Esortazione apostolica di Papa Francesco dedicata a santa Teresa di Lisieux, dal titolo “C’est la Confiance” (“È la fiducia”), nel 150mo della sua nascita. Pubblichiamo ogni giorno alcuni numeri del documento.
1. Gesù per gli altri
7. Nel nome che ella scelse come religiosa risalta Gesù: il “Bambino” che manifesta il mistero dell’Incarnazione e il “Volto Santo”, cioè il volto di Cristo che si dona fino alla fine sulla Croce. Lei è “Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo”.
8. Il Nome di Gesù è continuamente “respirato” da Teresa come atto di amore, fino all’ultimo soffio. Aveva anche inciso queste parole nella sua cella: “Gesù è il mio unico amore”. Era la sua interpretazione dell’affermazione culminante del Nuovo Testamento: «Dio è amore» (1 Gv 4,8.16).
Anima missionaria
9. Come succede in ogni incontro autentico con Cristo, questa esperienza di fede la chiamava alla missione. Teresa ha potuto definire la sua missione con queste parole: «In Cielo desidererò la stessa cosa che in terra: amare Gesù e farlo amare». [15] Ha scritto che era entrata nel Carmelo «per salvare le anime». [16] Vale a dire che non concepiva la sua consacrazione a Dio senza la ricerca del bene dei fratelli. Lei condivideva l’amore misericordioso del Padre per il figlio peccatore e quello del Buon Pastore per le pecore perdute, lontane, ferite. Per questo è patrona delle missioni, maestra di evangelizzazione.
10. Le ultime pagine della Storia di un’anima [17] sono un testamento missionario, esprimono il suo modo di intendere l’evangelizzazione per attrazione, [18] non per pressione o proselitismo. Vale la pena leggere come lo sintetizza lei stessa: «“ Attirami, noi correremo all’effluvio dei tuoi profumi”. O Gesù, dunque non è nemmeno necessario dire: Attirando me, attira le anime che amo. Questa semplice parola: “Attirami” basta. Signore, lo capisco, quando un’anima si è lasciata avvincere dall’odore inebriante dei tuoi profumi, non potrebbe correre da sola, tutte le anime che ama vengono trascinate dietro di lei: questo avviene senza costrizione, senza sforzo, è una conseguenza naturale della sua attrazione verso di te. Come un torrente che si getta impetuoso nell’oceano trascina dietro di sé tutto ciò che ha incontrato al suo passaggio, così, o mio Gesù, l’anima che si immerge nell’oceano senza sponde del tuo amore attira con sé tutti i tesori che possiede… Signore, tu lo sai, io non ho altri tesori se non le anime che ti è piaciuto unire alla mia». [19]
11. Qui lei cita le parole che la sposa rivolge allo sposo nel Cantico dei Cantici (1,3-4), secondo l’interpretazione approfondita dai due Dottori del Carmelo, Santa Teresa di Gesù e San Giovanni della Croce. Lo Sposo è Gesù, il Figlio di Dio che si è unito alla nostra umanità nell’Incarnazione e l’ha redenta sulla Croce. Lì, dal suo costato aperto, ha dato alla luce la Chiesa, sua amata Sposa, per la quale ha donato la vita (cfr Ef 5,25). Ciò che colpisce è come Teresina, consapevole di essere vicina alla morte, non viva questo mistero rinchiusa in sé stessa, solo in senso consolatorio, ma con un fervente spirito apostolico.
La grazia che ci libera dall’autoreferenzialità
12. Qualcosa di simile accade quando si riferisce all’azione dello Spirito Santo, che acquista immediatamente un senso missionario: «Ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi così strettamente a Lui, che Egli viva ed agisca in me. Sento che quanto più il fuoco dell’amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò: Attirami, tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dal braciere divino) correranno rapidamente all’effluvio dei profumi del loro Amato, perché un’anima infiammata di amore non può restare inattiva». [20]
13. Nel cuore di Teresina, la grazia del battesimo è diventata un torrente impetuoso che sfocia nell’oceano dell’amore di Cristo, trascinando con sé una moltitudine di sorelle e fratelli, ciò che è avvenuto specialmente dopo la sua morte. È stata la sua promessa «pioggia di rose ». [21]
[15] LT 220, Al reverendo M. Bellière (24 febbraio 1897): 561.
[16] Ms A, 69vº: 187.
[17] Cfr Ms C, 33vº-37rº: 274-279.
[18] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 14; 264: AAS 105 (2013), 1025-1026.
[19] Ms C, 34rº: 275.
[20] Ibid., 36rº: 277-278.
[21] QG, 9 giugno 1897, 3: 991.