Essere roccia. A Cesarea di Flippo Gesù dice: “Io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nel Regno dei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Matteo 16,18-19).
Essere servo. Durante l’ultima cena Gesù lavò i piedi agli apostoli, incominciando da Pietro, inizialmente riluttante: ”Se dunque io, il Signore e il maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovere lavare i piedi gli uni agli altri” (Giovanni 13,14). È la profezia a diventare “Il servo dei servi di Dio” come dirà Papa Gregorio I.
Essere garanzia della fede, nonostante il rinnegamento. Durante l’ultima cena Gesù afferma: ”Simone, Simone, ecco: Satana ha cercato di vagliarvi come il grano, ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli” (Luca 22,31-32).
Essere la guida di tutta la comunità. Dopo la risurrezione, al lago di Tiberiade: “Quando ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro? Certo, Signore, tu sai che ti voglio bene. Gli disse: Pasci i miei agnelli. Gli disse di nuovo per la seconda volta: Simone, figlio di Giovanni, mi ami? Gli rispose: Certo, Signore, tu sai che io ti voglio bene. Gli disse: Pascola le mie pecore. Gli disse per la terza volta: Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene? Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: Mi vuoi bene? Gli disse: Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene. Gli rispose Gesù: Pasci le mie pecore” (Giovanni 21, 15-17).
Il Vescovo di Roma
Pietro fu il primo Vescovo della Chiesa romana fino all’anno 67, quando subì il martirio sul colle Vaticano durante la persecuzione di Nerone. I primi tre successori furono Lino, Anacleto, Clemente….fino ad arrivare agli ultimi tre: Giovanni Paolo II (un papa da vedere), Benedetto XVI (un papa da ascoltare) , Francesco (un papa da toccare). Il Vescovo di Roma anticamente era scelto dal clero della città, attualmente é nominato dai Cardinali non ultraottantenni durante il Conclave.
Il Vescovo di Roma ha la sua Cattedrale: la basilica di San Giovanni in Laterano, ha il suo braccio destro nel Cardinale Vicario, ha la sua Curia nel palazzo lateranense, ha la sua Università.
Il Papa di tutta la Chiesa
Cristo é il capo invisibile di tutta la Chiesa e sulla terra ha posto Pietro come capo visibile. Santa Caterina da Siena chiamava il Papa: ”Il dolce Cristo in terra”. Il successore di Pietro esercita il suo servizio con l’assistenza dello Spirito Santo e con la collaborazione della Curia Vaticana, che fu radicalmente rinnovata da San Paolo VI e tuttora si rinnova con Papa Francesco. Nella Curia ci sono diversi Dicasteri, preposti alle varie necessità della vita ecclesiale, solitamente sotto la guida di un Cardinale Prefetto.
Siccome il Papa é vescovo di Roma ma anche di tutto la cattolicità, nei momenti più solenni impartisce la benedizione solenne “Urbi et orbi”, cioè alla città e al mondo: infatti in latino urbs é la città di Roma e orbis é il mondo.
Il Sovrano dello Stato Città del Vaticano
Dopo la storica donazione di Costantino, nel corso dei secoli si era creato lo Stato Pontificio sotto l’autorità del Papa. Lo Stato della Chiesa si é concluso nel 1870, con la presa di Roma. Attualmente il Papa é sovrano del minuscolo Stato Città del Vaticano: é come un Re in uno Stato monarchico e come un Presidente in uno Stato repubblicano. Questa posizione gli consente di non sottostare ad altre autorità umane e di poter svolgere in piena libertà la sua missione spirituale e pastorale. Il potere del Papa non é di tipo politico ma morale: una voce autorevole nel mondo, come diceva Don Primo Mazzolari: ”Il Papa, con qualsiasi nome si chiami, non é soltanto il capo della cattolicità ecclesiastica ma anche di quella più ampia che abbraccia tutti coloro che non vogliono rinunciare a vivere da uomini”.
Il Papa ha un Cardinale Segretario di Stato, che tiene rapporti diplomatici con gli Stati accreditati attraverso l’opera dei Nunzi Apostolici, ambasciatori della Santa Sede.
Il custode delle chiavi
Mi ritengo fortunato di aver vissuto gli anni prima, durante e dopo il Concilio Vaticani II, anni in cui le chiavi di Pietro hanno aperto le porte della Chiesa verso il futuro. San Giovanni XXIII ha messo le chiavi nella toppa ma é morto subito dopo. San Paolo VI l’ha aperta e ne ha fatto una porta trionfale. Giovanni Paolo I (Albino Luciani) si é affacciato sorridente, ma il sorriso é durato soltanto 33 giorni. San Giovanni Paolo II l’ha tenuta spalancata su tutti i continenti e sui giovani per ben 27 anni, fino allo stremo delle forze. Benedetto XVI ci ha benedetti salutandoci affettuosamente prima della rinuncia, quando posava le armi convenzionali del papato per prendere le armi atomiche della preghiera. Papa Francesco, l’uomo venuto dalla fine del mondo, esce continuamente dalla porta per andare incontro a tutti, ma specialmente ai prediletti da Gesù: gli ultimi e i poveri.
Una croce pesante
Il Papa porta una croce pettorale che é segno di una croce pesantissima, come quella di Gesù. Egli aveva detto: ”Come hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Giovanni 15,20). Nella mia lunga vita ho visto che tutti i pontefici hanno avuto le loro accuse e le loro offese. Pio XI fu accusato da una storiografia di parte di connivenza col fascismo, per aver stipulato i Patti Lateranensi nel 1929. Pio XII fu vittima di accuse infondate di non aver aiutato gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. San Paolo VI fu accoltellato da un attentatore a Manila e sarebbe morto se non ci fosse stato l’intervento rapido del segretario Mons. Pasquale Macchi. San Giovanni Paolo II si salvò miracolosamente dall’attentato di Alì Agca durante l’udienza in Piazza San Pietro. Benedetto XVI ricevette lo sgarbato rifiuto di incontrare studenti e docenti all’Università La Sapienza (fondata nei secoli scorsi dalla Chiesa!). Papa Francesco fu fischiato in Piazza Duomo a Milano durante un comizio politico ed é accusato da certi cattolici ultraconservatori degli Stati Uniti: per loro il coronavirus é un castigo di Dio perché Papa Francesco sta portando la Chiesa alla deriva.
Papa Francesco non fa retorica quando dice: ”Ricordatevi di pregare per me”. Lui come Cristo porta la croce, noi ci facciamo buoni cirenei con la preghiera
Claudio Livetti
(da comboninsieme)