P. Manuel João, comboniano
Riflessione domenicale
dalla bocca della mia balena, la sla
La nostra croce è il pulpito della Parola

Cercasi il terzo figlio

Anno A – 26a domenica del Tempo Ordinario
Matteo 21,28-32: Un uomo aveva due figli.

Oggi ascoltiamo la seconda parabola che riguarda la vigna. Domenica scorsa si parlava di giornalieri contrattati per lavorare nella vigna; oggi si tratta, invece, di due figli che il padre invita ad andare nella vigna.

1. Un Dio scompiglia-tutto!

Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo»”.

Chi sono questi due figli? Gesù li identifica chiaramente. Il primo, che dice NO ma ci ripensa, sta per i pubblicani e le prostitute, le due categorie di peccatori più disprezzate, ritenute “inconvertibili” e colpevoli di ritardare l’arrivo del Regno di Dio. Il secondo rappresenta i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo ai quali Gesù si sta rivolgendo, che contestano la sua autorità. A questi potremmo aggiungere gli scribi e i farisei, cioè quelli che si ritenevano gli osservanti, i perfetti, che si credevano giusti e, conseguentemente, non bisognosi di conversione. Ebbene, a questi il cui SÌ è un NO, quelli che “dicono e non fanno” (Matteo 23,3), Gesù rivolge una affermazione scandalosa, graffiante: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”. È proprio il caso di dire che Dio non rispetta le nostre scalette di categorie, di ordine e di valore!

2. Quale figlio ti rispecchia?

Con quale dei due figli ci identifichiamo? Forse sentiamo un certo disagio a deciderci per l’uno o per l’altro. Ci servirebbe un terzo figlio che dice SÌ e va davvero nella vigna! Questo terzo figlio esiste, ma non siamo noi. È Cristo la cui vita è stata un SÌ: “In lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì»” (2Corinzi 1,19-20). La Parola, tuttavia, ci costringe a confrontarci con questi due figli. Se ci pensiamo bene, tutti e due coabitano in noi. Goethe diceva: “Ho in me due anime!”. D’altronde, Paolo stesso ha detto: “Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto” (Romani 7,15). Anche noi tante volte parliamo “con un cuore doppio”, come dice il salmista (12,3). Sono tante le nostre invocazioni “Signore, Signore” (Matteo 7,21) e i nostri Amen, cioè i nostri SÌ, che contrastano con la vita concreta.

I confini tra i nostri SÌ e i nostri NO sono molto labili. Commenta Ermes Ronchi: “Un uomo aveva due figli. E si potrebbe dire: un uomo aveva due cuori. Perché quei due figli sono il nostro cuore diviso, un cuore che dice sì e che dice no, un cuore che dice e poi si contraddice… Una delle preghiere più importanti dei salmi chiede: Signore, donami un cuore integro, fa’ che non abbia due cuori, in lotta tra loro, donami un cuore unificato (Salmo 101). Siamo come una macchina incidentata che stenta a rimanere in carreggiata, per cui dobbiamo tenere continuamente le mani sul volante per correggere gli sbandamenti. La nostra vita è una costante rettificazione. E guai a noi se ci adagiassimo sulle nostre posizioni acquisite. Ogni giorno è l’ OGGI della parabola: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”!

3. Chi è tuo fratello?

Due figli, due fratelli! Io sono uno dei due. Chi è l’altro, mio fratello? È facile da indovinare quale dei due sono io. Al mattino, ogni giorno, dico SÌ al Signore, ascoltando la sua Parola. E poi? Poi la giornata è un’altra cosa. Certo, come potrei dire NO al Padre? Mi capita come in alcune culture africane dove sarebbe scortese dire di NO. Tutt’al più ti dicono “domani” e quel domani, lo sai già, significa NO. Così faccio io con Dio, cortesemente disobbediente!

Chi è mio fratello? Quello che ha la sfrontatezza di dire NO, che ci tiene alla sua libertà da ogni vincolo, un ribelle. Si professa indifferente o non praticante, non credente o ateo. Con grande mia sorpresa, tuttavia, lo ritrovo a lavorare nella vigna della solidarietà e della fraternità, lottando per un mondo migliore. Una settimana fa, Papa Francesco diceva a Marsiglia: “È bello che i cristiani non siano secondi a nessuno nella carità”! Magari!…

Che ve ne pare?… Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”. Rispondo io: “Il primo”, cioè colui che ritenevo lontano e che se ne infischiava della vigna! Possa io imparare da questo mio fratello!

4. Cercasi il terzo figlio!

Qualcuno ha immaginato la presenza di un terzo figlio nella parabola. Questo terzo figlio, che aveva sentito il Padre che invitava i due fratelli, in silenzio, senza dire niente, è andato a lavorare nella vigna. Non so se avete mai incontrato questo terzo figlio. L’ho trovato diverse volte nelle nostre comunità: fratelli discreti, generosi, disponibili e solleciti, che senza farsi notare o pregare, ti fanno trovare le cose già pronte. Sono una benedizione per una comunità. Peccato che tante volte ce ne accorgiamo solo quando vengono a mancare. Nelle famiglie questo ruolo viene svolto spesso dalla madre (con qualche borbottio o strillata, per la verità, ma quando ci vuole, ci vuole!). Questo terzo figlio incarna Gesù, “colui che è in mezzo a noi come colui che serve” (Luca 22,27. Il Padre cerca di questi figli, “i veri adoratori” (Giovanni 4,23).

Per la riflessione personale

Ti invito a riflettere su quanto dice San Paolo nella seconda lettura, non come parola di Paolo, ma di Gesù, nell’atmosfera di congedo della sua ultima cena con i suoi, o del Padre stesso: “Rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Filippesi 2,1-11).

P. Manuel João Pereira, comboniano
Castel d’Azzano (Verona) 29 settembre 2023