Vangelo del giorno
25 luglio (FESTA – Rosso) SAN GIACOMO
Mt 20,20-28: Il mio calice, lo berrete.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Commento
È la festa di san Giacomo. Come forse sapete san Giacomo fu il primo apostolo martirizzato. Poi in qualche modo le sue spoglie sono arrivate in Spagna e il luogo della sepoltura, luogo di luce, fu ed è meta di tanti pellegrinaggi secolari e mitici. Stiamo parlando appunto di Santiago di Compostela. Quanti ne ha fatti camminare san Giacomo! Proprio lui che voleva arrivare in paradiso in carrozza. Gesù nel Vangelo gli parla chiaro: non si va in paradiso senza camminare lungo le strade tortuose della vita. E così san Giacomo ha imparato la lezione. Vi leggo a conclusione un brano di Gabriella Caramore sul camminare…
“La storia dell’umanità comincia con i piedi. Con la trasformazione del quadrupede in bipede, poggiando su due piedi invece che su quattro, la specie Homo si alimenta in maniera nuova, sviluppa nuove capacità intellettive, produce forme culturali e sociali. Ma, in primo luogo, cammina. Copre distanze, esplora, occupa territori, conquista… C’è forse un nesso tra la posizione eretta della specie umana e l’esperienza di verticalità che accompagna da sempre la storia dell’uomo? Perchè l’uomo desidera salire? Perchè si scalano le vette? Perchè si scrutano le stelle? Perchè Dio si colloca in cielo?”.
Don Franco Mastrolonardo
http://www.preg.audio
Ancora un santo ci accompagna nel nostro percorso in questa estate: Giacomo il maggiore, fratello di Giovanni, che, insieme a Pietro, faceva parte del ristrettissimo gruppo degli intimi del Signore Gesù.
Insieme a suo fratello e a Pietro, Giacomo di Betsaida è stato fra coloro che hanno avuto la gioia e la fortuna di essere presente nei momenti più intensi e determinanti della vita pubblica di Gesù, come alla Trasfigurazione, alla guarigione della figlia di Giairo o alla preghiera del Getsemani. Eppure ciò che ci resta è quel titolo, boanerghes, “figli del tuono”, attribuito a lui e a suo fratello, indice, probabilmente, di un carattere non troppo conciliante. E quell’episodio che ne rivela l’ambizione e la fragilità quando chiede, lui o sua madre, secondo le versioni, di sedere alla destra di Cristo nel Regno. Alla destra di Gesù, invece, non ci sarà nessuno dei discepoli, ma un malfattore crocefisso insieme a lui… Giacomo ha dovuto sudare per crescere, per convertire il proprio cuore, per diventare discepolo secondo le intenzioni del Signore Gesù. Ma lo ha fatto: lo ricordiamo come il primo fra gli apostoli ad essere stato ucciso da Erode, subito dopo la resurrezione. Se anche non era presente al fianco del Signore sulla croce, lo è stato nella testimonianza che gli ha reso nella morte. Secondo la tradizione, il suo corpo fu traslato in Spagna, a Santiago di Compostela, meta di pellegrinaggio ancora oggi.
Paolo Curtaz