“Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri” (Marco 9,50)
Una parola, un granello di sale al giorno per dare sapore alla tua giornata.


bellini_giovanni_541_madonna_in_adoration_of_the_sleepin


4. La parola “magnificat”, come il titolo di un libro
Poi viene la parola “magnificat”, che significa “renderlo grande”, “esaltarlo” e “tenerlo in grande considerazione”, poiché Egli può, sa e vuole fare molte cose grandi e belle. Ne consegue che in questo canto di lode la parola “magnificat”, come il titolo di un libro, indica l’argomento in esso trattato, accenna al motivo del canto di lode, cioè le grandi opere di Dio compiute per fortificare la nostra fede, per consolare tutti gli umili e spaventare tutti i potenti della terra. Dobbiamo, perciò, tener presente che il canto di lode è orientato a questa triplice finalità ed è di giovamento, poiché ella non lo ha cantato soltanto rivolta a se stessa, ma a tutti noi, affinché le facessimo coro. (…)
Ecco perché la santa Madre non dice “la mia voce” o “la mia bocca”, e neppure “la mia mano” o “i miei pensieri” o “la mia ragione” o “la mia volontà”, magnifica il Signore. Mentre molti lodano Dio a gran voce, predicano con belle parole, discorrono di lui, disputano, scrivono e dipingono e costruiscono teorie intorno a lui, cercando di raggiungerlo con la ragione e la speculazione ed esaltandolo con una falsa pietà, Maria dice: “L’anima mia magnifica”, cioè tutta la mia vita, il mio sentire, la mia forza lo ammirano, tanto che ella è rapita in lui e si sente esaltata nella sua volontà buona e piena di grazia (…)


dal Commento al Magnificat di Martin Luther, in italiano Martin Lutero (1483 1546), teologo tedesco e iniziatore della riforma protestante. Il suo Commento al Magnificat, scritto nel 1520, è particolarmente noto ed ha subito delle riletture dopo il Concilio Vaticano II. Oltre il suo interesse mariologico, l’opera testimonia l’intensa spiritualità di Lutero e il suo modo radicalmente nuovo di fare teologia.