L’ultima domanda che facciamo al Padre è che ci preservi dal cadere nella tentazione (v. 4b), e che continui a liberarci dal male e dal maligno (Mt 6,13). Le ostilità non sono ancora finite. La lotta che il Figlio condusse contro Satana nel deserto, ora continua nei figli che sono condotti dallo stesso Spirito

Venerdì della XXVII settimana del Tempo Ordinario
Lc 11,14-26: Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Lectio divina di Silvano Fausti

14 E stava scacciando un demonio (ed egli era) muto. Ora avvenne uscito il demonio, parlò il muto e si stupirono le folle. 15 Ora alcuni di loro dissero: con Beelzebul, il capo dei demoni, scaccia i demoni. 16 Ora altri, per tentarlo, chiedevano da lui un segno dal cielo. 17 Ora egli, conoscendo i loro pensamenti, disse loro: Ogni regno diviso contro se stesso è devastato e cade casa su casa. 18 Ora se anche il Satana fu diviso contro se stesso, come reggerà il suo regno? Poiché dite che con Beelzebul io scaccio i demoni! 19 Ora se con Beelzebul io scaccio i demoni, i vostri figli con chi scacciano? 20 Per questo essi saranno vostri giudici! Ora se col dito di Dio io scaccio i demoni, allora giunse su di voi il regno di Dio! 21 Quando il forte, ben armato, custodisce il suo palazzo, i suoi possessi sono in pace. 22 Ora se uno più forte di lui, sopravvenuto, l’ha vinto, prende il suo armamento in cui confidava e distribuisce le sue spoglie. 23 Chi non è con me è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. 24 Quando lo spirito impuro è uscito dall’uomo, vaga per luoghi senz’acqua cercando riposo, e, non trovando, dice: Ritornerò nella mia casa, da dove uscii. 25 E, venuto, la trova spazzata e adorna. 26 Allora va, prende con sé altri sette spiriti più cattivi di lui, ed entrati, abitano lì; e diventa l’ultima condizione di quell’uomo peggiore della prima.

Nella preghiera al Padre domandiamo quel pane di domani, dono dell’amico che già riposa, da dare all’amico ancora in viaggio (vv. 3.5-8): è l’eucaristia, amore ricevuto che ci abilita ad amare. In essa, preghiera infallibilmente esaudita, otteniamo lo Spirito santo (vv. 9-13), che ci libera dallo spirito muto (v. 14; cf. Mc 9,29!) e ci fa dire: “Padre”. Siamo così pienamente guariti dalla sordità a quella parola che costituisce la nostra verità di figli nel Figlio.

Questa guarigione santifica il suo nome di Padre: finalmente lo riconosciamo e proclamiamo tale. Inizia così il suo Regno, che viene sulla terra quando la nostra lingua è in grado di sciogliersi nella lode del suo nome. Il pane, che fa circolare in noi la vita del Figlio, ci autorizza a dire questa parola che fa di noi il regno dei figli.

Per il dono dell’eucaristia, al dominio dello spirito impuro succede quello dello Spirito di Dio. Essa apre l’amore del Padre e del Figlio a tutti i fratelli e libera in tutti i cuori la parola del Regno (vv. 15-22). È il compimento della missione di Gesù. Il suo passaggio tra noi è tutto un’opera del “dito di Dio” per salvare l’uomo e condurlo a questa comunione di vita con lui. Il Figlio è “il più forte”, che ci strappa dalle mani del nemico e ci restituisce al Padre. Per questo “essere con lui” è raccogliere i frutti della vita, “essere contro di lui” è perdersi (v. 23). Stare “con lui” è la decisione che ci salva perché ci rende figli: ci dà la nostra essenza.

Finché viviamo nel tempo, tale decisione è sempre instabile e insidiata dal nemico (vv. 24-26). È vero che con il pane e lo Spirito è venuto in noi il Regno; però “chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere” (1Cor 10,12). L’ultima domanda che facciamo al Padre è che ci preservi dal cadere nella tentazione (v. 4b), e che continui a liberarci dal male e dal maligno (Mt 6,13). Le ostilità non sono ancora finite. La lotta che il Figlio condusse contro Satana nel deserto, ora continua nei figli che sono condotti dallo stesso Spirito (4,1; cf. Rm 8,14). La sua forza fu lo Spirito del Padre che lo chiamò: “Figlio mio prediletto” (3,22); la nostra forza è lo stesso Spirito del Figlio, ricevuto nel battesimo, che ci fa gridare: “Abbà” (Rm 8,14ss; Gal 4,4ss). E come lui alla fine del cammino si consegnò al Padre (23,46), così il fine della nostra vita è ricondurla tutta all’abbandono filiale in lui.

Per questo il centro è il v. 23: essere con Gesù significa essere nel Regno, avere lo Spirito del Figlio; essere contro di lui significa esserne fuori, ancora schiavi dello spirito muto che ci impedisce la parola che ci fa liberi. Il seguito del Vangelo è un’opera di discernimento per distinguere i due spiriti, contro ogni tentativo di confusione.
(dal Commento al Vangelo di Luca)

14E stava scacciando un demonio [ed egli era] muto. Ora avvenne: uscito il demonio, parlò il muto e si stupirono le folle.

Qui si parla del demonio muto. Muto perché è sordo, non ha accolto la Parola; non può avere appreso la Parola e non può dirla. Da quando è muto questo demonio? Questo demonio muto è molto parlante: è quello che suggerì ad Adamo ed Eva la falsa immagine di Dio.

15Ora alcuni di loro dissero: Con Beelzebul, il capo dei demoni, scaccia i demoni. 16Ora altri, per tentarlo, chiedevano da lui un segno da cielo.

Uno chiede perché non crede. Se uno crede che il padre è buono, la mamma è buona, che gli danno quello che gli occorre, non sta lì a chiedere sempre delle prove per vedere se gli vogliono bene, se sono con lui. La fede è credere senza nessuna prova, perché so che Dio mi ama e non gli chiedo prove.

La richiesta di un segno! Il dubbio sulla presenza del Signore inquietava già nell’Antico Testamento il Signore quando (Esodo 17, 7) il popolo si domandava: “ma il Signore è in mezzo a noi, si o no?” Quando uno pretende che Dio sia “con me!”, è chiaro che Dio è con me, il problema è se io sono con Lui, dato che Lui è “con tutti”, anche con i peccatori, anche con chi fugge, non abbandona nessuno. Il problema è se noi siamo con Lui.

17 Ora egli, conoscendo i loro pensamenti, disse loro: Ogni regno diviso contro se stesso è devastato e cade casa su casa. 18Ora se anche il Satana fu diviso contro se stesso, come reggerà il suo regno? Poiché dite che con Beelzebul io scaccio i demoni! 19Ora se con Beelzebul io scaccio i demoni, i vostri figli con chi (li) scacciano? 20 Per questo essi saranno vostri giudici! Ora se col dito di Dio io scaccio i demoni, allora giunse su di voi il regno di Dio! 21Quando il forte, ben armato, custodisce il suo palazzo, i suoi possessi sono in pace. 22 Ora se uno più forte di lui, sopravvenuto, l’ha vinto, prende il suo armamento in cui confidava e distribuisce le sue spoglie.

Il regno di Dio è quello che finalmente rompe il dominio di satana che dominava davvero tutti con la falsa immagine di Dio. Il dominio di satana è molto forte, perché ci chiude tutti nell’egoismo, nell’incomunicabilità, nel non considerare Dio come Padre, nel non considerare gli altri fratelli.

Poi Gesù continua: “io col dito di Dio scaccio i demoni”. È bello questo dito, perché Dio creò il mondo con la Parola, non costa niente, il mondo e l’Universo; l’uomo con le mani, perché è un’opera artigianale, fatta bene come lo scultore, ma col dito cosa si fa? Si fa il volto, si cesellano le cose più fini. Il dito di Dio è lo Spirito, la potenza di Dio è la finezza della sua Parola che ci cesella il volto ad immagine del Figlio.

23Chi non è con me è contro di me; e chi non raccoglie con me disperde.

Chi non è con me, con Gesù! Ricordate quando al cap. 9 i discepoli hanno detto che c’era uno che “non è come noi, scaccia i demoni a nome tuo e noi glielo abbiamo proibito, perché non è con noi?” Gesù cosa ha risposto? Lasciatelo! Il problema non è essere “con noi”, ma essere “con Gesù”. Essere con Gesù, il Figlio, vuol dire avere lo stesso stile di vita. Ricordate (Giovanni cap. 15) la parabola della vite e dei tralci? Se non siamo uniti a Lui, la vite, siamo morti e produciamo morte.

24Quando lo spirito immondo è uscito dall’uomo, vaga per luoghi senz’acqua cercando riposo; e, non trovando, dice: Ritornerò nella mia casa, da dove uscii. 25 E, venuto, la trova spazzata e adorna. 26Allora va, prende con sé altri sette spiriti più cattivi di lui ed 19 entrati, abitano lì; e diventa l’ultima condizione di quell’uomo peggiore della prima.

L’ammonimento è proprio per noi che già siamo stati liberati dal male (più o meno), siamo battezzati, perciò quando lo spirito immondo è uscito da noi stiamo attenti! Non è che è concluso tutto. È quando esce che comincia la lotta, perché fino a quando ce l’abbiamo dentro, non c’è nessuna lotta, facciamo quel che ci dice. Fino a quando lo spirito del male è in me, magari anche in nome di Dio cerco di avere il successo economico, politico, religioso, cerco di dominare tutti, cioè di usare Dio per dominare il mondo. Mentre sono proprio io ad essere dominato da satana, sono uno strumento di satana, sono l’anticristo, in nome di Cristo. L’anticristo è sempre in nome di Cristo. Parla come Cristo e in nome di Cristo, ma non facendo come Cristo. Il distintivo dell’anticristo non è tanto ciò che dice, è che parla in nome di Cristo e non fa come Cristo. Ha il linguaggio dell’agnello, ma non è agnello. Quindi il contrario di quello che dicono anche molti preti o vescovi: l’anticristo non è quello che parla contro Dio, no, è quello che parla in nome di Dio, ma non ha lo spirito di Dio!

Finché eravamo dominati stavamo tranquilli, in pace, sudditi e tutto andava liscio con lui; credendo di fare il bene facevamo il male! Quando cerchiamo di fare il bene sperimentiamo che lui ci è contro. Siracide 2, 1: “se ti accingi a servire il Signore, preparati alla prova”. Le tentazioni diventano più forti. La lotta comincia allora. Il cristiano è chiamato “lottatore” ed i monaci chiamavano la vita cristiana “lotta continua”. Contro il male che è dentro di noi. Capita allora che, dopo che uno è diventato credente, può fare i guai peggiori! In buona fede, in nome di Dio, usando lo spirito di prima, con sette demoni peggiori che vuol dire più sottili e più intelligenti e più furbetti.

Testi di approfondimento

 Salmo 1
 Giovanni 15: parabola della vite e dei tralci.
 Galati 5: la lotta tra le opere della carne e quelle dello spirito.

Dalle catechesi di Silvano Fausti (e di Filippo Clerici)
sul Vangelo di Luca (2004-2010)
www.gesuiti-villapizzone.it
Selezione degli estratti, sottolineature e titoli miei (MJ)