Mercoledì della XXII settimana del Tempo Ordinario
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 4,38-44
Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Meditazione
Il Vangelo di oggi è un vero un programma pastorale, nel senso che di programma non c’è nulla. Gesù non fa progetti a tavolino va dove la vita lo porta. E la vita è ciò che ti accade, mentre sei impegnato a fare altri progetti, diceva John Lennon. Ma a me piace di più la metafora del portiere di calcio. Ve la faccio sentire da chi l’ha formulata, Papa Francesco:
“La vita somiglia un po’ al portiere della squadra che prende il pallone da dove lo buttano…la vita la si deve prendere da dove viene, se non impariamo a prendere la vita come viene, mai, mai impareremo a viverla! E’ un’epoca diversa, che viene da una parte che io non aspettavo, ma devo prenderla, come viene, senza paura”.
Don Franco Mastrolonardo
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