5 Novembre
Guido Maria Conforti.
Vescovo e pastore dal cuore rivolto agli estremi confini
Con i piedi ben piantati nella terra di nascita ma con il cuore rivolto al mondo intero: così vive il cristiano, così ha vissuto san Guido Maria Conforti, vescovo dal volto missionario. Era nato a Parma nel 1865 ed era diventato prete a 23 anni, coltivando da subito il sogno della missione; un desiderio che fu reso difficile dalle sue precarie condizioni di salute. Nel 1895 fondò la Congregazione di San Francesco Saverio per le missioni estere, i Saveriani, ma il viaggio del primo gruppo partito per la Cina nel 1899 finì nel sangue a causa della rivolta dei Boxers. Nel 1902 Conforti divenne arcivescovo di Ravenna, ma dovette lasciare la diocesi per la malattia. Nel 1904 partì una seconda spedizione per la Cina, che questa volta mise radici. Nel 1907, infine, divenne vescovo di Parma, diocesi che guidò fino alla morte nel 1931.
Altri santi. San Donnino, martire (IV sec.); beato Gregorio Lakota, vescovo e martire (1883-1950).
Matteo Liut
Avvenire
S. GUIDO MARIA CONFORTI (1865-1931)
fondatore dei Missionari Saveriani.
Guido Maria Conforti nacque a Casalora di Ravadese, presso Parma, nel 1865, in un periodo in cui l’Italia stava ancora definendo la propria identità nazionale e la Chiesa cercava nuovi equilibri nel mondo postunitario. Fin da giovane mostrò una spiccata inclinazione per la vita religiosa e un interesse profondo per la dimensione universale della fede, maturato anche attraverso la lettura di testi che raccontavano le grandi missioni cattoliche del secolo precedente.
Ordinato sacerdote nel 1888, Conforti si trovò ben presto a confrontarsi con le sfide pastorali e sociali di un Paese in trasformazione. L’industrializzazione incipiente, le tensioni politiche e il distacco crescente tra Chiesa e società civile fecero emergere in lui la convinzione che la risposta della Chiesa dovesse essere non solo pastorale, ma anche culturale e universale.
Nel 1895 fondò a Parma la congregazione dei Missionari di San Francesco Saverio per le Missioni Estere — comunemente noti come Saveriani — con lo scopo di formare sacerdoti e religiosi destinati all’evangelizzazione dei non cristiani, in particolare in Asia. La Cina divenne ben presto la principale destinazione dei primi missionari saveriani, che partirono nel 1899, in un contesto non privo di difficoltà politiche e culturali, segnato dalla complessa interazione tra tradizione locale, colonialismo occidentale e presenza religiosa straniera.
Conforti guidò l’istituto con equilibrio e determinazione, curando la preparazione culturale dei missionari e insistendo sulla necessità di comprendere e rispettare le civiltà con cui entravano in contatto. Il suo approccio, più attento al dialogo e alla testimonianza che alla mera conversione, lo colloca tra i precursori di una sensibilità missionaria più moderna, orientata all’incontro tra culture.
Nel 1902 fu nominato vescovo di Ravenna, ma rinunciò presto all’incarico per motivi di salute. Pochi anni dopo, nel 1907, fu trasferito alla sede episcopale di Parma, che resse fino alla morte. In quel ruolo, oltre all’impegno pastorale, continuò a seguire con attenzione le vicende della congregazione e delle missioni saveriane, mantenendo contatti regolari con le comunità cinesi e incoraggiandone lo sviluppo anche in altre regioni del mondo.
Morì a Parma nel 1931, lasciando un’eredità che si estese ben oltre i confini della sua diocesi. La sua figura rimase legata all’idea di una Chiesa aperta al mondo e consapevole della propria dimensione universale, capace di guardare alle culture lontane non come a territori da conquistare, ma come spazi di incontro e di scambio.