“Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9,50)
Una parola, un granello di sale al giorno per dare sapore alla tua giornata.

29. “E SANTO È IL SUO NOME”.
Perciò essa aggiunge: “E santo è il suo nome”; cioè io non mi attribuisco l’opera e così neppure mi attribuisco la fama e l’onore di essa. Poiché l’onore e la fama è soltanto di chi compie l’opera. Non è bene che uno compia l’opera e che un altro ne abbia la fama e l’onore. Io sono l’officina in cui egli opera, ma non ho fatto nulla per l’opera, perciò nessuno mi deve lodare od onorare perché sono divenuta la Madre di Dio; ma in me si deve lodare e onorare soltanto Dio e l’opera sua. Basta che ci si rallegri di me e mi si dica beata, perché Dio mi ha adoperata per compiere in me queste sue opere.
Si consideri con quanta sincerità ella riferisca tutte le cose a Dio, come non abbia nessuna pretesa di meriti, di onore, di gloria, ma agisca proprio come quando non aveva nulla di tutto ciò. Non ricerca onori più di quanto facesse prima, non s’inorgoglisce, non s’innalza, non proclama ad alta voce che è divenuta Madre di Dio, non pretende onore alcuno, se ne va e lavora in casa come prima, munge la mucca, cucina, lava i piatti, spazza, fa tutto ciò che deve fare una ragazza o una madre, i lavori modesti e umili, come se quei beni sovrabbondanti e quelle grazie non la riguardassero. Tra le altre donne e vicine essa non è considerata nulla di più di prima, né lo ha desiderato, è rimasta una cittadina povera tra i poveri.
dal Commento al Magnificat di Martin Luther, in italiano Martin Lutero (1483 1546), teologo tedesco e iniziatore della riforma protestante. Il suo Commento al Magnificat, scritto nel 1520, è particolarmente noto ed ha subito delle riletture dopo il Concilio Vaticano II. Oltre il suo interesse mariologico, l’opera testimonia l’intensa spiritualità di Lutero e il suo modo radicalmente nuovo di fare teologia.