Nessuno di noi è solo, e la presenza degli angeli non è una presenza new age o paganeggiante, ma la semplice testimonianza che Dio si inventa di tutto pur di non lasciarci soli. E proprio perché non siamo soli possiamo stare anche tranquilli che siamo difesi fino in fondo.
Nella nostra società allenata al fantasy e alle realtà virtuali, parlare di angeli significa evocare personaggi che non hanno nulla a che vedere con la realtà vera ma che abitano quella realtà aumentata alla maniera forse dei pokemon. Eppure se possedessimo un microscopio spirituale ci accorgeremmo che da vicino la realtà è abitata anche da forze non immediatamente visibili, ma che collegano come una rete invisibile il cielo e la terra.
Un secolo fa parlare del wifi avrebbe destato qualche sospetto di stregoneria negli ascoltatori, poiché non potevano immaginare come delle immagini, dei suoni, dei contenuti potessero viaggiare in tempo reale da una parte all’altra del pianeta senza vedere immediatamente nulla di questo passaggio. Eppure ciò è reale. Nella vita spirituale c’è qualcosa di simile. La linea wifi del cielo è fatta di angeli. E tra di essi ce ne sono alcuni con ruoli e funzioni decisive. Possiamo anche non crederci, ma ciò non ci metterà fuori da questo wifi, semplicemente non lo utilizzeremmo. Al contrario, utilizzarlo, significa sapere che siamo costantemente in collegamento con il cielo. E proprio a partire da questa “connessione”, Michele, Gabriele e Raffaele rappresentano tre “funzionalità” straordinarie di questo wifi. Michele è colui che difende, Gabriele colui che annuncia, e Raffaele colui che guarisce.
In definitiva tutti e tre questi arcangeli ci donano tre cose di cui ognuno ha bisogno. La prima cosa è sapere che non siamo soli nella lotta, ma che c’è qualcuno che combatte con noi. La seconda cosa è ricevere un annuncio che è più grande dei nostri ragionamenti e calcoli, un annuncio che come un imprevisto ci cambia la vita. La terza è sapere che quasi mai passiamo indenni in mezzo alle vicende della nostra storia e quindi abbiamo bisogno di guarigione.
Luigi Maria Epicoco
http://www.famigliacristiana.it
2 Ottobre 2019 – Santi Angeli custodi (m)
Da “l’Angelo”- cinque meditazioni di Romano Guardini
Oggi celebriamo la festa degli angeli custodi – uniformandoci alla maniera in cui parla Gesù diciamo con espressione migliore e più penetrante: degli angeli degli uomini. Pertanto in questa meditazione vogliamo cercare di comprendere che cosa voglia renderci noto tale festa. (…) In che cosa consiste il loro servizio? Che cosa custodisce l’angelo nella persona, con cui Dio l’ha legato? (…)
«Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del padre mio che è nei cieli» (Mt 18,9_10) (…) Pure gli adulti hanno bisogno della custodia di cui si parla in questo passo, anzi forse ancor di più. (…)
Qui la parola di Gesù ci dice che Dio associa in dono all’uomo un compagno, che difende quanto gli è proprio e costituisce la sua autenticità: il suo essere, che poggia sul rapporto con Dio; il suo «io» che ha sussistenza soltanto rispondendo all’appello di Dio, il quale lo tutela; la sua verità, che non significa se non essere come Dio lo vuole. È il suo angelo.
Egli sa di noi meglio che noi stessi. Sa che siamo immagine e somiglianza di Dio – l’angelo d’ogni persona conosce la sua particolare immagine, creata mediante l’appello con cui Dio l’ha posta nella sua esistenza, e lui soltanto. Conosce ciò che si rivelerà nel «nome nuovo», che Dio nell’incontro eterno darà a colui che sarà trovato fedele e che «nessuno conosce all’infuori di chi lo riceve» (AP2,17).
Ma l’angelo, pensiamo noi, lo conosce, poiché in verità per la «sua» persona egli non è semplicemente «un altro», ma il tutelatore del suo «io». Allo stesso modo l’angelo vede tutte le confusioni e i turbamenti che minacciano la persona sua amica dall’interno; li giudica con incorruttibile equità, ma vi si pone di fronte insieme con essa, come fosse se stesso. Tutto ciò egli sa poiché «vede sempre la faccia del Padre che è nei cieli» – egli è presso Dio e presso colui che gli è raccomandato al tempo stesso, e può essere qui, perché è anche là. (…)
In Dio l’angelo vede la verità dell’uomo in modo più proprio di quanto egli sia in se stesso; poiché Dio l’ha creato pensando tale verità; pensandola egli lo mantiene nell’essere. Nel «Volto del Padre» l’angelo legge questa verità creativa; e illuminato dal suo amore, vede come sia minacciata dalla debolezza dell’uomo. Perciò egli conosce la persona che gli è amica, tanto mirabile quanto precaria, fin nel fondo intimo.
Quest’essenza, che è la più gelosamente propria dell’uomo, è difesa dall’angelo negli offuscamenti, nei disordini, nelle confusioni, nelle vicende della vita. Poiché Dio mediante il suo mandato lo ha immesso entro l’accordo della Provvidenza, ed egli serve la sua attuazione su quest’uomo determinato (…). Non lo custodisce solo da pericolo che viene dall’esterno, ma anche contro quello che scaturisce dall’uomo stesso: la sua indisciplinatezza, la sua disonestà, la sua pigrizia, il suo tendere agli eccessi. Lo fa nella voce della coscienza, nei moniti del cuore, nella parola degli amici, nelle conseguenze dell’azione, nel senso degli avvenimenti – in tutto ciò concorre il risuonare della sua voce. L’angelo dell’uomo lo aiuta a essere se stesso – per esprimersi in modo più giusto: a divenire se stesso.