Pensieri di vita

Le tradizioni religiose orientali, in particolare il buddismo zen, presentano in dieci immagini il viaggio spirituale della persona umana per raggiungere l’illuminazione spirituale. Un’esperienza che insegna tante cose in questi tempi che per molti versi sono di transizione. Attribuito al maestro buddista cinese del XII secolo Kakuan Zenji, con questo percorso, il maestro buddista accompagna il discepolo e valuta i suoi progressi in campo spirituale, dimostrando così che il racconto, la storia e la narrazione sono pezzi importanti dell’itinerario spirituale della persona.

Nella prima immagine, l’essere umano, rappresentato da un giovane contadino, va alla ricerca di un animale. La persona non conosce ancora la sua vera natura e cerca senza ordine, senza un tracciato che gli consenta di raggiungere il suo obiettivo.

Nella seconda immagine, il giovane trova le impronte di un bufalo, e scopre un grande aiuto nelle tradizioni spirituali e negli insegnanti che hanno già percorso la stessa strada. È lo stadio delle pratiche spirituali e della meditazione.

Nella terza immagine, il giovane contadino vede il bufalo e questo lo spinge a proseguire per la sua strada.

Nella quarta immagine, il giovane cattura il bufalo, ma questi non è ancora addomesticato. C’è quindi resistenza perché il bufalo è ostinato, testardo e senza freni, a simboleggiare gli istinti animali.

A poco a poco il giovane contadino lo doma, come si vede nella quinta immagine, e il bufalo si lascia condurre dalle redini. Questo viene a dire che il controllo della nostra natura fisica si ottiene conoscendola, ascoltandola e dialogando con essa.

Nella sesta immagine, il contadino cavalca sul dorso del bufalo, senza nemmeno metterci le redini, poiché l’animale sa dove sta andando senza bisogno di essere diretto. Il giovane suona ora placidamente il flauto seduto sul dorso del bufalo. La lotta è finita, il discepolo ha raggiunto lo stato di illuminazione, ma c’è ancora molta strada da fare.

Nella settima fase, il discepolo raggiunge lo stato di pace e felicità, si trova davanti a casa sua e il bufalo non si vede. La persona ha trovato se stessa.

Nell’ottava immagine non si vedono più né il bufalo né la persona. Si osserva solo un cerchio, senza nulla al suo interno.

Nella nona immagine, il maestro buddista ci riporta alle origini. All’esterno tutto sembra rimasto uguale, ma la persona si è trasformata.

Nell’ultima immagine, il discepolo ritorna nella sua comunità, facendo mostra della compassione del Buddha per l’umanità, il che gli farà portare avanti un intenso lavoro sociale, mettendosi al servizio degli altri.

La fede del credente è una fede che influenza la vita e la trasformazione del mondo. Il mezzo visivo e narrativo, le storie e i piccoli racconti entrano nella mente della persona in modo molto naturale. L’invito a intraprendere il viaggio spirituale diventa, allo stesso tempo, attraente e curativo. Assistiamo così al processo di conversione del discepolo, dove il linguaggio religioso è espresso in termini esperienziali, visibili e accessibili, e non tanto dogmatici.

Il racconto, la parabola e la narrativa orientale, affascinano e ispirano la persona nella ricerca di sé e degli altri. La presenza e la guida dello Spirito in ogni persona completeranno quell’immagine dell’io che, una voltas purificato, avrà inevitabilmente una proiezione sociale verso l’altro (Daniel Cerezo, Mundo Negro, 19 aprile 2020).

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