13 Giugno
Antonio di Padova.
Dottore della Chiesa,
Un autentico padre sulla strada della verità


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Sant’Antonio di Padova, pur offrendo un profilo complesso e variegato, è una delle figure più care alla devozione popolare, segno che il cuore sa sempre trovare la sede della vera saggezza.
La capacità di essere un vero “padre” in grado di indicare la strada per crescere nella fede, l’amore per la verità senza sconti, il desiderio di offrire il Vangelo davvero a tutti: sono queste le caratteristiche che rendono sant’Antonio di Padova uno dei testimoni della fede più cari alla devozione popolare. E sono state queste stesse caratteristiche a farne un dottore della Chiesa. Fernando de Bulhoes (questo il suo nome) era nato a Lisbona attorno al 1195 e a 15 anni era novizio tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino. Nel 1219 venne ordinato prete e l’anno dopo cominciò a sentirsi attratto dal carisma francescano. Invitato al Capitolo generale di Assisi, ascoltò san Francesco ma non lo conobbe di persona. Si dedicò alla predicazione iniziando in Romagna e arrivando in Francia. Nel 1227 divenne provinciale dell’Italia Settentrionale. Morì a Padova nel 1231.
Altri santi. San Fandila di Cordova, martire (IX sec.); sant’Aventino, eremita (IX sec.).

Matteo Liut
Avvenire


Dai “Discorsi ” di sant’ Antonio di Padova, sacerdote.

Chi è pieno di Spirito Santo parla in diverse lingue. Le diverse lingue sono le varie testimonianze su Cristo: così parliamo agli altri di umiltà, di povertà, di pazienza e obbedienza, quando le mostriamo presenti in noi stessi. La predica è efficace, ha una sua eloquenza,quando parlano le opere. Cessino, ve ne prego, le parole, parlino le opere. Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti opere, e così siamo maledetti dal Signore, perché egli maledì il fico, in cui non trovò frutto, ma solo foglie. “Una legge,dice Gregorio si imponga al predicatore:metta in atto ciò che predica”. Inutilmente vanta la conoscenza della legge colui che con le opere distrugge la sua dottrina.
Gli apostoli “cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi” (At 2, 4). Beato dunque chi parla secondo il dettame di questo Spirito Santo e non secondo l’inclinazione del suo animo.Vi sono infatti alcuni che parlano secondo il loro spirito, rubano le parole degli altri e le propalano come proprie. Di costoro e dei loro simili il Signore dice a Geremia: ” Perciò,eccomi contro i profeti, oracolo del Signore i quali si rubano gli uni gli altri le mie parole. Eccomi contro i profeti, oracolo del signore, che muovono la lingua per dare oracoli.
Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri, dice il Signore, che li raccontano e traviano il mio popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho inviati né ho dato alcun ordine. Essi non gioveranno affatto a questo popolo. Parola del Signore”(Ger23, 30-32).Parliamo quindi secondo quanto ci è dato dallo Spirito Santo, e supplichiamolo umilmente che ci infonde la sua grazia per realizzare di nuovo il giorno di Pentecoste nella perfezione dei cinque sensi e nell’osservanza del decalogo. Preghiamolo che ci ricolmi di un potente spirito di contrizione e che accenda in noi le lingue di fuoco per la professione della fede, perché, ardenti e illuminati negli splendori dei santi, meritiamo di vedere Dio uno e trino.