Oltre due milioni di persone non hanno accesso sicuro all’acqua. Di esse, 844 mila non dispongono neanche di basilari servizi relativi all’acqua potabile; 263 mila sono costrette a compiere viaggi giornalieri anche di 30 minuti per attingerla lontano dalle abitazioni; e 159 mila bevono acqua non trattata e non filtrata proveniente da fonti non sicure, come fiumi o laghi. Sono le vergognose statistiche contenute nei rapporti dell’Organizzazione mondiale della sanità, rilanciate dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale che — in collaborazione con le ambasciate presso la Santa Sede di Francia, Italia, Monaco e Stati Uniti d’America — ha organizzato a Roma la conferenza su questo tema di drammatica attualità.Sulla base delle nette prese di posizione e dei contributi forniti in materia dalla Chiesa cattolica — a partire dall’enciclica Laudato si’ — i conferenzieri sollecitano una visione interdisciplinare della questione, non limitata solo alle carenze delle infrastrutture, delle politiche e degli investimenti, ma allargata al ruolo della cultura, delle religioni e della spiritualità, alla responsabilità a tutti i livelli di governo relativa all’educazione, alla sostenibilità, alle comunità locali, all’inquinamento, all’accessibilità economica.
Ad aprire la conferenza sono stati il francescano Leonardo Sileo, rettore dell’ateneo di Propaganda fide, e il segretario del Dicastero vaticano, monsignor Bruno Marie Duffé, che ha parlato della dimensione simbolica e spirituale dell’acqua nella tradizioni biblica e cristiana. Quattro le sessioni di lavoro: «Cultura e spiritualità», «Una sfida internazionale», «Governance e responsabilità» e quella finale, in serata, conclusa dall’intervento dal cardinale prefetto Peter Kodwo Appiah Turkson.
L’Osservatore Romano, 8-9 novembre 2018
POSTED BY IL SISMOGRAFO