Ho sentito raccontare la storia di Pinocchio dalla finestra di una scuola, mentre ero intento a brucare, sul piazzale antistante, un po’ d’erba bruciacchiata.

Mi secca il fatto che abbiano scelto me come esempio di svogliatezza e somaraggine, perché è un luogo comune fasullo e ormai da cancellare.

Mi dispiace invece per quel povero burattino, che mi sta pure simpatico. Però devo dirti che i guai te li sei proprio cercati, caro Pinocchio! Nella vita gli errori si pagano.

Quando si trascurano le parole di Babbo Geppetto, della Fatina Azzurra, del Grillo Parlante, per quanto antipatico possa essere, e si crede alle parole di Lucignolo, del Gatto e della Volpe, si sa presto dove si andrà a finire!…

Però, questa storia di Pinocchio mi sembra parli più ai grandi che ai piccini. Oggi il mondo è pieno di Lucignoli, di Gatti e Volpi, e di tanti altri brutti ceffi. Chi insegna a questi bimbi a riconoscerli? Chi dice loro che il mondo non è una fiaba e nella vita non ci sono Fatine Azzurre?

Oggi si tende a rendere tutto facile, tutto liscio, tutto comodo.

Ma se si presenta la vita come una lunga vacanza nel Paese dei Balocchi, quando essa si rivelerà in tutta la sua crudezza, come faranno questi figli ad affrontarla?

Se ai vostri bambini continuerete a dire sempre “sì!”, sempre “sì!”, sempre “sì!!!”, quando la vita sbatterà loro in faccia in modo brutale, spietato ed anche ingiusto i suoi “no!”, come faranno a reggere?

La pianta comincia ad affrontare l’inclemenza del tempo e le tempeste fin da piccola, prima riparata dalle altre piante più grandi, poi in modo sempre più autonomo. È la legge dell’esistenza, non si può eludere.

“Padre pietoso, figlio vizioso”!

Chi ha orecchi per intendere intenda.

“La strada piana non porta mai in alto”. È un detto che mi porto dietro fin dall’adolescenza; uno dei primi che ho fissato nella memoria e che mi ha fatto a lungo fantasticare nei giorni storti e nelle notti insonni. Poi dal Vangelo ho imparato che vi sono due strade: una larga e comoda, dove s’incontrano tanti falsi profeti (tanti Lucignolo) che fanno intendere lucciole per lanterne e che porta alla perdizione, e sono molti quelli che la prendono; e una strada stretta e faticosa, che sono in pochi a percorrerla: ma è la via della Vita.

È impossibile per noi, fragili creature umane, non percepire il fascino di ambedue queste strade, anche se sono convinto che imboccare la via “larga” non significhi necessariamente perdervisi: il Padre Celeste veglia su di noi, e sa trovare mille vie d’uscita per rimetterci, in qualsiasi momento, sul retto cammino. Ma noi frati abbiamo anche un’altra chance, meravigliosa. Abbiamo dei compagni di viaggio pronti a ricordarci, qualora fosse necessario: «Fratello, fai attenzione: la nostra strada è questa!».

dal Calendario di Frate Indovino

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