Questo salmo parla della nostra debolezza, conosciuta da Dio che ha pietà di noi. Si potrebbe, quindi, intitolarlo: “Egli sa di che siamo plasmati”. Tuttavia, esso esprime molto di più ed infatti è stato chiamato iI Te Deum dell’Antico Testamento o, potremmo dire, il Magnificat dell’Antico Testamento.
È necessario cercare insieme quale sia in realtà il cuore del salmo. Teniamo presente che la Bibbia di Gerusalemme lo intitola “Dio è amore”, facendoci cogliere il contenuto teologico dell’inno, mentre la Bibbia in lingua corrente preferisce parlarci di “Grande ringraziamento dopo il perdono”, dal momento che il salmista sottolinea anche questa situazione.
Iniziamo allora la nostra ricerca.
LECTIO del salmo 102
Osserviamo subito che c’è un piccolo mistero nel Salmo 102. È composto di ventidue versetti, tanti quante sono le lettere dell’alfabeto ebraico.
Il fatto che abbia il medesimo numero di versetti delle lettere dell’alfabeto ci permette di pensare che il Salmo 102 ci presenti la lode di Dio come qualcosa di totale; nella lode di Dio abbiamo tutto, è un discorso completo.
Noi dunque lo affrontiamo con tale fiducia e con tale speranza.
Ciò che più colpisce rileggendo il Salmo 102 è il fatto che inizia con tre inviti a benedire: “Benedici il Signore, anima mia”; “Quanto è in me benedica il suo santo nome”; “Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici”.
Appare come un invitatorio, rivolto daI salmista a sé stesso: “Benedici il Signore, anima mia”. Il significato di ciò è profondo e lo chiariremo nel momento della meditatio chiedendoci: come dobbiamo e possiamo autoinvitarci alla lode?
Il salmo 102 termina ancora con l’invito a benedire: “Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli … Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere … Benedite il Signore, voi tutte opere sue … Benedici il Signore, anima mia”. Sette inviti in tutto, tre all’inizio e quattro alla fine, e sette è il numero perfetto; si tratta, quindi, di un invito globale, totale, Quando un salmo si conclude con il tema dell’inizio, si parla di inclusione.
I versetti 3-19 espongono i motivi della lode.
Innanzitutto, benedire Dio per ciò che compie adesso: perdona, guarisce, salva, corona, sazia, rinnova, agisce con giustizia (vv. 3-6); sette verbi al presente per indicare sette azioni di Dio ora, per le quali lo devo benedire.
Dal presente si va al passato: “Dio ha rivelato a Mosè le sue vie” (v. 7). Si benedice Dio per essersi rivelato a Mosè e a Israele, richiamando la storia della salvezza.
Con i versetti 8-10 viene sottolineato il “sempre” di Dio: buono, pietoso, lento all’ira, grande nell’amore. Quattro aggettivi che descrivono le caratteristiche della persona di Dio, seguiti poi da quattro verbi che indicano ciò che Dio, essendo buono, non fa: non continua a contestare, non conserva lo sdegno, non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci paga secondo le nostre colpe. Dio è stato e sarà sempre così.
Nei versetti 11-13 leggiamo la risposta alla domanda: “Come?” Sono tre paragoni che iniziano con un “come” e continuano con un “così” per indicare la trascendenza e la misericordia di Dio. “Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia … come dista I’oriente dall’occidente così allontana da noi le nostre colpe. Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono”.
Tutto il salmo è una grande variazione sul tema’della bontà misericordiosa di Dio.
Nei versetti 14-16 si spiega il perché della misericordia di Dio, partendo dal fatto che noi siamo polvere, fiore del campo che sfiorisce, che siamo come I’erba. La nostra debolezza ci permette di capire perché Dio ci comprenda a fondo e ci perdoni.
Infine nei versetti 17-I9 si ritorna alle ragioni eterne della divina misericordia: pur se siamo fragili, “la grazia del Signore è da sempre, dura in eterno … per quanti custodiscono la sua alleanza”
Nel Salmo 102 c’è un’insistenza su uno stesso tema: perché, o Dio, sei tanto buono? E perché perdoni? Infatti si esprime così :
- “Ti corona di grazia” (v. 4);
- “Dio è grande nell’amore” (v. 8). E poi continua:
- “Così è grande la sua misericordia su quanti lo temono” (v. 11)
- “La grazia del Signore è da sempre” (v. 17).
Nel Salmo 102 c’è un ordine un po’ disordinato, che nasce dal cuore e coniuga continuamente lo stesso tema: perché, o Dio, sei tanto buono? Come sei buono! E perché perdoni?
Se, dopo aver riletto il salmo secondo una struttura grammaticale e sintattica, lo riprendiamo in mano, ci accorgiamo che ha una struttura ancora più profonda data dall’allargamento progressivo.
I primi cinque versetti sono centrati sull’io, su ciò che il Signore fa con me. Quindi si passa al noi (v. 6), a tutti gli oppressi, poi al popolo di Israele e a quanto Dio ha fatto per il popolo eletto (v. 7). I versetti 14-16 toccano ogni uomo in quantoèpolvere e i versetti 19-22 si allargano al cielo, agli angeli, allacreazione.
É un coro crescente di lode al Dio misericordioso per affermare un’ unica convinzione: Dioè amore.
A ogni tappa dell’inno ritorna in maniera discreta e insieme precisa un tema fondamentale: grazia o amore. Lo troviamo nella tappa personale: “Ti corona di grazia” (v. 4) e in quella riguardante la storia della salvezza: “Dio è grande nell’amore” (v. 8). Lo troviamo nella tappa che si allarga al cielo e alla terra: “Così è grande la sua misericordia su quanti lo temono” (v. 11) e in quella cosmica che vale per sempre: “La grazia del Signore è da sempre” (v. 17).
Nella sua semplicità il Salmo 102 racchiude il mistero della fragilità e povertà umana e della infinita misericordia divina.
L’autoinvito a benedire, “Benedici il Signore, anima mia”, richiama alla memoria il canto del Magnificat: “L’anima mia magnifica il Signore”. C’è davvero un’affinità tra il cantico di Maria e questo antichissimo inno dell’Antico Testamento, anche al versetto 11: “Così è grande la misericordia su quanti lo temono”. Il Magnificat, infatti, recita: “Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono”. Dunque l’io che canta può essere pensato come I’io di Maria, l’io della Chiesa, I’io della nostra anima nella pienezza della sua autenticità.
L’intero universo può essere mobilitato per lodare Dio.
Riflettiamo ancora sui versetti 12-13, che esprimono le dimensioni della misericordia: “Come dista l’oriente dall’occidente, così allontana da noi le nostre colpe. Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono”. Notiamo che la misericordia è contemplata secondo due dimensioni: quella verticale – il cielo alto sulla terra – che indica I’altezza irraggiungibile dell’amore di Dio, il cielo che è al di fuori della nostra portata e mostra quanto Dio è più alto e incomprensibile, nel suo amore, di ciò che noi possiamo pensare; e la dimensione orizzontale – come dista l’oriente dall’occidente – che esprime quanto riguarda l’uomo e il suo peccato. Dio quindi pone la massima distanza tra l’uomo e la sua colpa.
E noi sappiamo porre la massima distanza tra noi e la colpa commessa?
Volendo sintetizzare i contenuti del Salmo 102, potremmo usare l’espressione di 1Gv 4,16: “Dio è amore“. Dio dimostra il suo amore perdonandomi, egli conosce la mia debolezza e mi ricolma dei suoi benefici.
Forse è proprio questo il titolo più adatto, ma lascio a ciascuno di voi di formularlo in pochissime parole.
MEDITATIO
Il gusto della lode e il coraggio di perdonarsi sono due aspetti del messaggio contenuto nel salmo per noi oggi. Offro, quindi, due indicazioni utili perché ciascuno di voi riesca a coglierli.
So fare esperienza della lode? Occorre partire dalla percezione che spesso siamo pigri nella lode, facciamo fatica a lodare e a ringraziare, mentre siamo pronti a lamentarci, a criticare, a sottolineare, magari silenziosamente, ciò che non va negli altri.
Siamo altrettanto pronti a dire: “Signore, ti ringrazio; anima mia, benedici il Signore, quanto è in me benedica il suo santo nome”?
Cominciamo a scuoterci pronunciando queste parole e ci accorgeremo di provare gusto, capiremo che è bello ed è giusto ripeterle. Se stiamo vivendo un momento noioso, oscuro, arido e ci sforziamo di benedire il Signore, scopriremo di avere tanti motivi per lodarlo e aIlora tutto si scioglie, tutto si chiarisce e si illumina; ed entriamo in una sensazione di verità che forse raramente sperimentiamo.
Abbiamo il coraggio di perdonarci? Talora ho I’impressione che viviamo una sorta di schizofrenia, di divisione interiore per quanto riguarda le nostre debolezze, le nostre fragilità. Perché, da una parte, il più delle volte non ci badiamo, passiamo sopra a tante mancanze, a tante colpe, siamo negligenti; dall’altra parte, le nostre carenze e le nostre lacune sovente ci ossessionano e, in certi casi, non sappiamo perdonarci le colpe.
Mi verrebbe anzi voglia di dire a qualcuno: “Dio ti ha perdonato, ma sei tu che non ti sai perdonare adesso”. Si tratta spesso di colpe piccole, su cui ci colpevolizziamo in maniera sterile. Ricorriamo dunque alle parole del salmista: “come dista l’oriente dall’occidente, così allontana da noi le nosrre colpe. Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono”.
ORATIO
Prima preghiera: Leggere gli avvenimenti.
- Fissare un periodo della mia vita;
- Scegliere gli avvenimenti di questo periodo, felici e dolorosi (personali, della congregazione, gli amici, i collaboratori, i successi, i fallimenti…). Scegliere i più importanti.
- Rivivere queste situazioni con lo stile della preghiera di Maria che “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”.
- Fare memoria: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quaranta anni nel deserto…” (Dt. 8, 2). Il ricordo. E’ importante ri-cordare, riportare al cuore.
- Azione di grazie: accogliere la mia storia che è il grande dono di Dio, aiutati dalle parole del Salmo 102: “Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici”. Ricordando che “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”: anche il peccato… anche il dolore (Rm. 8, 28).