Vangelo del giorno

E Gesù paga il conto: quindi è già un tema pasquale. Gesù dice sei ahimè, non arriva al settimo, il settimo è proprio lui che va in croce, ahimè per voi. E la croce è davvero l’ahimè di Dio per il male del mondo.

Giovedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario
Lc 11,47-54: Ahimè per voi! Sarà chiesto conto a questa generazione.
Lectio divina di Silvano Fausti

47 Ahimè per voi, perché costruite i sepolcri dei profeti: ora i vostri padri li uccisero. 48 Siete quindi testimoni e approvate le opere dei vostri padri, perché essi li uccisero e voi costruite. 49 Per questo anche la sapienza di Dio disse: Invierò loro profeti e apostoli; ma li uccideranno e perseguiteranno, 50 così che a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti versato dalla fondazione del mondo, 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria ucciso fra l’altare e la casa. Sì, vi dico: Sarà chiesto conto a questa generazione. 52 Ahimè per voi, esperti della legge, che avete tolto la chiave della conoscenza: voi stessi non entraste e tratteneste quanti entravano. 53 E, uscito di là, cominciarono gli scribi e i farisei a prendersela ferocemente e a provocarlo a parlare su più cose, 54 insidiandolo alla caccia di qualcosa dalla sua bocca.

Per i farisei ci vuole molta compassione, perché sono vittime della falsa sapienza. Dopo la menzogna del peccato originale, essa è diffusa quanto l’ignoranza di Dio: abita ogni uomo e sta all’origine di tutti i mali.
Nella tradizione orientale la preghiera per ottenere l’illuminazione suona così: “Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”. Combinazione della richiesta del cieco con quella del pubblicano (18,13.38), è l’invocazione che illumina le tenebre, perché convince la giustizia di peccato e la sapienza di cecità.
Luca ci tiene molto a smascherare il fariseo che si annida nel credente, perché non decada dalla grazia del battesimo. Si rivolge infatti a “Teofilo”, perché non dimentichi, anzi si consolidi nella dottrina del Salvatore.
(Silvano Fausti, dal Commento al Vangelo di Luca)

47 Ahimè per voi, perché costruite i sepolcri dei profeti: ora i vostri padri li uccisero. 48 Siete quindi testimoni e approvate le opere dei vostri padri, perché essi li uccisero e voi costruite.

[Al v. 46 abbiamo letto il primo ahimè rivolto ai dottori della legge: Anche per voi, esperti della legge, ahimè! Perché caricate gli uomini di carichi insopportabili e voi stessi neanche con un vostro dito toccate i carichi].

Il secondo ahimè dice: voi siete molto bravi: fate chiese, costruite i sepolcri ai profeti, i monumenti, la memoria; sai che cattivi gli altri: hanno ammazzato i profeti. Bene, ammazziamo i profeti attuali e costruiamo i sepolcri per quelli passati, come hanno fatto tutti i nostri padri, quindi siamo degni figli. E, con l’alibi di costruire i sepolcri a quelli che abbiamo ammazzato prima, possiamo ammazzare tranquillamente i profeti di oggi. Non a caso tutte la voci profetiche sempre sono state perseguitate, anche all’interno della chiesa, è sempre profeta dopo averlo eliminato: Milani, Mazzolari, che abbiamo avuto anche più recenti; anche i santi, normalmente, anche Padre Pio, quante ne hanno passate prima, poi li si fa santi, perché sono stati già santificati e martirizzati sufficientemente.

49 Per questo anche la sapienza di Dio disse: Invierò loro profeti e apostoli; ma li uccideranno e perseguiteranno, 50 così che a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti versato dalla fondazione del mondo, 51 dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria ucciso fra l’altare e la casa. Sì, vi dico: Sarà chiesto conto a questa generazione.

E Gesù aggiunge: per questo la sapienza di Dio disse io invierò profeti e apostoli, ma li uccideranno e perseguiteranno così che a questa generazione sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti versato dalla fondazione del mondo – fin dall’inizio del mondo, quando Caino uccise Abele – fino a Zaccaria – che è stato l’ultimo ucciso poco tempo prima, l’ultimo dei profeti uccisi nel secondo Libro delle Cronache – tra l’altare e il tempio.

E Gesù conclude: a questa generazione sarà chiesto conto di tutto il sangue. Questa generazione è la generazione di Gesù e Gesù dice ahimè e Gesù sta andando a Gerusalemme e cosa sarà? Sarà ucciso e nella morte di Gesù davvero egli sarà l’Agnello di Dio che porta su di sé il male del mondo, che fin dall’origine del mondo Dio aveva previsto per liberarci dal male perché è l’Innocente. Cioè, è alla generazione di Gesù “che verrà chiesto conto” e il conto lo pagherà Gesù, difatti cercano di ucciderlo.

Tenete presente Zaccaria – è il profeta di cui si parla nel secondo Libro delle Cronache, capitolo 24 , versetti 20 – prima di morire dice: Dio mi vendicherà e dovrete pagare il conto a Dio di quello che state facendo. E Gesù cosa dirà in croce? Perdona loro, così paga il conto con il perdono. E paga il conto di tutto il sangue, di tutte le ingiustizie della storia, perché lui è l’Innocente e si è identificato con tutti gli innocenti, con tutti i poveri cristi che ancora oggi ci sono e ogni male che facciamo a loro lo facciamo a lui. E lui dice: Padre, perdona, ma non lo dice a buon mercato, lo dice mentre viene messo in croce.

E realmente allora paga il conto, paga il conto della legge – che tutti trasgrediamo, magari tenendo la parvenza esterna perché, per sé, la legge ha un solo comando: quello dell’amore -, paga il conto di tutto l’egoismo, di tutta la doppiezza, di tutta l’ipocrisia, di tutta la malvagità che, in nome di Dio, si esercita al mondo. Forse non ce ne rendiamo conto, la nostra epoca è un po’ più fortunata perché fa anche il male senza usare il nome di Dio, ma lo fa in nome dell’uomo che è immagine di Dio. Quindi è sempre in nome di Dio, in qualche misura. Tutte le guerre sante, tutte le condanne, tutte la crociate, tutte le divisioni in nome di Dio: ma come? Se Dio è Padre di tutti!?

52 Ahimè per voi, esperti della legge, che avete tolto la chiave della conoscenza: voi stessi non entraste e tratteneste quanti entravano.

E Gesù paga il conto: quindi è già un tema pasquale. Gesù dice sei ahimè, non arriva al settimo, il settimo è proprio lui che va in croce, ahimè per voi. E la croce è davvero l’ahimè di Dio per il male del mondo.

53E, uscito di là, cominciarono gli scribi e i farisei a prendersela ferocemente e a provocarlo a parlare su più cose, 54insidiandolo alla caccia di qualcosa dalla sua bocca.

Saranno le domande sul tributo al tempio, domande sui comandi, comandamento, eccetera e si dice: insidiandolo alla caccia di qualcosa dalla sua bocca, cioè proprio come il cacciatore che sta lì a guardare quando passa la preda da prendere. Ora la cosa da prendere è se fa un errore dottrinale, se dice una cosa storta, proprio andare alla caccia di tutte le parole che dice, magari isolandole dal contesto, per poterlo condannare, accusare: davanti ai sommi sacerdoti come blasfemo – e sarà ucciso per bestemmia – e davanti al potere civile come sovversivo – e sarà ucciso appunto per questo, con la croce.

E, all’origine di questo, nel Vangelo chiaramente, non sono i cattivi, ma sono esattamente queste brave persone religiose, che siamo noi, farisei. Forse no, perché non osserviamo tanto, scribi un po’ sì, perché lo spieghiamo, siamo noi che abbiamo una sapienza e una religiosità che serve, in fondo, per difendere il proprio prestigio, il proprio potere, per difendersi da Dio, che è priva di amore e di misericordia. È il grosso pericolo proprio della chiesa fin dal principio.

La comunità cristiana, cioè noi, rischiamo sempre di essere una setta di farisei e di scribi. Gli scribi sarebbero i teologi che poi dopo devo mandare le condanne in giro a chi sbaglia, i farisei sono quelli che le eseguono con zelo, e la storia è sempre uguale, il Vangelo è eterno. E, alla fine, posso capire perché muore Cristo: muore per me, lo faccio fuori io. Il Vangelo serve per persuaderci di questo. Difatti gli unici due teologi seri del Vangelo chi saranno? Il centurione che lo uccide – dice l’ho ammazzato io, quindi so perché muore – e il malfattore che sta in croce insieme; dice: sai perché muore? Non perché l’hai ammazzato tu, ma è venuto in croce per stare con me, perché in croce ci finivo per forza: volevo mettere gli altri, è capitato a me.

Quindi anche questa identificazione con gli scribi e i farisei non è per condannare scribi e farisei, ma è proprio per guarirci da questa tenebra che abbiamo dentro e che la custodiamo come grande luce. È, invece, la grossa insidia di ogni credente e della comunità dei credenti: di essere una setta di giusti e non una comunità di figli del Padre e fratelli di tutti aperti al mondo.

Testi per l’approfondimento

• Luca 18, 9–14: sono lì accostati il fariseo e il pubblicano, il fariseo in alto, davanti all’altare nel tempio e, in fondo, il pubblicano che si riconosce peccatore e però il pubblicano torna a casa giustificato, perdonato.
• Lettera ai Filippesi, 3, 1-16: è capovolgimento, ossia la conversione del fariseo osservante perfetto, Saulo, che diventa Paolo convertito, cambiato, capovolto ha al centro della sua esistenza il Signore Gesù.

Dalle catechesi di Silvano Fausti (e di Filippo Clerici)
sul Vangelo di Luca (2004-2010)
www.gesuiti-villapizzone.it
Selezione degli estratti, sottolineature e titoli miei (MJ)