MCCJ

80. Chiamata

L’Istituto accoglie con gratitudine coloro che il Padrone della messe chiama ad essere apostoli e annunciatori della Buona Novella. Esso si assume la responsabilità di dare loro gli elementi per una formazione di base e permanente, in vista di un efficace servizio missionario nella vita consacrata.

* Il Signore disse ad Abram: – Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra. [Gn 12, 1-3].

* Ma il Signore disse: – Egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, […], e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome. [At 9, 15-16].

* In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo. [Gal 2, 19-20; 6, 17].

* In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. [1Gv 4, 10].

81. Scopi

La formazione si propone di aiutare il missionario nel suo cammino verso una tale esperienza di Dio che gli permetta testimoniarlo con la vita e lo renda capace di conoscere gli uomini del suo tempo, per comunicare loro la Buna Novella con il loro stesso linguaggio. Essa viene qualificata dagli ideali e dall’esperienza del Comboni come sono vissuti nell’Istituto, e dalle esigenze del servizio missionario nel tempo attuale.

* Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre:
– Donna, ecco il tuo figlio!
Poi disse al discepolo: – Ecco la tua madre!
E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: – Ho sete. Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: – Tutto è compiuto! E, chinato il capo, spirò.
Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dá testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. [Gv 19, 25-37].

* Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita <poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi>, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta. [1Gv 1, 1-4].

* Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. [2Cor 5, 15-17].

82. Risposta del missionario

Durante la formazione di base e permanente, il missionario risponde liberamente con il suo impegno personale all’azione dello Spirito che, come primo e insostituibile maestro, lo trasforma dall’interno, rendendolo sempre più capace di mettersi al servizio del Regno.

* Più fallace di ogni altra cosa è il cuore e difficilmente guaribile; chi lo può conoscere? Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori. [Ger 17,9-10a].

* Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell’uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. [1Cor 2, 12 e Ef 3, 14-19].

* Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. [2 cor 4, 7].

83. Sviluppo di tutta la persona

L’Istituto aiuta i candidati e i membri nella loro crescita integrale umana e cristiana, e provvede loro una preparazione professionale che li rende capaci di lavorare e di vivere come missionari autentici.

* Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo! [1Tes 5, 23-24].

* Il vostro ornamento non sia quello esteriore capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti ; cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace. [1Pt 3,3-4].

84. Nella comunità e per la comunità

La formazione di base e permanente tende a rendere i missionari capaci di vivere e lavorare insieme, e di promuovere la crescita di comunità che siano segno della nuova umanità resa possibile in Cristo. Tale capacità si sviluppa mediante la partecipazione attiva alla vita di una comunità, i cui membri condividono l’esperienza di fede in Gesù Cristo e si sentono coinvolti nella vita della Chiesa e del mondo.

* Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. [Mt 18, 20].

* Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene! [Rom 10, 13-15].

85. In crescita per tutta la vita

Il missionario si trova in un processo di maturazione che dura tutta la vita. La formazione di base e permanente lo aiuta a verificare e approfondire continuamente i suoi atteggiamenti di fondo e ad adeguare le strutture e i programmi secondo le esigenze della storia e della Chiesa.

* Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. [Rom 12, 2].

*Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti. Rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore. [1Cor 16, 13 e 15, 58].

* Non che io abbia gia conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. [Fil 3, 12].

* Lasciando da parte l’insegnamento iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è più completo.
Il nutrimento solido è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo. Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne usarono.[Eb 6,1; 5,14; 13,9].

86. Ruolo di ciascun membro

Tutti i missionari esercitano un influsso sulla formazione di base secondo il ruolo che essi rivestono nell’Istituto. I formatori, in comunione con loro, sono direttamente responsabili del lavoro di formazione.

* Per qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe esser sottoposta al giudizio della coscienza altrui? Se io con rendimento di grazie partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per quello di cui rendo grazie? Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l’utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo. [1Cor 10, 29-11,1].

87. Formatori

I formatori iniziano i candidati ai valori fondamentali della vocazione missionaria comboniana. Essi, facendo insieme un cammino di fede, stimolano e valutano ciascun candidato e la comunità in formazione nella loro risposta all’azione dello Spirito, nella situazioni concrete della vita.

* Noi non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. [2Cor 4, 5-6].

* Cristo […] mi ha mandato a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti. Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? […].
Mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. […] Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ugnobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono,perchè nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. [1Cor 1, 17-20.22-25.27-29].

* Fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. [1Cor 2, 1-5].

* Voi stessi, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata vana. Ma dopo avere prima sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come ben sapete, abbiamo avuto il coraggio nel nostro Dio di annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. E il nostro appello non è stato mosso da volontà di inganno, né da torbidi motivi, né abbiamo usato frode alcuna; ma come Dio ci ha trovati degni di affidarci il vangelo così lo predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. Mai infatti abbiamo pronunziato parole di adulazione, come sapete, né avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. [1Tes 2,1-8].

88. Discernimento della vocazione

La vocazione missionaria è un dono dello Spirito che il candidato percepisce nella fede, accoglie liberamente, sviluppa durante la formazione in una verifica costante con i suoi formatori e realizza attraverso la scelta concreta del servizio missionario nell’Istituto.

* Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male, perché chi potrebbe governare questo tuo popolo così numeroso? [1Re 3, 9].

* L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. [1Cor 2, 14].

*Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo. Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli potè stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore. [At 9, 26-28].

89. Seminario minore

L’Istituto considera la formazione del seminario minore, nel contesto di una Chiesa locale, una forma di animazione vocazionale per una valida preparazione al postulato. Il seminario, svolgendo un ruolo complementare alla famiglia e alla comunità parrocchiale, continua il cammino di formazione e di maturazione umano-cristiana.

* Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. In quel tempo Eli stava riposando in casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. Allora il Signore chiamò: “Samuele!” e quegli rispose: “Eccomi”, poi corse da Eli e gli disse: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Egli rispose: “Non ti ho chiamato, torna a dormire!”. Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: “Samuele!” e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Ma quegli rispose di nuovo: “Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!”. In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: “Samuele!” per la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: “Mi hai chiamato, eccomi!”. Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. Eli disse a Samuele: “Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”. Samuele andò a coricarsi al suo posto.
Venne il Signore, stette di nuovo accanto a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: “Samuele, Samuele!”. Samuele rispose subito: “Parla, perché il tuo servo ti ascolta”.
Samuele acquistò autorità poiché il Signore era con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore. [1Sam 3, 1-10.19-20].

90. Fasi

Le tre fasi della formazione di base sono il postulato, il noviziato e il periodo dei voti temporanei.

* Su questo argomento [=il sacerdozio di Cristo e ciò che ad esso si riferisce] abbiamo molte cose da dire, difficili da spiegare perché siete diventati lenti a capire. Infatti, voi che dovreste essere ormai maestri per ragioni di tempo, avete di nuovo bisogno che qualcuno v’insegni i primi elementi degli oracoli di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo. Perciò, lasciando da parte l’insegnamento iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è più completo, senza gettare di nuovo le fondamenta della rinunzia alle opere morte e della fede in Dio, della dottrina dei battesimi, dell’imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno. Questo noi intendiamo fare, se Dio lo permette. [Eb 5, 11-14 e 6, 1-3].

91. Postulato

Come prima fase della formazione comboniana il postulato consente al candidato di raggiungere un livello di maturazione umana e spirituale, che gli permette una scelta responsabile per l’ingresso in noviziato.

* Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu “sì” e “no”, ma in lui c’è stato il “sì”. E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute “sì”. Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro Amen per la sua gloria. [2Cor 1, 19-20].

92. Noviziato

Il noviziato costituisce la prima esperienza profonda del modo di vita dei missionari comboniani e ha lo scopo di preparare il candidato alla consacrazione a Dio per il servizio missionario. L’ammissione del candidato al noviziato è decisa dal superiore provinciale con il parere del suo consiglio.

* Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo.
Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede.
E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. [Fil 3, 7-11].

93. Durata del noviziato

Il noviziato è costituito dall’anno canonico di 12 mesi, da trascorrere nella stessa comunità del noviziato, secondo la legislazione ecclesiastica, e da un periodo integrativo di almeno 7 mesi durante il quale i novizi hanno una esercitazione apostolica e una esperienza comunitaria fuori dalla comunità del noviziato.

* A Elia, il Tisbita, fu rivolta questa parola del Signore:
“Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. Ivi berrai al torrente e i corvi per mio comando ti porteranno il tuo cibo”.
Egli eseguì l’ordine del Signore; andò a stabilirsi sul torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. I corvi gli portavano pane al mattino e carne alla sera; egli beveva al torrente. [1Re 17,2-6].

94. Ammissione all’Istituto

Il novizio diventa membro dell’Istituto con la consacrazione a Dio per il servizio missionario mediante la professione dei voti di castità, povertà e obbedienza secondo le costituzioni. La parte essenziale della formula di professione, alla quale il candidato può aggiungere delle espressioni introduttive e conclusive, è la seguente: Io N.N. …., a gloria di Dio, davanti alla chiesa, …, nelle mani di N.N. …, faccio voto per un anno di (oppure: di perpetua) castità, povertà e obbedienza secondo le costituzioni dell’Istituto dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù.

* Ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che gia vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. [1Cor 3, 10b-15].

95. Voti temporanei

Alla fine del noviziato il candidato è ammesso alla professione temporanea dal suo superiore provinciale con il consenso del suo consiglio. La professione è rinnovata per un periodo non inferiore a tre anni, né superiore a sei. Essa è ricevuta dal superiore provinciale che ha ammesso ai voti o dal suo delegato. Per giusti motivi o su richiesta del missionario, il superiore provinciale con il consenso del suo consiglio può prolungare questo periodo fino a un totale massimo di nove anni dalla prima professione.

* Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.
Questo affinchè non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore.
Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.
Se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.
Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore.
Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; profittando del tempo presente. Sappiate comprendere la volontà di Dio. Siate ricolmi dello Spirito. [Ef 4, 1. 13-16. 21-24; 5, 8-10. 15-18].

96. Riammissione nell’Istituto

Con l’autorizzazione del superiore generale e il consenso del suo consiglio, un candidato che ha ottenuto il permesso di un’esperienza senza voti fuori della comunità religiosa o che ha lasciato legittimamente l’Istituto, può essere riammesso senza l’obbligo di ripetere il noviziato secondo le norme della legislazione ecclesiastica.

* Barnaba e Saulo poi, compiuta la loro missione, tornarono da Gerusalemme prendendo con loro Giovanni, detto anche Marco.
Dopo alcuni giorni Paolo disse a Barnaba: “Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno”.
Barnaba voleva prendere insieme anche Giovanni, detto Marco, ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro nella Panfilia e non aveva voluto partecipare alla loro opera.
Il dissenso fu tale che si separarono l’uno dall’altro; Barnaba, prendendo con sé Marco, s’imbarcò per Cipro.
Paolo invece scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore. E attraversando la Siria e la Cilicia, dava nuova forza alle comunità. [At 12, 25 e 15, 36-40].

* Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte. [2Cor 7-10].

* Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. [2Tim 4, 11b].

97. Periodo di professione temporanea

Il periodo dei voti temporanei offre al neoprofesso la possibilità di sperimentare la propria fedeltà a Dio e alla comunità nelle situazioni concrete della vita, e lo prepara alla professione perpetua e al servizio missionario.

* Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al mistero: io che per l’innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Questo è l’avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l’hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede; tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare. [1Tim 1, 12-20].

98. Voti perpetui

Un membro di voti temporanei viene ammesso alla professione perpetua dal superiore generale con il consenso del suo consiglio, su presentazione e valutazione della sua domanda da parte del superiore provinciale con il consenso del suo consiglio.

* Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. Quando parlo, devo gridare, devo proclamare: “Violenza! Oppressione!”. Così la parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: “Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome!”. Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. [Ger 20, 7-9].

* Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore. [Os 2, 21-22].

* Oh se poteste sopportare un pò di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo. [2Cor 11,1-2].

99. Formazione permanente: Necessità

Per mantenersi fedeli alla propria vocazione e rispondere adeguatamente alle nuove esigenze di una Chiesa e di una società civile in trasformazione, i missionari sono chiamati a una continua crescita in Cristo e identificazione al carisma dell’Istituto. Perciò hanno un incessante bisogno di essere evangelizzati, di convertirsi e di rinnovare i contenuti e i metodi teologici, culturali e professionali del loro servizio missionario.

* Ma Gesù le rispose: “Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”. [Lc 10, 41-42].

* Fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai. Così infatti vi sarà ampiamente aperto l’ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. [2 Pt 1, 10-11].

* Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani. [2Tim 1, 6].

100. Responsabilità della formazione permanente

La responsabilità della formazione permanente spetta al singolo missionario, alle comunità e ai superiori, in mutua collaborazione.

*Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.
Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perchè Dio resiste ai superbi, ma dá  grazia agli umili. [1Pt 5, 1-5].

* Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato. [1Cor 9, 24-27].

101. Iniziative di formazione permanente

L’Istituto si impegna con forme proprie di formazione permanente in modo speciale nell’approfondimento dell’identità comboniana di ogni membro. Per quanto riguarda il rinnovamento pastorale, il missionario partecipa alle iniziative della Chiesa locale e offre la sua collaborazione.

* Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle. Esèrcitati nella pietà, perché l’esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura. Certo questa parola è degna di fede. Noi infatti ci affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono. Questo tu devi proclamare e insegnare. Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento. Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l’imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri.
Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano. [1Tim 4, 7-16].