Dal 22 al 24 settembre Assisi ha visto la partecipazione di  oltre mille giovani provenienti da oltre cento Paesi del mondo alla tre giorni di “The Economy of Francesco”, evento giunto alla sua terza edizione, ricco di iniziative come laboratori, workshops, conferenze, tenutesi nei vari luoghi della città di Francesco, che hanno accolto i giovani partecipanti all’avvenimento mondiale, con i loro 12 villaggi tematici per riunirsi e parlare di tematiche attuali. Un incontro a lungo atteso dal Papa. Sono passati infatti tre anni da quando aveva indirizzato ai giovani economisti e imprenditori una lettera per invitarli a partecipare al progetto Economy of Francesco. Era il primo maggio 2019. Ora in molti, di tutti i continenti, si sono messi insieme con lo stesso obiettivo dando vita ad una comunità che rende possibili “cose grandi”, afferma il Papa, “persino sperare di cambiare un sistema enorme e complesso come l’economia mondiale”. Quella di Papa Francesco ad Assisi, Città della Pace, sabato 24 settembre, è stata una visita breve ma intesa.

Discorso di Papa Francesco all’evento Economy of Francesco
26 Settembre 2022
http://www.retesicomoro.it

«Voi siete chiamati a diventare artigiani e costruttori della casa comune, una casa comune che “sta andando in rovina”. Diciamolo: è così. Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della terra, un’economia di pace». Lo ha detto Papa Francesco nel discorso rivolto ai partecipanti all’evento Economy of Francesco, sabato presso il pala-eventi della basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Ai giovani economisti e imprenditori presenti ha dettato le linee da seguire per creare un nuovo sistema economico, partendo dalla considerazione che loro hanno avuto in eredità molte ricchezze dalla precedente generazione, la quale però non ha saputo custodire il pianeta e non sta custodendo la pace. Per questo, serve un cambiamento che riprenda le radici umane dell’attività economica e stia attenta ai danni della finanza.

Inoltre, un’economia che si lascia ispirare dalla dimensione profetica si esprime oggi in una nuova visione dell’ambiente e della terra. Infatti, se si parla di transizione ecologica rimanendo dentro il paradigma economico del Novecento che ha depredato le risorse naturali, le scelte saranno sempre insufficienti. Ad esempio va accettato, anche se ora non piace, il principio etico universale che i danni vanno riparati. Se non vogliamo più abusare del pianeta e dell’atmosfera e lasciare che figli e nipoti paghino un conto troppo alto e troppo ingiusto, ha continuato il pontefice, dobbiamo anche imparare a fare sacrifici negli stili di vita, attualmente ancora insostenibili. In sostanza, occorre agire secondo un principio di sostenibilità ambientale, sociale, relazionale e spirituale. Il Papa ha poi affidato ai giovani tre indicazioni di percorso per andare avanti.

«La prima: guardare il mondo con gli occhi dei più poveri. […] Ma per avere gli occhi dei poveri e delle vittime bisogna conoscerli, biogna essere loro amici. E, credetemi, se diventate amici dei poveri, se condividete la loro vita, condividerete anche qualcosa del Regno di Dio, perché Gesù ha detto che di essi è il Regno dei cieli, e per questo sono beati […].
La seconda: voi siete soprattutto studenti, studiosi e imprenditori, ma non dimenticatevi del lavoro, non dimenticatevi dei lavoratori. Il lavoro delle mani. Il lavoro è già la sfida del nostro tempo, e sarà ancora di più la sfida di domani. Senza lavoro degno e ben remunerato i giovani non diventano veramente adulti, le diseguaglianze aumentano. […]
La terza indicazione è: incarnazione. Nei momenti cruciali della storia, chi ha saputo lasciare una buona impronta lo ha fatto perché ha tradotto gli ideali, i desideri, i valori in opere concrete. Cioè, li ha incarnati. Oltre a scrivere e fare congressi, questi uomini e donne hanno dato vita a scuole e università, a banche, a sindacati, a cooperative, a istituzioni. Il mondo dell’economia lo cambierete se insieme al cuore e alla testa userete anche le mani».

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Il patto dei giovani con Papa Francesco per un’economia del Vangelo
26 Settembre 2022
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A “The economy of Francesco” economisti, imprenditori e changemaker si sono impegnati per un futuro che non sia utopia.
Come conclusione dell’incontro di sabato con i giovani partecipanti all’evento “The economy of Francesco” tenutosi ad Assisi, Papa Francesco ha firmato un Patto per l’economia, sottoscritto anche dalla quattordicenne thailandese Lilly Ralyn Satidtanasarn a nome di tutti i presenti. Il testo è stato redatto dal comitato organizzatore dell’iniziativa, che comprende economiste ed economisti, imprenditrici e imprenditori, changemakers, studentesse e studenti, lavoratrici e i lavoratori. Ecco il testo:

«Noi, giovani economisti, imprenditori, changemakers, chiamati qui ad Assisi da ogni parte del mondo, consapevoli della responsabilità che grava sulla nostra generazione, ci impegniamo ora, singolarmente e tutti insieme, a spendere la nostra vita affinché l’economia di oggi e di domani diventi una Economia del Vangelo. Quindi:

  • un’economia di pace e non di guerra,
  • un’economia che contrasta la proliferazione delle armi, specie le più distruttive, un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda,
  • un’economia a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili,
  • un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza,
  • un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari,
  • un’economia che riconosce e tutela il lavoro dignitoso e sicuro per tutti, in particolare per le donne, un’economia dove la finanza è amica e alleata dell’economia reale e del lavoro e non contro di essi,
  • un’economia che sa valorizzare e custodire le culture e le tradizioni dei popoli, tutte le specie viventi e le risorse naturali della Terra,
  • un’economia che combatte la miseria in tutte le sue forme, riduce le diseguaglianze e sa dire, con Gesù e con Francesco, “beati i poveri”,
  • un’economia guidata dall’etica della persona e aperta alla trascendenza,
  • un’economia che crea ricchezza per tutti, che genera gioia e non solo benessere perché una felicità non condivisa è troppo poco.

Noi in questa economia crediamo. Non è un’utopia, perché la stiamo già costruendo. E alcuni di noi, in mattine particolarmente luminose, hanno già intravisto l’inizio della terra promessa».