MCCJ
“CON DANIELE COMBONI OGGI”
Commento biblico alla Regola di Vita
a cura di P. Carmelo Casile e P. Ramon E. Vargas
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4. LA REGOLA DI VITA
RISPOSTA ALLA PAROLA DI DIO
Per interiorizzare la Regola di Vita, facendo di essa una risposta alla Parola di Dio nelle opzioni concrete della vita, vengono offerti uno o più testi biblici per ogni numero delle Costituzioni. É un sussidio che può essere usato per praticare le indicazioni che sono state date anteriormente.
“Ogni persona è potente della potenza in cui si costruisce accogliendosi come dono dalla sua sorgente. Ognuna può dire, con Maria, in verità: Io santifico nel cuore l’Onnipotente che ha fatto in me cose grandi; lo lodo nel fiat del mio volermi secondo il fiat della Parola in cui mi ha costituito sua immagine” (Mongillo).
1. Identità e nome
L’Istituto comboniano desume la sua identità e il suo modo specifico di seguire Cristo dal carisma del Fondatore, vissuto nelle consacrazione, alla luce dei segni dei tempi. Il nome ufficiale dell’Istituto è: MISSIONARII COMBONIANI CORDIS JESU, abbreviato con la sigla MCCJ.
* La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza. […] Eppure, tutti costoro, pur avendo ricevuto per la loro fede una buona testimonianza, non conseguirono la promessa: Dio aveva in vista qualcosa di meglio per noi, perché essi non ottenessero la perfezione senza di noi.
Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. [Eb 11, 1-2.39-40; 12, 1-2].
2. Dedizione totale
Daniele Comboni si distinse per la sua dedizione totale alla causa missionaria per la quale parlò, lavorò, visse e morì. La sorgente di questa forza era la sua fede incrollabile e la certezza che la sua vocazione veniva da Dio, e che l’opera di Dio non sarebbe venuta meno.
* Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. [Gv 15, 15-16].
3. Cuore di Gesù
Il Fondatore ha trovato nel mistero del Cuore di Gesù lo slancio per il suo impegno missionario. L’amore incondizionato del Comboni per i popoli dell’Africa aveva la sua origine e il suo modello nell’amore salvifico del Buon Pastore, che offrì la sua vita sulla croce per l’umanità: “E fidandomi in quel Cuore Sacratissimo…mi sento vieppiù disposto a patire…e a morire per Gesù Cristo e per la salute dei popoli infelici dell’Africa Centrale”.
* E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. [Gv 3, 14-16].
4. Mistero della Croce
Comboni visse la sua chiamata all’insegna della Croce, affrontando le sofferenze, gli ostacoli e le incomprensioni nella convinzione che “le opere di Dio devono nascere e crescere appiè del Calvario”.
* Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. [Gal 2, 20].
* Ed egli mi ha detto: -Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte. [2Cor 12, 9-10].
5. I più “necessitosi e derelitti”
La chiamata di Dio al servizio missionario si concretizzò per il Comboni nella scelta dei popoli dell’Africa, che in quel momento storico gli apparivano “i più necesitosi e derelitti dell’Universo”, specialmente riguardo alla fede.
* Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente che usciva dal trono: -Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate. [Ap 21, 1-4].
* Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete, perché riderete. [Lc 6,20-21].
* In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. [Mt 25, 40]
6. Ora di Dio
Ogni epoca della storia ha la sua ora per la chiamata dei popoli alla fede. Il Comboni nella fedeltà alla sua vocazione e nella docilità allo Spirito, attento all’ora di Dio per l’Africa, percepì chiaramente che era “spuntato il tempo di grazia che la Provvidenza ha designato per chiamare tutti questi popoli…a rifugiarsi alle ombre pacifiche dell’ovile di Cristo”.
* A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili?
Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
E` venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio.
E` venuto il Figlio dell’uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli. [Lc 7, 31-35]
* Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade.
Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? [Lc 12, 54-56].
* Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e sederanno a mensa nel regno di Dio. [Lc 13, 29].
7. Salvare l’Africa con l’Africa
Dalla sua esperienza missionaria, il Comboni sviluppò il suo “Piano” per la rigenerazione dell’Africa con l’Africa, in cui propose che gli Africani fossero missionari dei loro fratelli e sorelle, anticipando il tempo nel quale essi sarebbero diventati anche i promotori dell’evangelizzazione di altro popoli.
* Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. [Lc 22, 27].
* Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti. [Mc 9, 35].
* Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. [Gv 13, 13-15].
8. Universalità
Comboni con il suo “Piano” cercò di unire e coinvolgere tutti gli agenti dell’evangelizzazione presenti in Africa e altre forze disponibili. Seppe essere animatore missionario della Chiesa e cercò missionari di differenti nazionalità, perché la sua opera fosse “cattolica”, non già spagnola o francese o tedesca o italiana.
* Giovanni gli disse: – Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri.
Ma Gesù disse: – Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi. [Mc 9, 38-40].
* Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. [Mt 7, 3-5].
9. Fedeltà e stimolo
L’indefettibile amore e la fedeltà del Comboni alla Chiesa erano radicati nel suo carisma missionario. Egli li manifestò in modo particolare attraverso instancabili sforzi per smuovere la coscienza dei pastori della Chiesa riguardo alle loro responsabilità missionarie, affinché l’ora dell’Africa non passasse invano. Volle compiere il suo lavoro per la salvezza dell’Africa come missionario inviato dalla Chiesa.
* Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato. [Lc 10, 16].
* Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, portando con me anche Tito: vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano. Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere. E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi. Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi.
Da parte dunque delle persone più ragguardevoli quali fossero allora non m’interessa, perché Dio non bada a persona alcuna a me, da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più. Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare.
Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: – Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei? [Gal 2, 1-14].
* Attraversata poi la Pisidia, raggiunsero la Panfilia e dopo avere predicato la parola di Dio a Perge, scesero ad Attalìa; di qui fecero vela per Antiochia là dove erano stati affidati alla grazia del Signore per l’impresa che avevano compiuto. Non appena furono arrivati, riunirono la comunità e riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro e come aveva aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli. [At 14, 24-28].
10. Comunità di fratelli
I Missionari Comboniani del Cuore di Gesù sono una comunità di fratelli chiamati da Dio e consacrati a Lui mediante i consigli evangelici della castità, povertà e obbedienza per il servizio missionario nel mondo, secondo il carisma di Daniele Comboni. Essi condividono la stessa vita con uguali diritti e doveri, ad eccezione di quelli che promanano dal sacramento dell’Ordine.
* A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio. [Mc 4, 11].
* Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno. [Lc 22, 28-30].
* Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: – Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano.
Ma egli rispose loro: – Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?
Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: – Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre. [Mc 3, 31- 35].
* Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: – Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte! Ma egli disse: – Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano! [Lc 11, 27-28].
* Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. [Mt 23,8-12].
11. Pluralità di servizi
Secondo l’ispirazione originaria del Fondatore, l’Istituto è composto di sacerdoti e di fratelli. Questo fatto rende più completo il carattere ecclesiale dell’Istituto e più feconda la sua attività, attraverso la varietà e complementarietà dei servizi, in linea con il fine proprio dell’Istituto.
* Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune:
a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole. [1Cor 12, 4-11].
* In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero:
– Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest’incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola.
Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. [At 6, 1-6].
12. Legame con la Santa Sede
I Missionari Comboniani sono un Istituto religioso clericale di diritto pontificio, composto da sacerdoti e fratelli, dipendente direttamente dalla Sacra Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
* Io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. [Mt 16, 18].
*Gesù disse a Simon Pietro: – Pasci i miei agnelli.[…] Pasci le mie pecorelle… [Gv 21, 15-17].
* Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli. [Lc 22, 31-32].
* Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: – Se non vi fate circoncidere secondo l’uso di Mosè, non potete esser salvi. Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. […].
Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro. Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosè.
Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. Dopo lunga discussione, [….] tutta l’assemblea tacque e stettero ad ascoltare Barnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.
Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo e Barnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli. E consegnarono loro la seguente lettera: (…).
Essi allora, congedatisi, discesero ad Antiochia e riunita la comunità consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva. Giuda e Sila, essendo anch’essi profeti, parlarono molto per incoraggiare i fratelli e li fortificarono. Dopo un certo tempo furono congedati con auguri di pace dai fratelli, per tornare da quelli che li avevano inviati. Paolo invece e Barnaba rimasero ad Antiochia, insegnando e annunziando, insieme a molti altri, la parola del Signore. [At 15].
* In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni.
Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, portando con me anche Tito: vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano. Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere. E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi. Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi.
Da parte dunque delle persone più ragguardevoli quali fossero allora non m’interessa, perché Dio non bada a persona alcuna a me, da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più. Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare.
Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: – Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei? [Gal 1,18; 2, 1-14].
13. Fine dell’Istituto
L’Istituto ha come fine di attuare la missione evangelizzatrice della Chiesa tra quei popoli o gruppi umani non ancora o non sufficientemente evangelizzati.
* Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: – Prendi il largo e calate le reti per la pesca. Simone rispose: – Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti. E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: – Signore, allontanati da me che sono un peccatore. Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: – Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini. Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. [Lc 5, 1-11].
* Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: – Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati.[At, 13, 2].
14. Attuazione del fine
L’Istituto attua il suo fine inviando i suoi membri, dove si richiede un’attività missionaria conforme al carisma del fondatore; stimolando la coscienza missionaria nel popolo di Dio a livello locale, nazionale e internazionale; promuovendo le vocazioni missionarie e realizzando programmi di formazione e di rinnovamento.
*Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni. [Lc 9, 1-2. 6].
15. Disponibilità
Il missionario comboniano, in virtù della sua vocazione, è pronto a recarsi in spirito di fede e di obbedienza tra quei popoli o gruppi umani in mezzo ai quali l’Istituto svolge il lavoro di evangelizzazione. I superiori sono obbligati a dare al missionario questa possibilità, in conformità al carisma e alla finalità dell’Istituto.
* Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro. [1Cor 9, 19.22b-23].
* Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! [1Cor 6, 3-10].
16. Segni dei tempi
L’Istituto nel suo cammino di fede nel mondo e per il mondo è intimamente legato all’umanità e alla sua storia. Di conseguenza i missionari vivono e interpretano gli avvenimenti alla luce del Vangelo, rimangono aperti ai nuovi problemi e situazioni, rivedono i loro atteggiamenti, istituzioni e metodi e cercano nuove soluzioni.
* Diceva ancora alle folle: – Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? [Lc 12, 54-56].
17. Servizio interecclesiale
Il mistero della Chiesa è vissuto nel pluralismo e nella comunione delle Chiese locali. Ognuna di esse ha la responsabilità del servizio missionario. L’Istituto è segno della fraterna solidarietà delle Chiese nella comune responsabilità missionaria. I suoi membri sono espressione missionaria della loro Chiesa d’origine e membri attivi della Chiesa che li invita. Questo servizio interecclesiale è fonte di reciproco arricchimento.
* La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani.
In questo tempo alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme. E uno di loro, di nome A`gabo, alzatosi in piedi, annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l’impero di Claudio.
Allora i discepoli si accordarono, ciascuno secondo quello che possedeva, di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea; questo fecero, indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Barnaba e Saulo. [At 11, 22-30].
18. Internazionalità
L’Istituto, composto di membri provenienti da differenti paesi e culture, è espressione di amicizia e solidarietà fraterna e segno della cattolicità della Chiesa: dà testimonianza concreta di quella comunione nello Spirito che caratterizza il popolo di Dio e che non abolisce le diversità, ma le rende fattori di unità.
* Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. [Gal 3,26-28].
* Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. [1Cor 12, 12-13].
19. Cooperazione
Nella linea del suo Fondatore, l’Istituto collabora con gli altri agenti e organismi dell’evangelizzazione per assicurare un più effettivo servizio missionario ed evitare duplicati di sforzi e di personale.
* Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso.
Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. Non c’è differenza tra chi pianta e chi irrìga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che gia vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco. 1Cor 3, 5-15].