Vangelo del giorno

Prima mi soffermo sulla parola “non preoccupatevi”. La preoccupazione è l’occupazione principale che abbiamo: pre-occuparci di quel che sarà e mediamente il 90% delle energie finisce nella preoccupazione: cosa sarà? Se voi notate ciò che più ci logora non è ciò che facciamo, ma la pre-occupazione.

Sabato della XXVIII settimana del Tempo Ordinario
Lc 12,8-12: Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.
Lectio divina di SilvanoFausti

8 Ora vi dico chiunque avrà confessato me davanti agli uomini anche il Figlio dell’uomo confesserà lui davanti agli angeli di Dio. 9 Ora chi avrà rinnegato me di fronte agli uomini sarà rinnegato di fronte agli angeli di Dio. 10 E a chiunque dirà una parola contro il figlio dell’uomo gli sarà rimesso. ma chi avrà bestemmiato contro il santo Spirito non sarà rimesso. 11 Quando vi tradurranno davanti alle sinagoghe e ai capi e ai poteri, non preoccupatevi come o cosa rispondere o cosa dire. 12 Il santo Spirito infatti vi insegnerà in quella stessa ora quanto bisogna dire.

8Ora vi dico chiunque avrà confessato me davanti agli uomini anche il Figlio dell’uomo confesserà lui davanti agli angeli di Dio. 9Ora chi avrà rinnegato me di fronte agli uomini sarà rinnegato di fronte agli angeli di Dio. 10E a chiunque dirà una parola contro il figlio dell’uomo gli sarà rimesso. ma chi avrà bestemmiato contro il santo Spirito non sarà rimesso.

Il versetto ottavo parla di confessare e rinnegare, cioè riconoscere o non riconoscere. Se noi riconosciamo davanti agli uomini che Dio è nostro Padre e noi siamo figli, lo riconosciamo con la vita – la confessione è con la vita, non è con le parole – allora anche il figlio dell’uomo ci riconoscerà davanti al Padre. Ciò significa che il futuro, il nostro destino non dipende da Dio, ma da quello che facciamo noi qui e ora.

Questa è una specie di promessa, un impegno che Dio si assume: “Io mi ricorderò di te, se tu ti ricordi di me”. Non è una contrattazione, è una promessa, è un impegno da parte di Dio, in modo che si rafforzi la nostra determinazione a stringere con Lui questo rapporto, questa relazione.

Il versetto 10 è difficile da spiegare, il senso probabilmente è questo che chi non ha riconosciuto Gesù – è così difficile riconoscerlo che Dio sia così – gli viene perdonato. Gesù sulla croce dirà: “Perdona loro, non sanno quello che fanno”. “Ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non gli sarà perdonato”. Credo che il peccato contro lo Spirito Santo sia quella presunzione come dice Gesù ai farisei “voi siete ciechi, ma questo non è un peccato, è perché credete di vedere che il vostro peccato rimane”. È la presunzione di sapere, di non stare aperti alla novità e il non convertirsi e il non cambiare vita; è questo il vero peccato contro lo Spirito che è amore e vita. Di questo non c’è perdono, c’è solo conversione.

Tenete presente che questo peccato è proprio solo dei credenti, di chi ha conosciuto lo Spirito, è il peccato tipico della persona religiosa, brava, la quale mediante la religione riesce a condannare tutti gli altri che sono cattivi e lei è brava, è giustificata, ha la verità, ha le idee chiare, gli altri sono tutti confusi sono “massa dannationis”.

Pensando ancora un po’ – perché è misterioso questo peccato contro lo Spirito – probabilmente l’ipocrisia è il peccato contro lo Spirito, cioè ritengo di essere a posto e basta. È uno che dice io ho la verità, vado a messa tutte le domeniche, faccio anche opere buone, ho la sana dottrina, gli altri no, io sono a posto.

Gli ultimi due versetti: sullo sfondo c’è l’esperienza di difficoltà, di persecuzione anche della comunità di Luca.

11Ora quando vi tradurranno davanti alle sinagoghe e ai capi e ai poteri, non preoccupatevi come o cosa rispondere o cosa dire. 12Il santo Spirito infatti vi insegnerà in quella stessa ora quanto bisogna dire.

Prima mi soffermo sulla parola “non preoccupatevi”. La preoccupazione è l’occupazione principale che abbiamo: pre-occuparci di quel che sarà e mediamente il 90% delle energie finisce nella preoccupazione: cosa sarà? Se voi notate ciò che più ci logora non è ciò che facciamo, ma la pre-occupazione.

Qui dice che quando vi capiterà, come è capitato a Gesù, di essere perseguitato non preoccupatevi di cosa avviene. La Chiesa non deve preoccuparsi se è perseguitata, deve preoccuparsi quando non lo è. Non sono io a dirlo è Gesù che lo dice. In Luca 6, 22: “beati voi quando vi perseguiteranno e mentendo diranno, mentendo (se dicono la verità fanno bene) diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia, rallegratevi ed esultate”; è capitato così ai profeti ed anche a me. Al versetto 26 dice il rischio: attenzione ahimè per voi quando diranno bene di voi.

“Non preoccupatevi lo Spirito vi insegnerà”. La persecuzione è il luogo in cui si cresce. È il luogo in cui si sa testimoniare la verità.

Dalle catechesi di Silvano Fausti (e di Filippo Clerici)
sul Vangelo di Luca (2004-2010)
www.gesuiti-villapizzone.it
Selezione degli estratti, sottolineature e titoli miei (MJ)